La fine di una relazione non è la fine di tutto, anzi: cosa possiamo imparare
La fine di una relazione non è la fine del mondo: superare la rottura, anzi, ci aiuta a imparare molte cose su di noi e sui rapporti.
La fine di una relazione non è la fine del mondo: superare la rottura, anzi, ci aiuta a imparare molte cose su di noi e sui rapporti.
Dalla fine di un rapporto, anzi, si può imparare molto, soprattutto su come prendersi cura di noi stessi mettendo al centro le nostre emozioni e il nostro benessere. Ricordando sempre che avere fretta è inutile: guarire richiede tempo.
Siamo abituati a vivere la fine di una relazione come un’esperienza completamente negativa e, certamente, nella maggior parte dei casi lo è. Questo non significa che non sia anche un momento di transizione e catarsi in cui è possibile imparare moltissimo, non solo su noi stessi ma anche su cosa è veramente importante per noi, sia come individui che come parte di una relazione sentimentale.
La fine di una relazione potrebbe farci scoprire che siamo molto più forti e resilienti di quanto pensassimo e metterci in contatto con aspetti del nostro carattere o della nostra personalità che non conoscevamo o che avevamo imparato a nascondere, magari sacrificandosi proprio al benessere della relazione stessa.
Non solo: quando un amore finisce siamo in grado di riflettere su cosa non ha funzionato e utilizzare questa esperienza per iniziare a costruire nuovi confini in vista della relazione successiva. Cosa è fondamentale per noi? Su cosa siamo disposti a scendere a compromessi e cosa, invece, è assolutamente inammissibile in un partner o in un rapporto? Anche se doloroso, la fine di un amore è un momento estremamente fertile per trovare risposta a queste domande e iniziare a guardare avanti.
Ci sono molte difficoltà che si incontrano nel gettarsi alle spalle una storia passata e ricominciare ad amare. E sono diversi i passi falsi che si possono commettere dopo la fine di una relazione. Per questo bisogna stare attenti a evitare tutto ciò che impedisce di fare pace col passato e andare avanti. Ci sono, invece, diverse cose che possono aiutare a riprendere in mano la propria vita: vediamo come superare la fine di una storia.
Il percorso di guarigione passa attraverso l’impegno quotidiano. Importante è mettere la propria vita al centro, tenendosi occupati con qualcosa che faccia sentire utili e vivi, prendendosi cura di sé. La rinascita è possibile solo se si capisce che si può essere felici anche senza quella persona e che il fallimento della coppia non è un fallimento della singola persona.
In questi momenti, L’attività fisica è un toccasana: il corpo renderà anche il sistema nervoso predisposto a sentirsi meglio, senza cadere nell’angoscia.
L’esperta di relazioni Andrea Syrtash è autrice del libro He’s Just Not Your Type (And That’s a Good Thing): How to Find Love Where You Least Expect It. In queste pagine suggerisce di procedere, dopo la fine di una storia, con un elenco delle cinque cose che dovrebbe avere un potenziale partner e delle cinque che invece non saremmo disposte a tollerare. Una sorta di pro e contro, insomma, una lista che può aiutare a rendersi conto che la persona che avevamo accanto non era forse quella più affine e più giusta per noi.
Razionalizzare aiuta a prendere coscienza di chi avevamo accanto, nei suoi pregi certo, ma anche difetti, così da spingerci a cercare qualcuno più adatto con cui essere davvero felice. Questa idea nasce dall’esperienza della Syrtash fatta in anni e anni di incontri con pazienti che ogni volta finivano con l’accostarsi a persone per nulla affini: relazioni che immancabilmente erano destinate al fallimento.
Tutti cadiamo nell’errore di spiare i social nei nostri ex, scorrendo il profilo Facebook o guardando le foto su Instagram. Sotto questo aspetto il mondo virtuale è assolutamente deleterio e ostacola il processo di guarigione.
Uno studio pubblicato nel 2012 sulla rivista Cyberpsychology ha rivelato che questa pratica diminuisce la crescita personale dopo la rottura, aumenta il desiderio verso quella persona, rendendo meno propensi ad aprirsi a nuove persone e nuove conoscenze. Parallelamente accresce sentimenti negativi verso l’ex partner e angoscia verso se stessi. Il segreto è resistere a quell’impulso a ‘dare solo un’occhiata‘.
Parlare dei propri sentimenti e di come si sta vivendo il momento della rottura, con le persone care o uno specialista, può essere d’aiuto.
Una ricerca pubblicata nel 2015 sul Social Psychological and Personality Science ha evidenziato proprio questo: nei partecipanti allo studio che avevano dedicato molto tempo alla questione, analizzandola con qualcuno, sono stati rilevati minori livelli di angoscia, maggiore autoaffermazione, minore senso di solitudine e abbandono emotivo, propensione alla riorganizzazione del concetto di sé.
Come superare la fine di una storia? Dandosi tempo per far uscire quella persona non solo dalla nostra vita, ma anche dalla nostra testa.
Una curiosità: secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Positive Psychology e riportata dal Daily Mail, ci vogliono in media 11 settimane per riprendersi dalla fine di una relazione. Il lasso di tempo aumenta per i divorzi: servono almeno 18 mesi.
Affrontare la fine di una relazione è sempre difficile, ma rinascere dopo una relazione tossica può esserlo molto di più. Al dolore per la rottura, infatti, si accompagna spesso il senso di colpa per non aver saputo o potuto vedere quanto stava accadendo nella relazione.
Il primo e più importante passo per uscire da un rapporto tossico, quindi, è focalizzarsi su di sé, mettendo al centro il proprio benessere e evitando di incolparsi: non c’è niente da perdonare o da farsi perdonare, ricordando che va bene sentirsi tristi, delusi o arrabbiati.
Il processo di guarigione richiede tempo e, anche impiegando tutte le nostre energie, non è un percorso lineare, ma fatto di passi avanti, cedimenti e ostacoli da superare. Per questo, è fondamentale essere in contatto con le proprie emozioni e imparare a praticare la gentilezza verso se stessi, la chiave per ritrovare benessere e serenità.
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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