Wwoofing: come viaggiare per l'Italia e nel mondo di fattoria in fattoria
Il wwoofing è una pratica che esiste dal 1971: l'ecosostenibilità è uno stile di vita che va appreso e questo è uno dei modi per farlo.
Il wwoofing è una pratica che esiste dal 1971: l'ecosostenibilità è uno stile di vita che va appreso e questo è uno dei modi per farlo.
Il termine è un verbo anglofono che è stato coniato a partire dall’acronimo Wwoof, ovvero Worldwide Opportunities on Organic Farms (Opportunità nelle fattorie bio in giro per il mondo). Il sito internazionale di questa organizzazione è molto specifico in merito alle finalità di questa attività: si tratta infatti di un movimento culturale che mette in rete agricoltori biologici e turisti dell’ecosostenibilità. Questi gruppi di persone in rete mettono in atto uno scambio culturale ed educativo, in cui ci costruisce una comunità consapevole sull’agricoltura sostenibile, si comprende come l’uomo possa vivere in armonia con la natura, si conosce il cibo bio.
Molte persone infatti non si approcciano all’agricoltura biologica per ragioni di opportunità, così come ai cibi bio. Ma pensiamo un attimo cosa può comportare l’apprendimento di queste tecniche agricole e l’impatto che esse potrebbero avere, per esempio, sugli orti di comunità che stanno crescendo e si stanno sviluppando nelle nostre città. O anche mettendo in atto azioni di guerrilla gardening nelle aiuole cittadine, aiuole dei cui benefici in tanti potrebbero beneficiare. Riflettiamo sull’impatto salutistico che questo potrebbe avere nelle nostre vite, su come il nostro passaggio potrebbe influenzare poco (e in senso non negativo) il futuro della Terra.
La comunità del Wwoof è stata fondata nel 1971 nel Regno Unito come programma di scambio culturale, ma oggi è presente in oltre 130 Paesi. Ogni organizzazione opera tuttavia su base locale, anche se conta centinaia di migliaia di persone coinvolte in tutto il mondo.
Il primo passo è naturalmente decidere se si vuole affrontare questa avventura non di poco conto. Non è facile: il wwoofing richiede grande volontà e spirito di sacrificio, ma poi si viene ripagati e appagati, filosoficamente e letteralmente “di pancia” – nel senso che tutte queste bontà poi possono arrivare sulle nostre tavole e su quelle di altre persone. Non si tratta semplicemente di giardinaggio, si tratta di una presa di responsabilità su ciò che ognuno di noi può fare per il futuro di tutti.
Il secondo passo è collegarsi a uno dei siti, nazionali o internazionali, che si occupano di wwoofing e cercare la struttura che permette di alloggiare e imparare i misteri dell’agricoltura biologica attraverso un lavoro quotidiano in prima persona. Dopo aver scelto questa struttura, la si contatta secondo le modalità indicate sul sito e si dà inizio alla propria avventura, che consentirà di condividere con altre persone una quotidianità all’aperto, di conoscere come detto agricoltura e cibo biologico, di apprendere attraverso l’esperienza diretta e in maniera assolutamente economica (è tutto gratis).
Alcuni progetti non si occupano di agricoltura ma di altre attività ecosostenibili, come la produzione del compost, la cura degli animali, l’eco-edilizia e così via.
Se vi collegate al sito italiano del Wwoof, troverete un’ampia sezione dedicata alle strutture ospiti e scegliere quella che fa maggiormente al caso vostro in merito agli spazi (questa attività può essere espletata da singoli o da tutta la famiglia) e soprattutto in merito alle attività da svolgere. In ogni regione e in quasi ogni provincia ci sono delle strutture, quindi volendo gli spostamenti possono essere minimi da parte vostra.
A meno che non desideriate di spostarvi in altra regione. Ma lo sconsigliamo: tenete presente che l’agricoltura si basa sugli ecosistemi, e quindi è bene che apprendiate le tecniche relative alla vostra biodiversità locale, affinché i risultati siano ottimali.
Lo stesso vale per il recarsi all’estero a fare wwoofing. Le strutture sono presenti in diversi Paesi di Asia, America, Africa, Oceano Pacifico e Medio Oriente, ma soprattutto in Europa.
Ci sono però delle altre ragioni a favore del recarsi all’estero: conoscere pratiche agricole che altrimenti non riusciremmo mai ad apprendere e aiutare le popolazioni locali dei Paesi in via di sviluppo, alcuni dei quali inquinano tantissimo. In questo modo si raggiungeranno diverse finalità delle filosofie ecosostenibili. Ma ci dovrete andare in aereo: non dimenticate di compensare la CO2.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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