A chi non è mai capitato di comprare dei libri, uscire dalla libreria con il massimo della soddisfazione e della voglia di iniziare subito a leggere l’ultimo best seller del proprio autore preferito e di ritrovarsi dopo mesi con una pila di volumi acquistati con i più buoni propositi ma ancora mai letti? Sicuramente è successo a tanti. Bene, sappiate che in tanti, quindi, siete parte degli esponenti attivi dello Tsundoku, una pratica giapponese in cui si acquistano e accumulano libri che vengono impilati e risposti nelle librerie senza mai (o almeno per un bel po’) essere letti.

Una pratica, se così la vogliamo chiamare, che di fatto accomuna molti di noi. E non per chissà quale ragione particolare, ma semplicemente per la mancanza di tempo (o dimenticanza) per fare ciò che si ama o si desidera, fosse anche solo sedersi in un posto tranquillo e dedicarsi dei piacevoli momenti immersi nella lettura. Uno Tsundoku inconsapevole, quindi, non volontario, ma che comunque viene fatto da tantissime persone.

Ma cos’è davvero lo Tsundoku? Perché le persone comprano libri anche quando ne hanno già montagne da leggere e come si fa a sbloccare questa smania di acquisto inconcludente e ricominciare a leggere davvero?

Cosa significa Tsundoku?

Come detto, il termine tsundoku è un concetto di origine giapponese che indica l’atto fisico di acquistare libri e di lasciarli accumulare da qualche parte nella propria casa, librerie, tavolini, scaffali, ecc., ma senza leggerli. Un termine molto più “antico” di quanto si possa pensare, nato nell’Era Meiji (1868-1912). Questa parola, infatti, combina elementi di tsunde-oku, ovvero l’ammucchiare cose già pronte per un ipotetico dopo ma lasciandole dove sono state messe senza usarle, e la parola dokusho ovvero il leggere libri.

Un termine che sta diventando sempre più popolare nel nostro Paese poiché, l’atto di acquistare in modo compulsivo libri da leggere per poi non arrivare mai al dunque, è un’abitudine che, volenti o nolenti, è sempre più in crescita. E che, con l’avvento dei libri in formato digitale è cresciuta ancora di più. Ma perché accade? Cosa spinge le persone a spendere soldi per dei libri di cui poi non godrà?

Perché le persone acquistano libri senza leggerli?

Per prima cosa, quindi, è bene chiarire che alla base dell’acquisto dei libri, c’è sempre il desiderio di poterli leggere e, quindi, anche un amore per la lettura, sia che si tratti di libri cartacei che digitali. Nessuna forma di esibizionismo o di desiderio di far vedere che si è dei buoni lettori o persone acculturate, ma una personale soddisfazione nell’avere tra le mani un oggetto che si ama e che si vuole.

L’acquisto stesso, infatti, crea felicità e soddisfazione nel soggetto al punto tale che l’emozione provata in questa fase supera e compensa il senso di colpa del non leggere il libro che si è appena scelto di comprare. Un appagamento che arriva dall’attrazione provocata da una copertina ben fatta o da un titolo accattivante, e che sfocia nell’ottenere il possesso di quel libro, anche se si ha la consapevolezza (in alcuni casi) di non poterlo poi leggere per i più svariati motivi.

Mancanza di tempo, di voglia, perché ci si dimentica di avere quel volume, perché la lista dei libri non letti è talmente lunga che ci vorranno anni prima di arrivare ad aprire l’ultimo che si è acquistato, ecc.

Di fatto, quindi, chi “soffre” di tsundoku, non è affetto da nessuna patologia ma è semplicemente vittima della frenesia dei nostri tempi e dell’impossibilità di ritagliarsi del tempo per dedicarsi all’hobby della lettura, relegando i libri e meri oggetti di arredamento.

home

Tsundoku e bibliomania

Diverso, invece, è il caso di chi acquista in modo compulsivo i libri con lo scopo ben preciso di impilarli in casa senza aprirli mai, conservandoli come oggetti preziosi e di design da tutelare e non toccare. In questo caso, infatti, non si può parlare di tsundoku ma si tratta di un vero e proprio disturbo ossessivo compulsivo, che prende il nome di bibliomania.

Con questo nome si intende la consapevole intenzione di acquistare e collezionare libri senza leggerli al punto tale da esserne influenzati, anche a livello sociale. Esistono delle terapie per curare questa tendenza compulsiva all’acquisto e all’accumulo di materiale di lettura inutilizzato.

Come superarlo (e iniziare a leggere)

Ma come si fa a superare lo stallo generato dallo tsundoku? Beh, per alcuni la soluzione è quella di donare finalmente uno scopo ai libri acquistati, donandoli alle biblioteche o rivendendoli a chi li leggerà, così come c’è chi consiglia di evitare i libri cartacei in favore di quelli digitali, quanto meno per un risparmio di carta e inchiostro (e anche di denaro).

Ma queste non sono soluzioni reali, quanto più delle pezze da applicare a una mancanza più profonda, ovvero il tempo per leggere ciò che si è acquistato.

Di fatto, quindi, per superare il tsundoku, è bene agire sulla propria vita in modo da riuscire a ritagliarsi del tempo per sé. Per fare ciò che si ama, per staccare la spina dalla frenesia della quotidianità e per regalarsi dei momenti in cui coltivare la mente e lo spirito e in cui lasciare che la fantasia, troppo spesso costretta dalla realtà di ogni giorno, possa librarsi serena tra le pagine dei libro che acquisterete e che, finalmente, scegliere di leggere.

La discussione continua nel gruppo privato!
Seguici anche su Google News!