Ogni bambina dovrebbe conoscere la storia di Mae Jemison
Il 12 settembre del 1992 la prima astronauta afroamericana entrò in orbita su una navicella: ecco la sua storia, un esempio di grande tenacia e amore per la scienza
Il 12 settembre del 1992 la prima astronauta afroamericana entrò in orbita su una navicella: ecco la sua storia, un esempio di grande tenacia e amore per la scienza
Medico, ingegnere e astronauta della NASA, fin da piccola Mae Jemison ha puntato alle stelle. Nel 1992, quando è diventata la prima donna afroamericana a viaggiare nello spazio, ha dimostrato di aver sempre avuto ragione. Oggi scrive libri, ha una sua fondazione che si occupa di ricerca ed è persino apparsa in un episodio di Star Trek: The Next Generation.
Pluripremiata per il suo lavoro in orbita e sulla Terra, oggi Mae Jemison si occupa anche di diversi programmi didattici per i più giovani. Intervistata dal HuffPost, ha spiegato perché tutti, a partire dalle donne, dovrebbero avere più accesso al mondo della scienza.
Stiamo perdendo talenti e capacità per colpa della mancanza di inclusione. Quando la gente si chiede perché sia importante la diversità in un campo, tende a pensare che si tratti di una gentilezza. No, è una necessità. Così abbiamo soluzioni migliori.
In particolare, il suo lavoro si sta focalizzando sulle bambine, che hanno bisogno di essere incoraggiate a fare il grande salto, ma con l’aiuto degli adulti.
Non si tratta di costringerle a saltare gli ostacoli che vengono posti davanti a loro. Siamo noi adulti che dobbiamo eliminarli.
Nata il 17 ottobre del 1956 a Decatur, in Alabama, , Mae Jemison è la più piccola dei tre figli di una maestra e di un supervisore alla manutenzione, e fin da subito ha le idee chiare sulla sua vita: vuole diventare una scienziata. Cresce guardando le imprese della NASA alla televisione e pensa che sia ingiusto che non ci siano donne nel programma Apollo.
Ispirata dall’attrice afroamericana Nichelle Nichols, che impersonava il tenente Uhura in Star Trek, Mae Jemison decide di voler diventare astronauta. Studentessa brillante, completa in anticipo le superiori e viene ammessa alla prestigiosa Stanford University in California per studiare ingegneria chimica.
Unica studentessa afroamericana della sua classe, Mae Jemison sperimenta sulla sua pelle la discriminazione razziale. Grazie alla sua passione per la danza, approfondisce però gli studi sulla cultura africana e afroamericana, mettendo in scena una produzione chiamata Out of the Shadows (Fuori dall’ombra). Nel 1977 ottiene una doppia laurea, in ingegneria chimica e arte: subito dopo viene accettata alla Cornell Medical School per studiare medicina e ottiene il dottorato nel 1981.
Dopo il praticantato al Los Angeles County Medical Center, grazie alla sua conoscenza di russo, giapponese e swahili nel 1983 si unisce a Peace Corps e lavora per due anni come medico in Africa, occupandosi in particolar modo della ricerca sui vaccini. Quando nel 1983 Sally Ride diventa la prima donna americana ad andare nello spazio, Mae decide di proporsi alla NASA. Ci prova nel 1985, ma in quel momento non vengono accettate nuove persone per via dell’esplosione dello Space Shuttle Challenger nel 1986. Lei ci riprova nel 1987 ed è una delle 15 persone scelte tra 2.000 candidati. Inizia così a prepararsi al Kennedy Space Center in Florida.
Il 20 settembre del 1989 viene selezionata per far parte dell’equipaggio della STS-47. Il suo ruolo è quello di partecipare come ricercatrice in due esperimenti condotti sulle cellule ossee.
Il 12 settembre del 1992 Mae Jemison e altri sei astronauti partono per lo spazio a bordo dello shuttle Endeavor. Oltre alle ricerche che le sono state assegnate, realizza altri esperimenti sull’assenza di peso e sul mal di movimento su se stessa e sui colleghi. Per la sua esperienza tra le stelle, Mae Jemison ha portato con sé un poster di una compagnia di danza, piccoli oggetti artistici africani e la foto di Bessie Coleman, la prima donna afro-americana a pilotare un aeroplano.
Un anno dopo la missione, nel 1993, Mae Jemison decide di lasciare la NASA perché “interessata a come le scienze sociali interagiscono con le tecnologie”. Qualcuno la critica e dice che il suo addestramento sia stato uno spreco, non fosse stato per lo storico traguardo di mandare una donna afroamericana in orbita. Lei risponde dicendo:
Non mi sarebbe importato se 2.000 persone fossero andate nello spazio prima di me.
Dopo aver detto addio alla vita da astronauta, Mae Jemison ottiene una cattedra prima alla Cornell University e poi al Dartmouth College, dove insegna studi ambientali fino al 2002. Oltre a stimolare le nuove generazioni alla carriera scientifica, si batte anche per l’ambiente e in particolare per lo sviluppo di un’agricoltura più sostenibile ed efficiente.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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