Dumb phone: perché sempre più giovanissimi vogliono 'telefoni stupidi'
Sempre più persone, in particolare i giovani, scelgono il dumb phone al posto dello smartphone: si tratta di un fenomeno che riguarda il non stare continuamente connessi.
Sempre più persone, in particolare i giovani, scelgono il dumb phone al posto dello smartphone: si tratta di un fenomeno che riguarda il non stare continuamente connessi.
In pratica, i vecchi telefoni cellulari stanno resistendo: vengono prodotti, vengono acquistati. E non sempre gli acquirenti sono persone dai 40 anni in su che potrebbero sentirne nostalgia o persone più anziane che non hanno voglia di accostarsi alle nuove tecnologie. Anzi, appunto, parliamo della Generazione Z.
I dumb phone, che vengono chiamati anche feature phone, sono il contrario degli smartphone, anche etimologicamente parlando. Uno smartphone è letteralmente un “telefono intelligente”, mentre un dumb phone sarebbe un telefono stupido. Che poi proprio stupido non è, nel senso che alcuni modelli possono permettere di ascoltare musica, contengono le mappe, permettono di prendere appunti e molto altro. E a volte questi modelli non sono neppure economici.
Fondamentalmente si tratta di telefoni che non sono connessi a Internet e quindi non possiedono app oltre alle funzioni di chiamata, sms, rubrica e poco altro. Niente WhatsApp quindi, niente browser per navigare su Internet, niente Google Maps (o altri prodotti Google), niente Facebook, Instagram, Twitter e Spotify, niente notizie online. Quando si parla per luoghi comuni si finisce per criticare l’iperconnessione della tecnologia contemporanea e i dumb phone la evitano, in altre parole.
Come detto, la differenza è semantica e pratica. Con uno smartphone si ha il mondo a portata di mano, si vive come se non ci fossero più confini di luogo e di tempo, mentre con un dumb phone ci si riappropria di spazio e tempo, si finisce per viaggiare in analogico. E quindi tornare a leggere i giornali di carta, se lo si desidera, a trovare le strade per conto proprio, a comunicare con le persone alla vecchia maniera, facendo una telefonata o al limite mandando un sms.
In un mondo in cui le emoji hanno soppiantato le emoticon, queste stanno tornando di moda quindi, in un certo senso. E la battuta secondo cui tra un milione di anni gli uomini e le donne di domani troveranno un Nokia 3310 risalente al 2000, fossile ma perfettamente funzionante, sembra quasi una prefigurazione di ciò che accadrà per davvero.
Scegliere un telefono cellulare vecchio tipo è una sorta di amarcord per coloro che c’erano, come testimonia il successo degli smartfold, ovvero gli smartphone che replicano le fattezze dei telefoni a conchiglia. Ma cosa accade per la Generazione Z, che raccoglie i nati tra il 1997 e il 2012, i primi esponenti avevano solo 10 anni quando uscì il primo iPhone?
Domusweb spiega il fenomeno usando espressioni come “il mito della disconnessione” e “il sogno di un mondo che i giovani non hanno sperimentato”. In pratica, è come se i ragazzi vedessero l’era pre-smartphone come una mitica età dell’oro e l’utilizzo dei dumb phone si affianca al recupero delle macchine fotografiche analogiche o delle vecchie Polaroid, o addirittura le macchine per scrivere. Perché tutti questi oggetti e il loro uso sono in fondo portatori di romanticismo.
Ma c’è dell’altro. Nell’epoca dell’iperconnessione sentiamo sempre più forte un bisogno di equilibrio tra virtuale e reale, la necessità di separare la vita reale (e privata) da tutto il resto, dall’essere costantemente noi stessi un prodotto mediatico. E riattivare i nostri sensi, avere la capacità di stare a un concerto per goderci la musica, spegnere il telefono al cinema o al teatro.
Tuttavia, sebbene molto romantico, il dumb phone può rivelarsi alla lunga scomodo. Per cui va bene utilizzarlo, ma neppure gli smartphone vanno demonizzati, o meglio dovremmo imparare a usarli con maggior giudizio. Del resto fare dei periodi di digital detox, quando è possibile, non fa male a nessuno.
I dumb phone si trovano in tutti i negozi di elettronica, ma possono essere acquistati anche online. Qui di seguito alcuni tra i modelli più amati: una selezione basata sulle medie delle recensioni di Amazon.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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