Nel secondo decennio degli anni 2000 abbiamo assistito anche nell’Italia di provincia, quella dei piccoli comuni, al proliferare delle escape room, un divertimento intelligente e di gruppo che è stato accolto molto favorevolmente da persone di diverse età.

Si tratta di un tipo di divertimento a pagamento, che ha conquistato un discreto successo. Durerà? Difficile dire se sia una moda passeggera o questo passatempo è destinato a continuare a riscuotere consensi, ma il suo successo è innegabile.

Cosa sono le escape room?

Si tratta di una situazione che comprende diversi rompicapo: un gruppo di persone viene chiusa in una stanza in cui è simulato un ambiente (una casa stregata, il laboratorio di uno scienziato visionario, un manicomio abbandonato e così via, ma sostanzialmente di solito gran parte delle stanze ha uno sfondo horror), e queste persone, passando attraverso puzzle, indovinelli e giochi vari, che mescolano matematica, cultura generale e logica, devono riuscire a guadagnare l’uscita.

A volte nella stanza ci sono attori e attrici che hanno il compito di presentare i giochi mano a mano che vengono trovati, oppure che hanno una sorta di ruolo nella storia. La fuga è a tempo: c’è un limite di tempo massimo, così come c’è un limite di persone che possono partecipare alla singola esperienza.

Inoltre è possibile che ci sia un solo gruppo a sfidare se stesso sulla soluzione degli enigmi oppure si possa sfidare uno o più gruppi di persone che giocano parallelamente.

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Storia e origini

Escape room
Fonte: iStock

Gli antenati delle escape room erano dei programmi televisivi britannici degli anni ’80 e poi successivamente alcuni giochini online “punta e clicca”, nello specifico quelli che richiedevano una fuga dalla stanza.

La prima vera escape room è però data 2008: il suo creatore si chiama Takao Katoe e aveva una formula itinerante, dato che veniva ospitata in alcuni locali in Giappone. Dal Giappone, il passatempo si diffuse dapprima in Cina e poi negli Stati Uniti e quindi in Europa.

In Italia esistono dal 2014, la prima fu aperta a Firenze con il nome di AdventureRooms.

Le ragioni del loro successo

Si può tentare di capire perché le escape room abbiano tanto successo. Una probabile ragione sta ne fatto che permettono di mettersi alla prova, anche se almeno in coppia: la sequenza di enigmi da risolvere, quando vengono sciolti, accresce l’autostima e fa sì che le persone riscoprano capacità cognitive che nel tempo avevano dimenticato di avere.

Inoltre passatempi del genere permettono di allontanarsi dalla tecnologia così invadente della contemporaneità e riscoprire le capacità aggregative degli esseri umani.

Le tipologie di escape room

Escape room
Fonte: iStock

Vi abbiamo descritto prima quali sono le escape room più diffuse, ma in realtà altro non sono che un tipo di questi giochi disponibili.

Tutte le tipologie sono:

  • puzzle room. La stanza non ha una particolare scenografia, non c’è un tema, ma solo una sequenza di enigmi da sciogliere, senza apparenti legami tra loro;
  • thematic room. Questa è invece la stanza che vi descrivevamo, con un tema molto spesso horror e in cui possono essere addirittura presenti attori e attrici;
  • narrative room. In stanze così sono i giocatori stessi a recitare un ruolo, come per esempio una camera con delitto sul modello di 10 piccoli indiani;
  • hypernarrative room. Qui invece, nonostante la presenza di una scenografia e di una storia, gli enigmi sono slegati da essa e quindi ci si diverte su due piani, quello del gioco in sé ma anche quello del teatro nel teatro.

Le escape room in scatola

Dopo la nascita delle escape room fisiche, qualcuno ha ben pensato di “metterle in scatola”: in altre parole, creatori e creatrici di giochi da tavolo, hanno trasposto la logica di questo passatempo in giochi di società. Solitamente all’interno delle scatole ci sono buste sigillate con puzzle ed enigmi, mazzi di carte, clessidre per il tempo e così via.

Il primo di questi giochi era del 2015, Escape the Room: Mystery at the Stargazer’s Manor, ma subito è stato seguito da diversi altri omologhi.

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