Bulimia e gravidanza

Secondo i dati forniti dall’IIS, la bulimia nervosa è più frequente dell’anoressia e a soffrirne è all’incirca il 5% della popolazione femminile.

Questo dato sembra dissolversi nel nulla nel momento in cui la donna rimane incinta. La gravidanza “guarisce” la bulimia oppure siamo di fronte a un muro fatto di silenzi e pregiudizi? Leggi ciò che ha scritto Serenis sulla Bulimia.

Bulimia nervosa in gravidanza: cosa dicono gli studi?

Una ricerca pubblicata sulla European Eating Disorders Review (A. Pasqua e colleghi, 2013) ha valutato un campione di donne nel primo trimestre di gravidanza, utilizzando una versione adattata della Eating Disorder Diagnostic Scale (EDDS).

Il 7,5% delle intervistate ha soddisfatto i criteri diagnostici per un disturbo alimentare, una percentuale simile, ad esempio, a quella delle donne che ricevono una diagnosi di diabete gestazionale (9%) ma i tassi di screening sono notevolmente diversi.
Qual è la verità nascosta dietro i dati?

La maggior parte delle donne incinte con disturbi alimentari non ne parla con il proprio medico. La conseguenza è che i DCA non diagnosticati e curati durante tutta la gravidanza, espongono madre e bambino a una serie di rischi e gravi complicazioni.

Perché è difficile parlare di bulimia in gravidanza?

Avere un bambino è un’avventura magnifica ma è anche uno dei momenti più stressanti nella vita di una donna che spesso si trova a dover fare i conti con un’aspettativa sociale che la vuole serena, tranquilla, felice. Le future mamme spesso hanno difficoltà nell’ammettere di sentirsi ansiose, tristi, agitate o depresse perché hanno paura di essere giudicate. Ed è proprio questo timore del pregiudizio e della colpa a impedire loro di parlare dei propri disturbi alimentari.

Perché si può soffrire di bulimia nervosa in gravidanza?

La gravidanza è un momento di grande vulnerabilità per tutte le donne ma in particolare per chi ha sofferto di disturbi alimentari: il rischio di recidive durante i nove mesi è davvero elevato a causa delle pressioni fisiche ed emotive di cui abbiamo parlato nel precedente paragrafo.

Lo stress e l’ansia legati alla gravidanza, al timore di non essere all’altezza del ruolo di genitore, o a preoccupazioni finanziarie e relazionali possono contribuire all’insorgenza o al peggioramento della bulimia nervosa.

A giocare un ruolo fondamentale sono anche i cambiamenti ormonali, problemi di autostima, perfezionismo, o difficoltà nelle relazioni interpersonali. Non dimentichiamo l’importanza del sostegno: le donne che non si sentono supportate possono utilizzare il cibo come un meccanismo di coping per gestire le emozioni.

Quali sono i danni al feto in caso di bulimia in gravidanza?

La bulimia nervosa durante la gravidanza può avere conseguenze gravi per la salute del feto. Tra le principali ricordiamo:

  • malnutrizione: le abbuffate seguite da vomito autoindotto possono impedire l’assorbimento adeguato dei nutrienti essenziali per lo sviluppo del piccolo e causare crescita fetale ridotta, ritardata o insufficiente (IUGR) e basso peso alla nascita.
  • rischio di parto prematuro: un parto prematuro può comportare una serie di complicazioni per il neonato, tra cui problemi respiratori, difficoltà di alimentazione e sviluppo incompleto degli organi. La bulimia, nel primo trimestre di gravidanza, aumenta il rischio di aborto spontaneo.
  • problemi alla placenta: la malnutrizione e i cambiamenti nei livelli ormonali possono influenzare la funzione della placenta, un organo deciduo vitale per il trasporto di ossigeno e nutrienti al feto.

Lo stress e l’ansia associati al disturbo alimentare possono influenzare l’ambiente in cui il feto si sviluppa. Uno stato emotivo instabile crea un ambiente prenatale non ottimale che può influenzare la qualità della vita del piccolo anche dopo la nascita.

Altri fattori di rischio

La bulimia in gravidanza espone la futura mamma a una serie di rischi importanti come:

  • irregolarità cardiache
  • problemi neurologici, endocrini e gastrointestinali
  • diabete gestazionale
  • disturbi d’ansia e depressione maggiore
  • complicazioni del parto
  • depressione post-partum

Cosa fare se durante la gravidanza si ripresenta la bulimia?

Sei una futura mamma che soffre di bulimia nervosa? Ricorda che non devi essere giudicata ma ascoltata, compresa e supportata, al di fuori di qualsiasi stigma sociale: sei un essere umano che ha il diritto di essere vulnerabile e che merita di ricevere le cure di cui ha bisogno per vivere una vita piena e appagante.

Da dove iniziare?
La prima cosa è parlarne e cercare il supporto dei propri familiari e soprattutto del proprio ginecologo. L’approccio terapeutico ai disturbi alimentari è multidisciplinare: sarai seguita da medici e ostetriche che valuteranno, nel corso dei nove mesi, la tua salute e quella del bambino, da un nutrizionista e da un professionista della salute mentale.

La psicoterapia, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), è il trattamento di prima linea per la bulimia in gravidanza.

La CBT ti aiuta a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati al cibo e all’immagine corporea. Il team di Serenis, con la psicoterapia online, può offrire uno spazio sicuro e non giudicante dove potrai capire le ragioni del tuo disagio e imparare le strategie più utili per gestire lo stress e l’ansia associati ai cambiamenti fisici della gravidanza.

Fonti:
EpiCentro. (n.d.-b). Anoressia e bulimia – EpiCentro – Istituto Superiore di Sanità. EpiCentro
Merlin, R. (1992). Understanding bulimia and its implications in pregnancy. Journal of Obstetric, Gynecologic, and Neonatal Nursing/JOGN Nursing, 21(3), 199–205.
Ekern, B. (2022, June 9). Pregnancy and bulimia: Concerns for the fetus. Eating Disorder Hope.

Articolo con contenuti sponsorizzati.

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