Turismo esperienziale: cosa è e dove fare un viaggio immersivo
Per vivere appieno un luogo, non c'è niente di meglio che immergervisi a totalmente. Come farlo (e dove) con il turismo esperienziale.
Per vivere appieno un luogo, non c'è niente di meglio che immergervisi a totalmente. Come farlo (e dove) con il turismo esperienziale.
Come si può facilmente dedurre dal nome, il turismo esperienziale è un tipo di viaggio che si concentra sulle esperienze. Immaginate di trascorrere una settimana sdraiati su una spiaggia o intorno a una piscina: ecco, è l’opposto – anche se ovviamente non c’è niente di sbagliato nel turismo “tradizionale”, di cui tutti abbiamo bisogno di tanto in tanto!
Il viaggio esperienziale è anche noto come turismo immersivo. Questo perché le persone che lo scelgono si immergono completamente in una particolare cultura o in un certo luogo, che si tratti di un posto specifico o di un paese.
I turisti esperienziali si concentrano sulle cose che rendono il posto quello che è: mangiare cibo locale, conoscere la storia di un luogo, parlare con le persone che ci vivono e così via.
Soprattutto dopo la pandemia, il desiderio non è solo tornare a viaggiare, ma ritrovare la sensazione di “fare davvero qualcosa”. Avventure ed esperienze immersive sono un’opportunità per creare ricordi e vivere appieno un viaggio o una vacanza.
Molte persone sentono di non aver avuto molte possibilità di vivere davvero negli ultimi due anni, quindi andare verso una nuova ed eccitante destinazione e provare nuove attività, incontrare nuove persone, assaggiare nuovi cibi è sinonimo di ripartenza e ritorno alla vita.
I benefici del turismo eperienziale, però, non si limitano al post-lockdown: immergersi in un luogo, nella sua cultura e nelle sue mille sfumature, gettandosi nelle attività che offre e conoscendone gli abitanti, è un modo per entrare davvero in contatto non solo con il paese o la città che si sta visitando, ma anche con noi stessi.
Fare turismo immersivo potrebbe aiutarci a imparare cose nuove – come qualche parola di una lingua, alcune nuove ricette o la storia di una cultura – e cambiare prospettiva, scoprendo come vivono davvero le altre persone e abbandonando pregiudizi e stereotipi.
Ultimo, ma per molti viaggiatori non ultimo, un viaggio immersivo è fatto di momenti unici, originali e, spesso, estremamente instagrammabili e ad alto potenziale virale!
E difficile inquadrare il “turismo esperienziale” all’interno di specifiche mete o destinazioni, perché comprende molti tipi diversi di turismo e vacanze. Un’esperienza immersiva potrebbe essere l’homestay, ovvero soggiornare in una famiglia, entrando in contatto con la popolazione e la cultura locali o fare un viaggio di volontariato.
Anche viaggiare in luoghi lontani dai sentieri battuti – come la Mongolia Interna o la Via della Seta cinese – o sperimentare l’undertourism può essere un ottimo modo per dedicarsi al turismo immersivo.
Scalare il Mount Batur di notte, attraversare l’India in treno o scoprire il centro di Shangai potrebbe essere turismo esperienziale ma potrebbe anche non esserlo. Qual è la differenza? Si tratta di entrare sotto la superficie. Come farlo? È questione di attitudine.
Ad esempio, piuttosto che dirigerti solo verso i ristoranti più popolari, prova a fare un tour gastronomico condotto da un abitante della zona o un corso di cucina. O, ancora meglio, prova a chiedere consiglio gente del posto. La parola d’ordine è sperimentare – e sperimentarsi – immergendosi pienamente nel luogo che ci circonda e tra le persone che lo abitano.
Insomma, ogni viaggio può essere immersivo, basta approcciarlo con lo spirito giusto. Se, però, volete provare il turismo esperienziale e avete bisogno di una mano, potete provare contattando Context Travel, una società specializzata in tour a piedi formata da una rete di studiosi e specialisti – l’80% delle guide ha un master o un dottorato di ricerca nel proprio ambito di studi – il cui scopo è invitare i viaggiatori fuori dai circuiti turistici e nella vita reale delle persone, nella storia e nella cultura delle città.
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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