Un durissimo articolo di denuncia firmato da Daniela Minerva sul sito de L’Espresso:

“Non se ne è accorto nessuno. Ma presto se ne accorgeranno i malati di cancro. In barba alla Costituzione, per la prima volta nel nostro Paese, le autorità sanitarie hanno deciso che ci sono malati di tumore ricchi che avranno accesso a due farmaci oncologici, e quelli poveri che dovranno fare senza”.

Il Pertzumab (Roche) e l’afibercept (Sanofi-Aventis) sono stati autorizzati dall’Agenzia italiana per il farmaco, il maggio scorso e quindi ammessi in farmacia, peccato però che sono a totale carico del malato, quindi se una persona colpita dal cancro vuole curarsi dovrà pagare il Roche 6.000 euro per le prime due somministrazioni e poi 3.000 ogni 21 giorni. Per quello Sanofi Aventis 4.000 euro ogni tre settimane. Solo i ricchi potranno guarire. 

“Perché le medicine sono sì registrate e ammesse alla vendita, ma non rimborsate dal Servizio sanitario nazionale. Non era mai successo per gli anticancro, salvavita. Perché se è vero che molti farmaci innovativi sono oggi disponibili in farmacia a pagamento (è la cosiddetta Fascia C), è anche vero che si è sempre trattato di prodotti non salvavita, per i quali, il più delle volte, esiste un’alternativa, ancorché meno potente o meno avanzata.” continua la Minerva.

Il tutto è stato fatto secondo la legge ma in questo caso, la legge è sbagliata e non uguale per tutti.

“È la legge con la quale l’ex ministro Renato Balduzzi, oggi deputato montiano, ha deciso, nel novembre del 2012, che i farmaci non ancora ammessi al rimborso del Ssn ma verificati come efficaci dalle autorità sanitarie potessero essere venduti in farmacia a chi ha i soldi per comprarseli”. Il fatto è decisamente grave.

“I farmaci innovativi arrivano nel nostro paese con grande ritardo: fino a due anni dall’approvazione europea. Diversi mesi trascorrono mentre l’Aifa rivede i dossier già esaminati e approvati dalle autorità europee e autorizza il farmaco anche nel nostro paese, ma altri mesi passano a definire prezzo e modalità di accesso al mercato. I tempi di questi iter si fanno sempre più lunghi anche perché si allungano i negoziati, con l’Aifa che offre prezzi che le aziende ritengono bassi.”

Quindi chi ha i soldi comprerà il farmaco godendo dei benefici terapeutici, chi non li ha morirà.

Mille, duemila, tremila passi indietro.

 

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