Perché abbiamo paura del futuro e come smettere di averne
In una certa misura, avere paura del futuro è normale. Ma cosa fare quando il pensiero di cosa potrebbe accadere diventa invalidante?
In una certa misura, avere paura del futuro è normale. Ma cosa fare quando il pensiero di cosa potrebbe accadere diventa invalidante?
Ma da cosa nasce? E come superarla?
«Abbiamo paura di quello che non conosciamo». Quante volte avete sentito dire questa frase? Se per molte fobie potrebbe non essere poi così vero – pensate a chi, ad esempio, ha paura dell’altezza o ai tripofobici – nel caso della paura del futuro è proprio così. Nella maggior parte dei casi, si teme il futuro perché non si conosce: a spaventarci, è il non sapere cosa ci aspetta.
Talvolta, questa paura domina la nostra vita quotidiana e il timore di ciò che potrebbe accadere nel prossimo futuro non ci consente più di avere una visione razionale. Questo può manifestarsi come paura dell’incertezza, dei cambiamenti, di compiere decisioni sbagliate o paura che possa realizzarsi “lo scenario peggiore”.
La paura del futuro è spesso il risultato di un atteggiamento negativo, che annulla i pensieri positivi e ci fa credere che tutto potrebbe andare storto. Un atteggiamento che, secondo uno studio secondo condotto dall‘Istituto Rheingold di Colonia è molto diffuso: circa due terzi degli adulti in Germania sono preoccupati per il futuro e fanno fatica a immaginarne uno degno di essere vissuto.
D’altro canto, però, si teme il futuro anche perché il presente intorno a noi ci spaventa: non solo i notiziari sono pieni di news catastrofiche, ma questi contenuti negativi sono quelli da cui facciamo più fatica a staccarci.
Il fenomeno del doomscrolling, che ci tiene incollati agli schermi dei nostri smartphone in un loop di cattive notizie, ci impedisce di interrompere il flusso di notizie ansiogene e deprimenti, che hanno un effetto negativo non solo sulla nostra percezione del presente, ma che proiettano la loro ombra lunga anche sul futuro.
Ci sono, infine, ragioni molto più concrete per avere paura del futuro, non soltanto del nostro ma di quello della società in cui viviamo o del pianeta nel suo insieme: minacce come la guerra nucleare o il cambiamento climatico ci fanno temere quello che ci aspetta, perché sappiamo che in molti casi (come per quanto riguarda gli effetti del global warming) non si tratta di ipotetici scenari apocalittici ma di rischi reali.
Per questo un numero sempre maggiore di persone soffre di eco-ansia: a causa della paura cronica del cataclisma ambientale, tre persone su quattro pensano che il futuro sia spaventoso.
Quando si parla di paura del futuro si intende quella che viene definita anche ansia anticipatoria, che descrive la paura e la preoccupazione per le cose brutte che potrebbero accadere. Può riguardare molti contesti diversi, ma comunemente si concentra su cose che non puoi prevedere o controllare.
Nella maggior parte dei casi le preoccupazioni per ciò che deve o potrebbe accadere sono normali, ma possono diventare segni di ansia anticipatoria se iniziano a influenzare la vita quotidiana, variando da un leggero nervosismo passeggero a un senso di terrore debilitante.
Tra i segnali, ci sono:
L’ansia anticipatoria, però, non è un tanto un disordine o un problema di salute mentale, quanto un sintomo di quello che potrebbe essere un disturbo d’ansia più generalizzato, che può avere a sua volta diverse cause che variano da individuo a individuo o disturbi come ansia sociale, sindrome da stress post traumatico, fobie specifiche o attacchi di panico.
Come è difficile smettere di temere l’ignoto, è difficile eliminare totalmente la paura del futuro. Quello che possiamo fare è cercare di controllarla, impedendole di invalidare la nostra vita quotidiana.
Il primo, fondamentale, passo è parlarne, esternando quello che proviamo, anche con uno specialista che potrà anche consigliarci i giusti esercizi di gestione dell’ansia.
Importantissimo è anche prendersi cura del corpo per mitigare le manifestazioni fisiche della paura del futuro: la connessione mente-corpo, infatti, è molto reale e il tuo benessere fisico può avere un impatto sul benessere emotivo. Il sonno, l’alimentazione e l’esercizio fisico sono tutti elementi che possono svolgere un ruolo importante nella gestione dei sintomi dell’ansia.
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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