Finsta, perché i finti account sono diventati un trend tra gli adolescenti
Cosa sono, perché gli adolescenti li usano e come crearli: ecco tutto quello che c'è da sapere sui Finsta, gli account Instagram "segreti"
Cosa sono, perché gli adolescenti li usano e come crearli: ecco tutto quello che c'è da sapere sui Finsta, gli account Instagram "segreti"
In entrambi i casi, niente paura. Facciamo chiarezza una volta per tutte. Cosa sono, come si creano (e soprattutto, perché) i finti account “segreti” su Instagram.
“Finsta” è un termine gergale nato dalla contrazione di “falso” (fake) e “Insta” (abbreviazione di Instagram). Non è né una designazione ufficiale né un tipo di account offerto da Meta. Piuttosto, è un termine che molti utenti utilizzano per definire gli account secondari che creano per se stessi su Instagram, in cui la loro identità – e, quasi sempre, i contenuti pubblicati – sono condivisi solo con un piccolo gruppo di follower accuratamente scelto.
“Fake” non fa quindi riferimento al proprietario dell’account: dietro questi profili non ci sono bot, ma persone in carne ed ossa. Finsta si utilizza per distingue l’account privato e riservato a pochi da quello “ufficiale”.
Si ritiene che molte celebrità con account Instagram verificati ufficiali mantengano account privati paralleli (e segreti) per uso personale, ma il termine si è diffuso soprattutto in relazione ai profili privati degli utenti più giovani, che hanno un profilo-vetrina “reale” (detto talvolta “rinsta” da “real account”) condiviso pubblicamente (che i genitori possono controllare) e un Finsta condiviso solo con gli amici più stretti.
Secondo la definizione di Urban Dictionary, un Finsta è quindi
Un account Instagram spam in cui le persone pubblicano ciò che hanno troppa paura di pubblicare sull’account reale.
La creazione di un finsta è molto semplice: a livello tecnico, non c’è alcuna differenza rispetto alla creazione di un profilo Instagram tradizionale. Per crearlo basta andare nelle impostazioni del proprio profilo, selezionare “Aggiungi un altro account” e poi registrarsi.
Il nome utente non dovrà essere riconoscibile, così come l’immagine del profilo, che dovrà essere settato come privato così da poter accettare solo le richieste delle persone con cui si vogliono condividere questi contenuti “segreti”.
A usare i finsta sono principalmente i millennials e la GenZ, che costituiscono la maggior parte degli utenti di Instagram. Il motivo è molto semplice: mostrare il loro sé più autentico e meno artefatto e pubblicare contenuti più personali. Questo può includere parolacce, foto di bevute e feste, storie di esperienze imbarazzanti, ma anche temi più delicati come depressione e difficoltà personali, o anche un senso dell’umorismo apprezzato dagli amici più stretti ma non da tutta la platea che naviga sulla piattaforma.
Più spesso, come ha affermato una studentessa nello studio dedicato ai Finsta “Lasciatemi essere la mia versione più divertente”
[È] condividere la mia personalità interiore e pazza solo con i miei amici più cari; il mio Finsta è totalmente spensierato.
Oltre alla leggerezza e alla “spensieratezza”, però, dietro questi account potrebbero nascondersi anche altre necessità. Non solo sono una sorta di antidoto alla pressione che molti utenti di Instagram sentono a dover presentare un’immagine perfetta delle loro vite.
Sono anche un modo per esprimersi liberamente senza mettere repentaglio il rendimento scolastico, il proprio futuro o i rapporti con i genitori, o la vita professionale nel caso degli adulti che spesso hanno la sensazione di non poter impedire a colleghi, superiori o capi di seguire i loro profili ufficiali. In una certa misura, quindi, i Finsta risponderebbero a un desiderio di privacy di fronte alle ingerenze delle persone più o meno vicine.
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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