Comfort show: 7 serie tv effetto revival dal potere terapeutico, se non esageri
Sollievo, conforto e persino felicità: ecco perché i comfort show ci fanno sentire così bene (se non ne abusiamo).
Sollievo, conforto e persino felicità: ecco perché i comfort show ci fanno sentire così bene (se non ne abusiamo).
Il termine anglosassone “comfort show” si riferisce a quei programmi, generalmente le serie tv, a cui ci si rivolge nei momenti difficili per trovare conforto o semplicemente gioia. Sono quelli che ci fanno ridere ancora e ancora stesse battute, ci fanno calmare attraverso i personaggi che abbiamo imparato ad amare, ci calmano grazie al potere terapeutico della nostalgia.
Non importa quante volte li abbiamo visti, anzi proprio per questo sono in grado di farci sentire come a casa, coccolati e accolti.
Jessi Gold, psichiatra e responsabile del benessere del sistema dell’Università del Tennessee, ha spiegato a Wondermind che
non è così semplice come dire: “Oh, è qualcosa di felice che guardi quando sei triste”. Invece, “comfort” è una specie di sostituto di ciò che speri di ottenere dal tuo tempo davanti alla TV, e questo può differire molto da persona a persona. Forse desideri una fuga avvincente dal mondo che ti circonda o forse vuoi tirarti su di morale, calmarti o appoggiarti alla tua tristezza. Anche in questo caso, molto dipende dal gusto personale, dato che tutti troviamo cose diverse che distraggono, divertenti, deprimenti o altro.
Per questo, il tipo di show varia da persona a persona: per alcuni potrebbe essere uno talent di cucina, per altri potrebbe assumere la forma di una commedia romantica, di una sit-com o della loro serie crime preferita. Quello che accomuna i comfort show, indipendentemente dall’argomento, è che funzionano come veicoli per sfuggire alla realtà, donandoci un senso di calma e tranquillità nelle giornate o nei momenti della vita particolarmente stressanti o regalandoci momenti di vera e propria felicità innescando ricordi positivi a essi collegati.
Riguardare un programma che già conosciamo, ha spiegato Anna Goldfarb su Time, può farci bene perché non solo ci fa sentire più riposati, perché non dobbiamo prestare attenzione a ogni singolo dettaglio, ma evita di farci sentire delusi e ci fa sentire sicuri in momenti incerti, perché sappiamo cosa aspettarci. Inoltre, ci fa sentire parte di una comunità.
Un fattore che trasforma un programma in un comfort show è la nostalgia. Questo riguarda sia i programmi per l’infanzia che quelli guardati durante un periodo in cui hanno rappresentato una fonte di sollievo o di gioia e per questo possono essere automaticamente collegati a bei ricordi e a periodi di vita molto diversi.
La nostalgia è un sentimento profondo e, sebbene spesso associata a una sensazione di malinconia o tristezza per il passato, può in realtà svolgere un ruolo positivo nel nostro benessere emotivo. Rivivere momenti passati attraverso i ricordi può infondere calore e conforto nel presente, offrendo una rassicurazione emotiva.
La nostalgia può anche favorire la gratitudine, poiché ci porta a riflettere sulle esperienze positive che abbiamo vissuto e sulle persone, i momenti e i racconti che hanno influenzato le nostre vite in modo significativo.
Per questo, rivedere un programma che abbiamo amato nell’infanzia o che ci ha accompagnato in un momento di serenità (o che ci ha aiutato a superarne uno di difficoltà) ci aiuta a riconnetterci con quella sensazione, permettendoci di percepire il benessere che genera anche a distanza.
Il binge rewatch dei comfort show può sembrare innocuo, rilassante e totalmente positivo. In alcune circostanze, però, può diventare un’abitudine che comporta alcuni rischi per la salute mentale e il benessere emotivo.
Il binge rewatch, infatti, può diventare una forma di evasione dalla realtà e un meccanismo di coping poco salutare per affrontare lo stress e le sfide della vita quotidiana. Mentre ci immergiamo nei mondi dei nostri show preferiti, rischiamo di trascurare le responsabilità quotidiane e ritirarci sempre di più dal mondo esterno.
Inoltre, il binge rewatch può alimentare la dipendenza da televisione e da streaming, portandoci a dedicare sempre più tempo allo schermo e a trascurare le attività sociali, fisiche e ricreative che sono cruciali per il nostro benessere complessivo.
Non solo: la ripetizione continua degli stessi contenuti può portare alla diminuzione della soddisfazione e dell’efficacia del comfort show nel fornire sollievo e distrazione. Questo può rendere necessario guardare sempre più episodi per ottenere lo stesso livello di gratificazione emotiva.
Come il binge watching, anche rivedere continuamente un episodio dopo l’altro del nostro comfort show può contribuire a uno stile di vita sedentario e poco attivo, poiché tendiamo a trascorrere lunghe ore seduti davanti allo schermo senza muoverci. Questo può avere conseguenze negative sulla nostra salute fisica, portando a problemi come obesità, ridotta salute cardiaca e deterioramento della postura.
Come abbiamo visto, non esistono “i” comfort show, esistono dei programmi che rappresentano il programma-coccola di qualcuno in base ai suoi gusti, alle sue passioni e al momento in cui li ha visti.
Ci sono dei programmi, però, che sono spesso citati negli elenchi dei “migliori comfort show” sulla base dell’apprezzamento di gran parte del pubblico. Tra questi ci sono la serie tv “Una mamma per amica”, che racconta la storia di Lorelai e Rory Gilmore e il loro strettissimo rapporto, la versione americana di “The office”, le storie di Rachel, Ross, Joey, Chandler, Monica e Phoebe in “Friends”, ma anche le avventure dell’ammazzavampiri “Buffy”, la stravagante Jess e i suoi amici in “New Girl” e la bromance per eccellenza di “Scrubs”.
Tra i titoli più citati ci sono anche serie che potrebbero apparire inaspettate, come “I Soprano“, ma che rientrano invece a pieno titolo nella categoria proprio perché quello che rende una serie “comfort” non è il tipo di programma o la trama, ma quello che significa per chi la guarda (e la riguarda!).
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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