Sindrome del bianconiglio, quella sensazione di dover correre sempre contro il tempo
Una vita di corsa, frenetica, fatta di impegni e obiettivi da raggiungere, una gara contro il tempo: l'uomo di oggi soffre di sindrome del Bianconiglio.
Una vita di corsa, frenetica, fatta di impegni e obiettivi da raggiungere, una gara contro il tempo: l'uomo di oggi soffre di sindrome del Bianconiglio.
L’uomo è riuscito a controllare il tempo, andando contro allo scorrere delle giornate, della luce e del buio, dell’estate e dell’inverno. Così facendo però è arrivato oggi a non poter farsi bastare più il tempo che lui stesso ha creato: 24 ore non sono più abbastanza, nel mondo attuale fatto di velocità, impegni e fretta.
E così ci si ritrova a non stargli più dietro, a soffrire della sindrome del Bianconiglio, sempre alla rincorsa di tempo in più. Vediamo di cosa si tratta e come comprenderla.
La sociologia e la psicologia prendono spunto dal romanzo Alice nel paese delle meraviglie per descrivere quella che viene definita come sindrome del Bianconiglio. Questo personaggio appare nel racconto sempre di fretta, corre osservando continuamente un orologio, come se lo aspettasse sempre un appuntamento per il quale è in ritardo.
L’uomo attuale ricorda molto il Bianconiglio, alle prese con una realtà frenetica, che cambia costantemente, nella quale in un attimo le abitudini e le competenze diventano obsolete.
Le persone oggi sentono di poter fare tutto ciò che desiderano nel loro futuro, di poter realizzare una vita completa e piena. Ma nel contempo, si rendono conto che la società intorno a loro si muove ancora più velocemente, e per rimanere al passo coi tempi e con gli altri servirebbe più tempo.
Come il Bianconiglio, l’essere umano contemporaneo si muove ad altissimi ritmi, seguendo una fitta tabella di marcia che si è autoimposto, cercando di star dietro agli altri e alle novità del mondo.
In realtà, non sa che anche gli altri sono nella sua stessa situazione, le persone che sembrano appagate e al passo con i tempi, in realtà sono di corsa e si sentono indietro allo stesso modo. Perché per un numero di obiettivi che hanno raggiunto, ne hanno altrettanti ancora a cui arrivare.
Chi soffre della sindrome del Bianconiglio non sa godere del presente, non sa prendersi le giuste pause, non sa apprezzare i momenti veri e genuini della vita e delle persone accanto a lui.
La sindrome del Bianconiglio si rifà al lavoro e alla ricerca del sociologo tedesco Hartmut Rosa che, nel suo saggio Accelerazione e Alienazione. Per una teoria critica del tempo nella tarda modernità, esprime in maniera chiara e preoccupante la situazione dell’uomo moderno, causata principalmente dai raggiungimenti tecnologici e sociali.
Il mondo moderno è in continua accelerazione, la ricerca tecnologica è stata improntata per secoli a farci risparmiare tempo, ed è arrivata oggi al massimo delle potenzialità.
La vita moderna è in costante accelerazione, e questo, secondo il sociologo tedesco Hartmut Rosa, sta portando sempre di più all’alienazione. Lo sviluppo tecnologico ha raggiunto i suoi massimi livelli, il mondo e la vita sono più veloci, eppure l’uomo occidentale sente, sempre di più, di non avere abbastanza tempo e sente di dover correre di più per raggiungere gli obiettivi.
Tutto, dalla produzione alla comunicazione e agli spostamenti, è diventato estremamente rapido e immediato, eppure, proprio questa velocità ha fatto perdere il controllo sul tempo. Se una volta infatti era il tempo a guidare le azioni e il lavoro dell’uomo, che rispettava i cicli delle giornate e dell’anno solare, oggi l’uomo ha voluto superare il tempo, accorciare le distanze e i tempi necessari umanamente per fare le cose. Questo ha comportato la perdita del controllo sul tempo, perché oggi si va troppo veloci per starci dietro.
I fattori principali che hanno causato la sindrome del Bianconiglio sono le aspettative sociali e la cultura occidentale basata sulla produttività. Oggi l’uomo non è più in grado di prendersi del tempo per non fare nulla, il cosiddetto Niksen, vive con la costante convinzione di dover raggiungere determinati obiettivi per essere socialmente e culturalmente accettabile.
E con la costante paura di non essere all’altezza, di perdersi troppe cose, soffre di FOMO, di non farcela, di non avere abbastanza tempo. Non lavorare, non avere appuntamenti sociali, non produrre contenuti, off e online, significa non avere importanza.
I social sono uno specchio della società e di come funziona, si sono adeguati sempre di più alla cultura della velocità e dell’immediatezza. Quelli oggi più utilizzati, specialmente dai più giovani, sono Instagram, dove le storie durano solo 24 ore, e se non fai in tempo a pubblicarla o a visualizzarla, l’hai persa. E TikTok, dove i video non durano mai più di un tot di minuti, dove i trend diventano virali in pochissimo tempo, ma altrettanto velocemente vengono superati.
Inoltre, i social mostrano a tutti in tutto il mondo la vita, almeno apparente, di persone che risultano più avanti. I social si rivolgono soprattutto a ragazzi che si trovano ancora a scuola, o che hanno finito gli studi e devono comprendere come vorrebbero portare avanti la propria vita, che è appena iniziata, ma già ha la pressione del fallimento e del tempo che scorre inesorabile.
Per questi ragazzi, essere bombardati da video e storie di coetanei che “ce l’hanno fatta”, che hanno già raggiunto tanti obiettivi, che hanno una vita piena, significa provare sempre di più la sensazione di non essere all’altezza, di rincorrere gli altri e essere in ritardo rispetto a dove dovrebbero essere in quel punto della propria vita. In realtà, gli obiettivi e i punti a cui si vuole arrivare a tutti i costi, sono costrutti della società e della cultura, che ci vuole tutti a vivere la stessa vita, anche se ognuno è diverso e potrebbe volere cose differenti.
La sindrome del Bianconiglio preoccupa la psicologia moderna, che vede sempre più persone affannarsi per riuscire a gestire i sintomi che la paura di non avere tempo causa. La sindrome si manifesta attraverso una serie di situazioni e comportamenti, che possono portare a effetti collaterali importanti come
Tutti questi sintomi fisici derivano dalle condizioni di estremo stress sotto cui poniamo il nostro organismo quando siamo presi dalla frenesia della vita quotidiana, senza fermarci a riposare. Vediamo quali sono le manifestazioni principali con cui si riconosce la sindrome del Bianconiglio.
Il primo importante segnale di sindrome da Bianconiglio è l’insorgenza dell’ansia, nelle sue diverse forme. L’ansia è dovuta alla percezione di non riuscire a concludere tutti gli obiettivi e gli impegni prefissati, ma anche alla produzione di adrenalina costante che una vita frenetica causa.
Lo stress inoltre è uno dei principali fattori che provocano forme di ansia e depressione. La mancanza di riposo infine è deleteria per il corpo e la mente. La stanchezza o problemi del sonno possono provocare l’insorgenza di ansia, attacchi di panico e depressione.
Avere perennemente il cervello impegnato in pensieri e cose da fare, sempre concentrato sul futuro, lo porta a non riuscire a memorizzare correttamente tutte le informazioni. Il multitasking è ormai, secondo diverse ricerche, considerato meno efficace e produttivo del single tasking. Il cervello ha bisogno di concentrarsi su poche cose alla volta per poterle gestire nel modo migliore, e per poter permettere all’organismo di funzionare correttamente, senza andare in sovraccarico di stress.
Per questo motivo, se il cervello è troppo impegnato a fare cose e a rincorrere il tempo che passa, si possono manifestare dimenticanze e lapsus. Dalle più innocue come sbagliare strada, scordare date significative, fino a cose più gravi come lasciare i fornelli accesi o dimenticare le chiavi di casa o appuntamenti importanti, anche con i propri famigliari.
La mente immagazzina le sensazioni delle situazioni in cui ci troviamo, ma per farlo necessita di tempo e concentrazione. Quando il cervello elabora troppo velocemente le informazioni circostanti, lo fa anche in modo superficiale. Ha bisogno di fare spazio per le nozioni che servono al lavoro, che trova sui social quando scrolliamo lo smartphone. Dati rapidi che focalizzano l’attenzione, togliendola a tutto il resto che ci circonda.
Di conseguenza, la sindrome del Bianconiglio toglie anche la percezione di tante sensazioni. Quando guidiamo pensiamo solo alla strada e al posto in cui dobbiamo essere, senza soffermarci su chi abbiamo di fianco, o alla musica alla radio, al paesaggio che percorriamo.
I pasti, che necessitano dei 5 sensi per essere goduti a pieno, diventano incolori, inodori e quasi insapori. Si perde la bellezza di gustare il presente, troppo focalizzati sul futuro e le cose da fare dopo.
La sindrome del Bianconiglio comporta, come abbiamo visto, diversi effetti negativi sull’organismo di una persona, ma è possibile imparare a gestirla, attraverso comportamenti efficaci. Il primo passo necessario è sempre riconoscere che il proprio corpo è in affanno, comprendere di aver bisogno di frenare per riprendere il giusto ritmo e riposarsi. Poi, assimilando queste buone abitudini, si può imparare a ritrovare l’equilibrio e ad affrontare meglio la frenesia quotidiana.
Uno dei trucchi più efficaci per gestire al meglio i tanti impegni, lavorativi e sociali, che riempiono la settimana, è quello di organizzarsi in anticipo, pianificando al meglio i giorni su un’agenda. In questo modo, non solo si evita di scordarsi qualcosa o arrivare in ritardo, ma anche gli impegni sembreranno più gestibili. La settimana fa meno paura, vedendola scritta giorno per giorno, suddividendo al meglio le scadenze e le cose da fare.
Nel pianificare gli impegni è importante anche scandire le priorità. Non tutti gli impegni, le scadenze e gli appuntamenti hanno la stessa importanza. Avere ben presente le proprie priorità, ciò che si considera più urgente, oppure prevalente rispetto agli altri, avrà la priorità, mentre le altre attività vengono successivamente. E così per tutto ciò che si ha da fare, si fa una scaletta in successione di cose da fare prima e dopo, in modo da avere più chiaro il programma giornaliero, e così da non tralasciare cose importanti.
Dare le priorità serve anche a comprendere quali impegni si possono rimandare o addirittura saltare. Per gestire la sindrome del Bianconiglio è importante imparare a dire di no, quando non c’è il tempo materiale, quando si ha bisogno di prendersi del tempo libero, fare attività che rendono felici o semplicemente di riposare. O quando ci sono impegni che si accavallano e, invece di farli entrambi in poco tempo, meglio sacrificarne uno.
Sul lavoro, ma anche nelle faccende quotidiane, è fondamentale sapere di non dover fare tutto da soli. È importante capire di non essere gli unici a saper e dover fare le cose, e imparare a delegare, farsi aiutare, trovare collaboratori con cui dividere la mole di lavoro. Farsi aiutare può anche voler dire condividere la propria esperienza con chi vive la stessa situazione. Sentire una prospettiva diversa, sentirsi compresi, può aiutare molto a superare i momenti di crisi e difficoltà.
Non si sottolinea mai abbastanza l’importanza vitale di prendersi del tempo per sé. La vita moderna può diventare ingestibile e complicata, ed è necessario capire che il proprio organismo, la mente e il corpo, hanno bisogno di tempo libero, nel quale fare cose che distraggono, rendono felici, fanno liberare le endorfine e gli ormoni in grado di contrastare lo stress.
Lo stress è protagonista assoluto nella vita di chi soffre della sindrome del Bianconiglio. Si può imparare a gestirlo attraverso la meditazione o tecniche di rilassamento. Queste ultime non sono uguali per tutti, bisogna comprendere innanzitutto la fonte principale di stress, e poi trovare il metodo migliore per rilassarsi ed evitare, almeno momentaneamente, questa fonte.
Amante della lettura, della musica e serie tv addicted, aspiro a diventare scrittrice di romanzi. Nel frattempo coltivo la mia passione scrivendo articoli su ciò che più mi piace: benessere, enogastronomia, cultura e attualità.
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