Cos'è il microfemminismo e perché può essere più di un trend su TikTok

L'espressione microfemminismo deriva dalla crasi delle parole "micro", "piccolo", e "femminismo", e si riferisce a quella serie di azioni, comportamenti e pratiche messi in atto quotidianamente e con il chiaro obiettivo di eradicare il patriarcato e le sue innumerevoli sfaccettature. Vediamo di che cosa si tratta e quali possono essere i suoi impatti sulle nostre esistenze.

I modi per combattere il patriarcato sono innumerevoli: manifestazioni in piazza, proposte di legge, dibattiti e associazioni, battaglie ideologiche nei diversi ambiti nel quale si manifesta e piccole azioni quotidiane, che, sul lungo termine, possono fare la differenza.

È il caso, quest’ultimo, del microfeminism, un movimento sempre più in voga sui social, in particolare su TikTok, ed emblema dell’urgenza di una moltitudine di donne sparse in tutto il mondo di contribuire in maniera concreta, tutti i giorni, alla lotta contro i retaggi del passato.

Di che cosa si tratta? Come si articolail microfemminismo? E perché è importante? Vediamolo insieme.

Che cos’è il microfemminismo?

L’espressione microfemminismo deriva dalla crasi delle parole “micro”, “piccolo”, e “femminismo”, e si riferisce a quella serie di azioni, comportamenti e pratiche messi in atto quotidianamente e con il chiaro obiettivo di eradicare il patriarcato e le sue innumerevoli sfaccettature.

L’obiettivo precipuo è, infatti, quello di porre in luce il sessismo e la prevaricazione che le donne subiscono regolarmente e agire al fine di promuovere l’uguaglianza e un cambiamento nel tessuto culturale e sociale di riferimento, mediante piccoli, ma significativi, interventi nella vita di tutti i giorni, per esempio:

  • contestare i commenti sessisti e favorire un atteggiamento più inclusivo ed equo;
  • il riconoscimento delle microaggressioni;
  • l’incentivazione dell’empowerment e dell’autonomia delle donne, mettendo in discussione le dinamiche di genere e favorendone di nuove;
  • la costruzione di comunità e reti di supporto, in grado di creare un fronte comune contro la discriminazione.

La nascita del trend su TikTok

A dare l’abbrivio a questo “trend” è stata la produttrice Ashley Chaney, la quale ha condiviso, lo scorso marzo, un breve video su TikTok in cui afferma che:

Quando invio una mail a un CEO, e devo mettere in copia eventuali assistenti per fissare un appuntamento, se l’assistente è donna inserisco sempre prima il suo indirizzo email e poi quello del CEO. È una delle mie forme preferite di microfeminism.

Il video è stato siglato con l’hashtag #microfeminism, e ha subito dato il via a una serie di contenuti simili, in cui diverse donne hanno iniziato a spiegare il loro personale microfemminismo quotidiano. Per esempio, in un altro video l’avvocata Katie Wood consiglia di dare sempre per scontato che in ruoli apicali vi siano delle donne, affinché l’idea possa cominciare a essere interiorizzata e normalizzata.

Un altro esempio degno di nota è, poi, quello della scrittrice e creator Karen Ricci, autrice della pagina Instagram Cara, sei maschilista!, che invita a:

Nominare le professioni al femminile, usare il femminile sovraesteso quando si parla davanti a un gruppo misto di persone, rivolgersi ai padri quando si è in una chat di genitori (invece che sempre alle madri), scegliere prioritariamente professioniste per realizzare i servizi necessari.

Secondo Ricci, inoltre:

Il microfemminismo, da solo, non sarà mai in grado di contrastare secoli di politiche sociali ed economiche patriarcali, perché serve un lavoro collettivo, ma dobbiamo partire della consapevolezza: praticare quotidianamente azioni femministe aiuta a spargere la voce, a diffondere l’idea che il femminismo non è un’ideologia campata per aria, ma una proposta tangibile di società equa, per tutte le persone.

Il microfemminismo può essere più di un trend?

Il microfemminismo, tuttavia, può e deve essere più di una semplice moda sui social, dal momento che educare le persone a compiere piccole azioni di lotta quotidiana ha la possibilità di rappresentare una modalità di ribellione e cambiamento dello status quo progressiva e duratura.

Le motivazioni per cui esso può costituire più di un trend passeggero sono le seguenti:

  • il microfemminismo può essere considerato alla stregua di una “evoluzione moderna” del femminismo, capace di rispondere alle nuove esigenze ed esperienze delle persone che ne afferiscono;
  • la sequela di azioni, seppur individuali, può avere un impatto sistemico sul contesto socio-culturale in cui si verificano, cumulandosi e conducendo a cambiamenti significativi e condivisi ad ampio raggio;
  • il microfemminismo coadiuva a diffondere consapevolezza, conoscenza e sensibilizzazione su tematiche di discriminazione di genere, agevolando modifiche strutturate all’interno della società e azioni consce;
  • agire in modo concreto per apportare dei cambiamenti tangibili crea, infine, una comunità articolata di individui che lottano per la medesima causa, capace di plasmare la società non solo sui social, ma anche sul posto di lavoro, al bar con gli amici o al supermercato.

Esempi e piccoli gesti virtuosi

Ma quali sono questi piccoli, grandi gesti significativi che possiamo mette in atto nella nostra vita di tutti i giorni? Vediamone qualcuno:

  • utilizzare un linguaggio il più possibile inclusivo e rispettoso (es. persona d’affari anziché uomo d’affari);
  • non alimentare, nei nostri discorsi, stereotipi e pregiudizi di genere (es. dirigente = uomo);
  • sensibilizzare le persone a noi vicine sui temi legati all’uguaglianza di genere;
  • rispondere, in modo costruttivo, alle microaggressioni e ai commenti sessisti, e sostenere chi ne è vittima attraverso il supporto e la solidarietà;
  • riconoscere i propri pregiudizi e lavorarci in maniera consapevole e autocritica;
  • offrire supporto alle colleghe meritevoli, promuovendone il lavoro, dentro e fuori dall’ufficio;
  • venire in aiuto delle donne, tutte le volte in cui vengono interrotte durante una riunione di lavoro;
  • regalare giocattoli “da femmina” a bambini maschi, e viceversa;
  • sostenere politiche aziendali che abbiano come focus l’uguaglianza di genere, la diversità e l’inclusività e la trasparenza salariale;
  • la condivisione dei lavori domestici e della cura dei propri figli, da non delegare sempre e soltanto alle donne di casa.

I vantaggi e i limiti del microfemminismo

Il microfemminismo può, senza dubbio, rappresentare uno strumento utilissimo alla lotta di genere e delle discriminazioni quotidiane. Tra i suoi vantaggi, infatti, troviamo:

  • l’accessibilità e l’applicabilità a un ampio pubblico;
  • la promozione di un’acuita consapevolezza e responsabilità;
  • il maggiore empowerment individuale;
  • il cambiamento graduale e strutturato;
  • creazione di comunità solidali e supportive;
  • trasversalità delle azioni promosse, condivisibili in tutti gli ambiti.

Tra le sue caratteristiche più svantaggiose, invece, si possono citare:

  • il rischio di superficialità, che potrebbe far percepire il microfemminismo come semplice trend;
  • la mancanza di coordinamento e coesione, causato dall’approccio fortemente individualista;
  • l’eventuale sottovalutazione di problemi più importanti, che richiederebbero interventi politici e collettivi su larga scala;
  • l’impatto limitato a livello sistemico, dal momento che le azioni personali non potrebbero essere in grado di attuare cambiamenti profondi e sfidare le strutture di potere sistemiche;
  • la possibile inefficacia dovuta a una scarsa attuazione del microfemminismo da parte di un ingente numero di persone;
  • lo scollamento tra tali azioni e quelle istituzionali, dato che l’impatto di esse è maggiormente misurabile a livello individuale, ma non, appunto, istituzionale.
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