Bleisure travel, un po' business un po' leisure: come si combina lavoro e piacere
Viaggio di lavoro o di svago? Perché non entrambi? Ecco perché il trend del "bleisure travel" è sempre più popolare.
Viaggio di lavoro o di svago? Perché non entrambi? Ecco perché il trend del "bleisure travel" è sempre più popolare.
Nato dalla fusione tra “business” (lavoro) e leisure (piacere), il termine inglese “bleisure travel” indica la fusione di viaggi d’affari e di piacere.
Si tratta di una tendenza diventata più popolare nel corso degli anni, soprattutto tra le generazioni più giovani. Secondo la Global Business Traveller Association (GBTA), nel 2017 il 37% dei viaggiatori d’affari residenti in Nord America ha prolungato un viaggio di lavoro per svago.
Un altro sondaggio condotto da Hilton Hotel & Resorts ha rilevato che sette viaggiatori d’affari su 10 di età compresa tra i 25 e i 30 anni desiderano prolungare i viaggi di lavoro per fare delle mini vacanze.
Esistono sostanzialmente due tipi principali di viaggi bleisure: viaggi d’affari (individuali o di gruppo) che prevedono prima dell’inizio o dopo la fine del soggiorno un’estensione “vacanziera” e viaggi intrapresi con amici e familiari che si uniscono a un viaggio di lavoro.
Secondo Expedia Group, i viaggi più comuni che si trasformano in tempo libero sono viaggi per conferenze, seguiti da riunioni esterne e riunioni di vendita. Lo studio Profile of the American Bleisure Traveller ha rilevato che Il 71% dei viaggi d’affari dura da due a tre notti. Il 43% di tutti i viaggi d’affari sono anche viaggi di piacere, un dato che sale al 52% se si considerano solo i viaggi internazionali.
In generale, i viaggiatori bleisure hanno spesso modelli di acquisto compressi e complessi e sono influenzati da una varietà di fattori, tra cui il luogo del viaggio, le visite turistiche e le attività nella destinazione, e la vicinanza del viaggio al fine settimana. Questo tipo di viaggio è anche una buona opportunità per risparmiare sulle spese di viaggio: il 66% dei viaggiatori bleisure tende a spendere più soldi in attività ricreative a causa del denaro risparmiato sui viaggi.
L’esempio classico del bleisure travel è quello del viaggiatore d’affari che sta volando in un’altra città per partecipare a una riunione o a un evento e ne approfitta per visitare uno o due luoghi turistici mentre è lì, magari anticipando la partenza o (più spesso) posticipando il rientro di qualche giorno. Come abbiamo visto, talvolta amici e familiari si uniscono a un viaggio di lavoro già previsto.
In alcuni casi, però, ci sono policy aziendali che consentono di inserire soggiorni di piacere all’interno di trasferte lavorative o che prevedono retreat aziendali in cui vengono combinati fasi di lavoro e momenti di svago. Nel 2018, il 60% dei viaggi d’affari negli Stati Uniti prevedeva una sorta di componente leisure.
Una categoria a parte è quella dei liberi professionisti e la più ampia comunità dei “nomadi digitali”, persone che non sono professionalmente legate a un luogo, il che consente loro di essere più mobili ed esplorare nuovi posti tra un’attività lavorativa e l’altra.
Secondo un’analisi del profilo dei viaggiatori bleisure, questo tipo di viaggi è più comune tra i millennial di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Tra loro, dice un’altra analisi di Chase, ben il 78% avrebbe aggiunto del tempo personale a una trasferta di lavoro.
Il secondo gruppo più numeroso è quello dei quadri intermedi di età compresa tra 36 e 54 anni, con un reddito medio annuo vicino agli 80.000 dollari. Nella maggior parte dei casi provengono dal settore tecnologico e sono tipicamente uomini: questo potrebbe essere legato al fatto che gli uomini effettuano più viaggi legati al lavoro rispetto alle donne.
La ricerca Profile of the American Business Traveller che abbiamo già citato ha rilevato che i viaggiatori bleisure tendono ad essere persone che viaggiano frequentemente per lavoro (il 32% lo fa una o due volte al mese).
Il ‘bleisure’ è considerato anche un modo strategico per contribuire a realizzare un programma di viaggio più sostenibile: promuovendo soggiorni più lunghi, si riduce l’impronta di carbonio dei viaggiatori, poiché saranno tendenzialmente meno propensi a fare ulteriori viaggi per svago.
Ad essere contenute sono soprattutto le emissioni legate ai trasporti, che sono quelle solitamente più impattanti, come ha spiegato Bonnie Smith, General Manager di FCM South Africa:
i voli rappresentano circa il 90% delle emissioni dei viaggi d’affari. Quindi, se è comunque necessario volare per una riunione di lavoro o un evento, è possibile risparmiare due voli aggiuntivi prolungando il viaggio di lavoro. Una volta lì, anche i viaggiatori possono essere incoraggiati a fare scelte migliori, come soggiornare in hotel ecologici e viaggiare in autobus o in treno.
Curiosa, polemica, femminista. Leggo sempre, scrivo tanto, parlo troppo. Amo la storia, il potere delle parole, i Gender Studies, gli aerei e la pizza.
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