L'incubo di Blanche Monnier, segregata per 25 anni in una stanza
Nel 1877 Blanche Monnier venne rinchiusa in una stanza dalla madre e dal fratello, e lì rimase per 25 anni. Quando la ritrovarono era ridotta a uno stato larvale.
Nel 1877 Blanche Monnier venne rinchiusa in una stanza dalla madre e dal fratello, e lì rimase per 25 anni. Quando la ritrovarono era ridotta a uno stato larvale.
Blanche Monnier era giovane e bellissima, quando la madre e il fratello scelsero per lei un destino crudele. Figlia del rettore dell’Università, venuto a mancare nel 1882, e di Louise-Léonide Demarconnay, nel 1877 aveva 24 anni quando si innamorò di un avvocato parigino protestante e repubblicano che aveva 30 anni più di lei.
La famiglia di Blanche Monnier osteggiò con molta forza questo legame, e a un certo punto la ragazza scomparve letteralmente nel nulla, senza che nessuno sapesse più niente di lei.
Con la morte del padre a occuparsi della giovane rimasero la madre e il fratello Marcel, che nel 1877 aveva ricoperto la carica di sottoprefetto di Puget-Théniers, che fecero un vero e proprio muro attorno alla famiglia e in particolare alla povera Blanche Monnier.
Nessuno seppe più nulla di ciò che le era capitato, fino a quando, il 22 maggio 1901, una lettera anonima giunse al Procuratore generale della città:
[…] Signor Procuratore generale, ho l’onore di informarvi di un evento eccezionalmente grave. Parlo di una vecchia ragazza che è bloccata nella casa di Madame Monnier, in mezzo alla fame, e che vive in un letto sporco dagli ultimi venticinque anni – in una parola, nella propria sporcizia. […]
Dopo questa missiva i poliziotti entrarono a casa Monnier, nell’appartamento al numero 21 di rue de la Visitation (oggi Arthur Ranc) e vi ritrovarono Blanche Monnier, ridotta a uno stato larvale, con un peso di soli 30 chili, in stato di inedia e di sporcizia estrema.
Dopo un quarto di secolo rinchiusa nella stanza, gli ufficiali che per primi entrarono descrissero così la situazione:
Abbiamo immediatamente dato l’ordine di aprire la finestra dell’edificio. Questo fu fatto con grande difficoltà, perché dalle vecchie tende scure cadeva moltissima polvere. Per aprire le persiane, era necessario rimuoverle dalle cerniere a destra. Appena la luce entrò nella stanza, abbiamo notato, dietro, sdraiato su un letto, la testa e il corpo coperti da una coperta repulsivamente sporca, una donna identificata come Mademoiselle Blanche Monnier. La donna sfortunata si trovava completamente nuda su un materasso di paglia marcio. Tutto intorno a lei si formava una sorta di crosta fatta da escrementi, frammenti di carne, verdure, pesce e pane marcio. Abbiamo anche visto le conchiglie di ostriche e gli insetti che correvano nel letto di Mademoiselle Monnier. L’aria era così irrespirabile, l’odore dato dalla stanza era così forte, che era impossibile continuare con la nostra indagine.
Blanche Monnier venne liberata dopo 25 anni di indicibili sofferenze e condotta, il 1° giugno, all”Hôtel-Dieu di Parigi, un ospedale di zona, per essere curata; morì dodici anni dopo, all’Ospedale psichiatrico di Blois, senza che niente avesse contribuito a sanare le profondissime ferite psichiche che la reclusione le aveva causato.
Il fratello e la madre furono sottoposto a processo, e la Corte d’appello di Poitiers condannò Marcel Monnier a 15 mesi di carcere il 20 novembre 1901. Louise-Léonide Demarconnay, dopo essere stata arrestata, fu rilasciata per problemi di cuore, e morì due settimane dopo, l’8 giugno del 1901.
Passata alla storia come la Séquestrée de Poitiers, in Francia si è scritto molto sul caso di Blanche Monnier, e nel 1941, durante il periodo della Francia di Vichy, fu emanata una legge, la “Legge sull’omissione di soccorso alle persone in difficoltà” ispirata proprio al caso della sfortunata giovane.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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