Willow Smith, la giovane "femmina nera nel XXI secolo" con le idee ben chiare
Ha solo 22 anni, un cognome importante, ma tanta voglia di emergere a modo suo: pacifista, femminista, Willow Smith vuole camminare da sola.
Ha solo 22 anni, un cognome importante, ma tanta voglia di emergere a modo suo: pacifista, femminista, Willow Smith vuole camminare da sola.
Willow Smith non ha mai avuto problemi a parlare di se stessa, aprendosi anche su temi decisamente intimi come la sessualità o le difficoltà di accettarsi. Lo ha fatto, ad esempio, nell’estate del 2022, pubblicando una foto di sé su uno scoglio per mandare un messaggio di self love rivolto a tutti e tutte.
Proprio come la madre, Jada Pinkett Smith, che ha parlato apertamente di quanto sia stato complicato accettare l’alopecia, anche la figlia minore di Will Smith ha trovato il coraggio di parlare di argomenti “scomodi”, come quando, nel 2019, ha ricordato i tempi in cui faceva dell’autolesionismo considerando il dolore “l’unica cosa che mi permetteva di vivere”, confessione fatta al Red Table Talk, la trasmissione condotta proprio dalla madre.
La stessa dove, anni dopo, Smith ha anche ammesso di essere poliamorosa:
Con il poliamore – ha detto – sento che il fondamento principale è la libertà di essere in grado di creare uno stile di relazione che funziona per te e non solo entrare nella monogamia perché questo è ciò che tutti intorno a te dicono che è la cosa giusta da fare.
Del resto, Willow Smith ha sempre usato la sua voce e la sua fama per esprimere le sue idee e la rivendicazione di un pensiero inclusivo, sincero e completamente libero dagli schemi.
Nonostante la giovane età, infatti, la ragazza continua ad avere le idee molto chiare: sa perfettamente cosa le interessa e per cosa valga la pena lottare e si considera una femminista contemporanea, una “femmina nera del XXI secolo” che non ha bisogno che qualcuno le indichi la strada, sa trovarla benissimo da sé, come ha chiarito nel corso di un’intervista a Refinery 29:
Sono una femmina nera nel XXI secolo. Il mio colore preferito non è il rosa, è il nero. Non sono ossessionata dal fatto di sposarmi o di avere figli. Le regole di genere mettono le persone in scatole e non consentono loro di realizzare veramente il loro pieno potenziale di essere umano.
Facile, verrebbe da dire, con due genitori come Jada Pinkett-Smith e Will Smith… E invece il bello sta proprio qui, sta esattamente nel fatto che Willow Smith, a differenza di molti altri “figli di papà” suoi coetanei o poco più, non è una bambolina viziata con genitori costantemente disposti ad assecondarne capricci e velleità del momento.
Probabilmente la ragazza si sarebbe fatta strada anche da sola, lavorando con le proprie mani, perché la grinta (quella sì, ereditata senza ombra di dubbio da mamma e papà), l’abnegazione, la passione per la vita e quella sana curiosità tipica dell’adolescenza, applicata però a temi di cui gran parte dei diciottenni si preoccupano poco o nulla, l’avrebbero senz’altro spinta a grandi cose.
Si sperimenta, Willow Smith, gioca con se stessa, e non solo dal punto di vista estetico, con un look e uno stile che definire “bizzarri” e personali non rende bene l’idea. Ha giocato con la sua immagine, e con ciò che voleva essere, praticamente da quando era bambina, cercando di comprendere quale veste le stesse meglio addosso, se quella di attrice, di cantante o di chissà cos’altro ancora. Del resto, i geni sono quelli, è innegabile, il set è stato praticamente la sua culla, il pubblico la sua “famiglia allargata”.
Eppure, di Willow Smith non possiamo dire che abbia avuto la strada spianata: certo, ha avuto una direzione, è stata indirizzata al mondo dello spettacolo praticamente da quando è venuta a mondo, nel 2000. Se si pensa che ha esordito in Io sono leggenda al fianco del padre che aveva appena sette anni, si capisce che il suo mondo sarebbe stato quello, ma crescendo si è scelta da sola il suo percorso, anche discostandosi da quello che invece accomuna il resto della famiglia.
Oggi è una giovane, anzi giovanissima donna fiera, del suo colore di pelle, del suo essere femminile, ma soprattutto del suo essere indipendente, determinata e libera; una donna che ha ammesso di essere bisessuale e di credere nel poliamore, ma che ha avuto anche dei momenti bui, che tuttavia ha voluto rendere noti, anche per aiutare altri a superarli o almeno ad affrontarli.
Giornalista, rockettara, animalista, book addicted, vivo il "qui e ora" come il Wing Chun mi insegna, scrivo da quando ho memoria, amo Barcellona e la Union Jack.
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