Spettro di Brocken: curiosità e leggende di un fenomeno 'magico' da fotografare
Un fenomeno naturale interessante che si traduce in un'illusione ottica è lo spettro di Brocken, ma si può osservare solo in particolari condizioni.
Un fenomeno naturale interessante che si traduce in un'illusione ottica è lo spettro di Brocken, ma si può osservare solo in particolari condizioni.
Sicuramente tra le domande più interessanti ci sono quelle relative alle illusioni ottiche, tra cui rientra indubitabilmente il cosiddetto spettro di Brocken.
Niente paura, non c’è bisogno di chiamare gli Acchiappafantasmi: qui lo spettro (un gioco di parole nel senso di “fantasma”) è solo figurato e in realtà si tratta solo di un’ombra. Lo spettro di Brocken è appunto un’illusione ottica che si verifica quando un osservatore o un’osservatrice si trova su una montagna e proietta un’ombra provocata dall’interazione della luce del Sole, quando questo è basso, contro le nuvole o contro la nebbia.
Ne risulta una sorta di aureola colorata, che cinge un’ombra più grande di quello che dovrebbe essere, le cui dimensioni dipendono dalla distanza tra chi osserva e l’ombra stessa.
Il nome del fenomeno viene non solo dal concetto di spettro/fantasma, ma anche da Brocken, che è una vetta dei monti Harz in Germania, uno dei luoghi in cui il fenomeno stesso si può ammirare: proprio su questi monti, come spiega MetOffice, il pastore e naturalista tedesco Johann Silberschlag, decise di dare questo nome al fenomeno, che poi venne successivamente usato, come vedremo, anche in opere letterarie.
Per poter ammirare lo spettro di Brocken, occorre che si verifichino determinate condizioni. In pratica il Sole deve essere a una specifica altezza rispetto alla vetta e alle nubi o alla nebbia, oltre che alle spalle di chi osserva.
A questo si aggiunge che l’alone con l’aureola colorata si ottiene dalla diffrazione della luce solare nelle gocce contenute nella nebbia o nelle nubi: ne risultano i colori dell’arcobaleno, perché fondamentalmente il processo fisico è molto simile a quello che accade dopo un temporale e le goccioline che restano nell’atmosfera interagiscono con la luce.
In più, dato che le nubi o la nebbia si spostano, sembra quasi che anche l’ombra stessa si muova.
Chi ama viaggiare, ama la natura e soprattutto fotografarla, è possibile che voglia visitare luoghi in cui poter osservare e, naturalmente, fotografare lo spettro di Brocken: che lo si faccia per fissare un ricordo personale o per guadagnare più follower su Instagram con uno scatto spettacolare non fa grande differenza, tanto più che questi scopi possono essere contestuali.
Ovviamente il posto “principe” in cui poter ammirare il fenomeno sono appunto i monti Harz, in cui l’illusione ottica è stata codificata empiricamente, ma attraverso una qualunque ricerca su Internet emerge che lo spettro di Brocken si può verificare in varie parti del mondo, a cominciare dall’Italia con i Monti Sibillini tra Marche e Umbria e il Monte Baldo che si trova a Trento e Verona, fino alle isole Baleari, alla Polonia e al Regno Unito dove nello Yorkshire, si trova il Burley Moor.
Come si legge su My Modern Met, la prima volta in cui gli spettri di Brocken – ancora senza nome – sono stati descritti è stata alla fine del XVIII secolo. Come accennato, vi è traccia nella letteratura, da Charles Dickens a Carl Jung fino a Lewis Carrol: se ne parla spesso come “un riflesso inquietante del proprio io tormentato”.
Una cosa buffa e bizzarra: c’è chi pensa che il fenomeno sia legato agli avvistamenti di yeti o bigfoot. Perché con lo spettro/fantasma di fronte ci si mette un po’ a capire che si tratta della propria ombra. Tanto che, come annota The Guardian, l’illusione ottica ha alimentato il folklore tedesco, portando alla nascita di una leggenda. Stando al mito, una mattina, un uomo stava passeggiando da solo su una montagna: quando vide un’enorme figura luminosa che pareva incombere su di lui, fu preso dal panico, e cadde dalla montagna, perendo inevitabilmente.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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