Hai mai fatto o subito caspering, che non è il ghosting ma fa male uguale?
Tutti ormai conosciamo il ghosting, ma abbiamo meno familiarità con la sua versione "gentile": cosa è il caspering, come riconoscerlo e perché fa male.
Tutti ormai conosciamo il ghosting, ma abbiamo meno familiarità con la sua versione "gentile": cosa è il caspering, come riconoscerlo e perché fa male.
Se sicuramente avrete sentito parlare del ghosting, più difficilmente avrete incontrato il termine caspering, che ne è una variante amichevole. Invece di scomparire all’improvviso dalla vita qualcuno, chi adotta questo comportamento ha un atteggiamento ambivalente per giorni, o anche settimane, prima di trovare il coraggio di porre fine alla relazione.
Il termine caspering prende il nome dal personaggio immaginario del fantasma bambino, che in inglese viene chiamato anche “The Friendly Ghost”. Questo atteggiamento, infatti, altro non è che una versione più gentile del ghosting.
Come funzioni nella realtà lo ha spiegato bene Ashina Malhotra, che lo ha subito, all’Hinduistan Time
Ho conosciuto un ragazzo tramite un amico e abbiamo iniziato a chattare. Ci siamo incontrati una volta, ma poi ho continuato a mandargli messaggi e lui ha risposto in modo molto disinvolto, senza interesse ma è rimasto educato. Le risposte arrivavano molto tardi. Col senno di poi, penso che il fatto che non abbia mai condiviso con me il suo numero di WhatsApp fosse un indizio sufficiente… E ora lo so, è stato caspering.
Ormai ghosting è un termine comune e descrive un comportamento ben noto e osservato da tempo nel mondo delle relazioni: le persone che lo praticano, spariscono da un momento all’altro – come se fossero morte o non fossero mai esistite – interrompendo di netto la relazione e ogni contatto.
Invece di ignorare semplicemente i tuoi messaggi, un partner che fa caspering, invece, risponde ai messaggi in ritardo, magari 12 ore dopo, con una risposta vaga ma amichevole. Invece di non rispondere a un invito a uscire, fa capire di essere interessato pur non avendo alcuna intenzione di concretizzare l’appuntamento.
Il ghosting è un modo crudele per porre fine a una relazione e anche molto egocentrico. Presume che l’altra persona sia troppo troppo coinvolta o troppo debole per gestire la fine della frequentazione, quando solitamente chi lo fa non ha il coraggio di dire apertamente “basta”.
Il caspering, però, non è migliore. La fine di una relazione viene prolungata per giorni o addirittura settimane, in cui si fanno spazio confusione e messaggi contrastanti: questi non sono una gentilezza ma, piuttosto, una ricetta per l’angoscia mentale.
Un rapido messaggio – anche se imbarazzante – strappa il cerotto in una volta sola e consente a tutti di andare avanti con le proprie vite. Il caspering è solo un modo per sentirsi meglio con se stessi nascondendosi dietro la scusa che non si vuole ferire l’altra persona, anche se le causiamo più danni che benefici. È una parola carina per dire che una relazione – e la persona coinvolta – vengono trascinati perché si ha paura di essere il cattivo, magari proprio quello che fa ghosting.
Cercando di evitare di comportarsi male, però, si rende la vita molto più difficile per tutte le persone coinvolte. Per questo, non c’è niente di amichevole o gentile nel caspering.
Anche Gabi Conti ha subito caspering dall’ultima persona che ha frequentato. Come ha raccontato nell’articolo su HelloGiggles, How it feels to be “Caspered,” aka a victim of friendly ghosting, dopo qualche appuntamento andato molto bene,
Matt ha cancellato l’appuntamento un’ora prima che dovessimo giocare a freccette. Aveva anche iniziato a impiegare sempre più tempo per rispondermi, ammesso che mi avesse scritto. Dava la colpa al fatto di non essere al telefono, ma era sempre al telefono, aggiungendo spesso storie su Instagram o rispondendo ai messaggi di gruppo quando eravamo insieme.
Capire se si è vittime di caspering non è facile: il ghosting, in confronto, è doloroso ma immediatamente riconoscibile. Il fatto che i segnali siano contrastanti è quello che rende difficile riconoscerne subito la versione gentile. In generale, buoni indizi possono essere un atteggiamento evitante ma al contempo gentile, tempi molto lunghi per rispondere ai messaggi e risposte amichevoli ma vaghe, oltre al continuo procrastinare appuntamenti o incontri di persona.
Come il ghosting, è impossibile evitare del tutto il caspering. Quello che è possibile fare, quando ci si rende conto che la persona che stiamo frequentando sta ponendo fine alla relazione in modo gentile ma senza dircelo, è strappare noi il cerotto, affrontandola e dicendo apertamente che, se non ci sono i presupposti per continuare, è meglio andare ciascuno per la propria strada invece che continuare a logorare il rapporto per paura di ferire l’altra persona o, meglio, di ferire l’idea di “belle persone” che abbiamo di noi stessi.
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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