Perché Marilyn Monroe ha nascosto l’esistenza di sua sorella Berniece
Anche se si è sempre dichiarata orfana e sola, Marilyn Monroe aveva una sorella, Berniece, con cui ebbe un rapporto molto profondo.
Anche se si è sempre dichiarata orfana e sola, Marilyn Monroe aveva una sorella, Berniece, con cui ebbe un rapporto molto profondo.
Il 1° giugno 1926 nasceva in California l’attrice forse più famosa di tutti i tempi, Marilyn Monroe, all’anagrafe Norma Jean Mortenson (poi Baker), figlia di Gladys Baker, mentre il dubbio sull’identità del padre non è mai stato del tutto fugato: Baker le diede infatti il cognome Mortenson, come quello del secondo marito, Martin Edward Mortensen, ma più d’uno sostiene che il padre naturale della futura Marilyn fosse il superiore di Gladys Baker alla RKO Pictures, Charles Stanley Gifford. Qualcuno, addirittura, ritiene invece che la gravidanza di Baker sia stata frutto di uno stupro. In ogni caso, fu la nonna materna, Della Monroe – da cui poi la diva prenderà spunto per il nome d’arte – a cambiarle il cognome in Baker.
Se già la nascita di Marilyn è avvolta nel mistero, pochi sanno che sette anni prima la madre di Monroe aveva dato alla luce altri due figli, avuti dal primo marito Jasper Newton Baker, ovvero Berniece e Robert Kermit, che il padre, dopo il divorzio, aveva rapito e cresciuto nel Kentucky, prima di morire per insufficienza renale.
Le vite dei fratelli Mortenson e Baker furono tutt’altro che facili: se Berniece e Robert Kermit erano stati strappati alla madre, ed erano stati cresciuti con una matrigna accentratrice e piuttosto autoritaria, Gladys Baker non poté occuparsi da sola della terza figlia, e decise di mettere Norma Jean in un casa famiglia, dove trascorse gran parte della sua infanzia senza avere notizie del vero padre o della sua famiglia.
Solo molti anni dopo Gladys Baker, risanatasi anche dei problemi psichiatrici che a lungo l’avevano tormentata, decise di riprendere i contatti con la prima figlia, all’epoca diciannovenne, scrivendole una lettera; in quella missiva Baker informava Berniece di avere una sorella di dodici anni, di nome Norma, che viveva a Los Angeles.
Berniece Baker decise allora di scrivere subito una lettera alla sorella mai conosciuta, aggiungendo all’interno della busta una foto, e l’adolescente Norma Jean ricambiò, dando così il via a uno scambio epistolare che permise loro di conoscersi meglio.
Il loro rapporto, nonostante la distanza, si fece talmente saldo che Berniece Baker decise di aiutare la sorella minore, che all’epoca viveva ancora nella casa di un’amica della madre, purtroppo senza successo. Ciononostante il loro legame era talmente forte che, quando Norma Jean si fidanzò a 16 anni con James Dougherty, una delle prime persone a cui lo confidò fu proprio la sorella maggiore.
Tuttavia, passarono ancora due anni prima che le due riuscissero a incontrarsi: accadde a Detroit, dove Berniece si era trasferita con il marito Paris Miracle: lì Norma Jean, diciottenne, la raggiunse, e la sorella maggiore ha descritto così quel primo incontro.
Non sarebbe stato possibile non riconoscerla! Tutti i passeggeri che scendevano [dal treno] avevano un aspetto così ordinario, poi, improvvisamente, scese questa ragazza alta e bellissima.
Non riuscivamo a smettere di fissarci. Avevamo gli stessi capelli biondo scuro, la stessa bocca, solo gli occhi erano diversi.
Le sorelle trovarono subito anche dal vivo quell’intesa costruita nello scambio di lettere, e durante quella giornata parlarono a lungo della madre, definendola “una vera estranea”.
Un’estranea almeno quanto lo è per te – furono le parole di Norma Jean Baker – Una parte di me vorrebbe stare con lei… Una parte di me, invece, ha paura di lei.
Fu, in fondo, proprio il viaggio per incontrare Berniece che fece capire alla ragazza che il suo sogno era di fare la modella; le sue prime foto furono scattate mentre lavorava alla catena di montaggio di uno stabilimento di difesa, ma il marito non approvava le velleità della giovane moglie, che alla fine, per seguire le sue aspirazioni, divorziò.
Da lì ebbe inizio la carriera della più grande diva del XX secolo: fin dal primo provino Norma Jean Baker incantò i vertici degli studios della Twentieth Century Fox, mentre il direttore, Darryl Zanuck, le offrì un contratto di 7 anni che prevedeva un compenso di 75 dollari a settimana. Fu proprio un uomo degli studios, Ben Lyon, a suggerirle il nome Marilyn come nome d’arte, e lei stessa vi abbinò Monroe.
Se la vita pubblica di Marilyn è storia, meno lo è quella riguardante la sua famiglia; la sorella Berniece riuscì sempre e comunque a frequentarla, andando spesso a trovarla, e insieme all’attrice conobbe finalmente anche la madre, Gladys, di cui fin dall’infanzia non aveva che una foto.
Marilyn accompagnò la madre e la sorella in un tour in giro per Los Angeles, cercando di ricostruire quel rapporto di famiglia mai avuto veramente; il sogno dell’attrice di avere Berniece sempre accanto era talmente forte che cercò di trovarle un impiego presso la Fox, ma purtroppo, oltre a non ottenere il lavoro per lei, Marilyn fu licenziata.
Le occasioni non tardarono comunque ad arrivare: nel 1948, per la star arrivò un contratto con la Columbia Pictures, ma nel frattempo la pressione e l’invadenza dei media sulla sua vita e su quella dei suoi familiari si erano fatte sempre più soffocanti, tanto che, per tutelare Berniece, Marilyn Monroe prese una decisione importantissima: iniziò a raccontare alla stampa di essere orfana, e di non avere alcun familiare in vita.
Tramite i suoi addetti alle pubbliche relazioni ha diffuso false storie sul suo passato- disse Berniece Baker spiegando i motivi della scelta della sorella – In quel modo pensò di poter proteggere la mia vita e quella della mia famiglia, nonché la privacy di nostra madre, indirizzando la stampa su false piste.
Lo stratagemma sembrò funzionare, e anche Berniece accettò di non parlare più della sorella, pur con molta fatica; “A volte sono stata tentata di correggere alcune opinioni sbagliate su Marilyn e sul suo passato – ha dichiarato, aggiungendo di non averlo fatto perché – Non volevo che mia sorella perdesse la fiducia in me. Per lei volevo essere solo una fonte di amore e di sostegno”.
Al di fuori dell’aspetto pubblico di Marilyn, l’attrice e la sorella si sostennero sempre, tanto che nel 1961, quando Monroe seppe di dover subire un intervento chirurgico, Berniece Baker la raggiunse immediatamente a New York, e fu proprio quest’ultima a notare la dipendenza di Marilyn dalle pillole, rassicurata però dalla sorella che le diceva che erano solo un aiuto per dormire.
L’epilogo, purtroppo, lo conosciamo tutti: il 4 agosto del 1962 la notizia della morte di Marilyn Monroe a soli 36 anni fece il giro del mondo, e da quel momento le ipotesi e le congetture sulla sua scomparsa iniziarono a circolare, senza mai arrestarsi.
Chi però fu veramente colpita dalla tragica notizia, ovviamente, fu Berniece Baker:
Da allora non sono stata più la stessa. Ho scelto io la bara e il vestito verde chiaro che indossava.
Fu a quel punto che l’identità della sorella di Marilyn Monroe uscì allo scoperto, e ovviamente in breve tempo Berniece Baker fu di nuovo assalita dai media.
“Molti scrittori tentarono di avvicinare mia madre per la stesura di un libro – ha ricordato Mona Rae Miracle, unica figlia della donna – non si fidava delle loro motivazioni e non poteva sapere se le ore avrebbe dedicato al progetto le avrebbero portato solo altro dolore”.
Fu anche per quello che Berniece Baker decise di scrivere da sola un memoir sulla sorella, My sister Marilyn: A Memoir of Marilyn Monroe, pubblicato nel 1994, in cui la donna ripercorreva il profondo legame che l’aveva unita alla celebre attrice, rivelandone un aspetto inedito.
Il libro fu scritto in realtà proprio da Mona Rae Miracle, che fu anche accusata da una parte di stampa di voler lanciare la propria carriera di scrittrice sfruttando la popolarità della zia.
Ma Berniece Baker è sempre stata molto chiara circa i motivi per cui ha affidato alla figlia la stesura del libro: era stufa di “leggere troppi resoconti della sua vita e su quella della famiglia così pieni di errori da rappresentare una donna che quasi non riconosco”.
La sorella maggiore di Marilyn, tenuta nascosta per gran parte degli anni di successo dell’attrice, è venuta a mancare nel 2014, all’età di 94 anni.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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