Sunshine guilt, quel senso di colpa per non aver sfruttato le giornate di sole

Dopo un inverno a sognare il sole e le attività all'aperto, ti ritrovi a non aver voglia di uscire in estate e questo ti provoca sensi di colpa? Potresti essere vittima di sunshine guilt.

Alcune persone non sopportano il caldo estivo, prediligono l’inverno e si sentono rinvigoriti dal freddo e spossati dal caldo. Molte altre persone, invece, trascorrono i mesi freddi sognando il sole e il calore, le vacanze estive, la possibilità di fare attività all’aperto senza la pioggia e il gelo.

Quando poi però l’estate arriva, con le sue infinite giornate di sole, si scatena il cosiddetto sunshine guilt: sentono di dover uscire e fare necessariamente qualcosa, per approfittare del tanto agognato sole, ma non ne hanno sempre voglia.

Vediamo meglio cosa si intende per sunshine guilt e da cosa deriva, oltre ad alcuni utili consigli per evitare il senso di colpa.

Cosa si intende per sunshine guilt?

L’espressione sunshine guilt è diventata virale dopo che la tiktoker Renee Reina l’ha utilizzata in un video girato in primavera. Con le prime giornate di sole dopo i mesi invernali, dice ai suoi follower di sentirsi in colpa e provare vergogna perché sa che dovrebbe uscire e approfittare della bellissima giornata, dopo essersi lamentata del freddo e della pioggia.

Ma che non ne ha realmente voglia, preferisce riposarsi e rilassarsi a casa.

In molti hanno commentato il video ritrovandosi nel suo stesso stato d’animo, contenti di poter dare un nome a ciò che provano l’estate quando sono convinti di dover per forza sfruttare il mondo esterno quando c’è bel tempo. Infatti questo senso di colpa esiste da molto più tempo, un misto di pentimento, rimpianto e senso di colpa che proviamo quando rimaniamo a casa invece di organizzare un’attività all’esterno o un’uscita in una bella giornata.

Sentiamo di sprecare una possibilità, che poi a un certo punto (quando torna l’inverno) non ci sarà più. La psicologia la definisce una sorta di FOMO stagionale. Il meccanismo psicologico è simile, è l’ansia di non star vivendo nel modo giusto, di perdersi le cose della vita, solo che il sunshine guilt si manifesta in relazione alla bella stagione.

Il senso di colpa è accentuato, così come la FOMO, dal vedere sui social tutti gli altri che sembrano fare qualcosa di bello ogni giorno dell’estate.

Le cause e le origini del fenomeno

Il sunshine guilt si manifesta soprattutto nelle stagioni calde e soleggiate, infatti prende il nome proprio dalla luce del sole. Ha origine dalla cultura e dalla società in cui si vive. Quella della produttività ad ogni costo, dove se non fai niente non sei nessuno perché fare equivale a essere. La società nella quale da decenni, forse anche di più, ci si sente rivolgere la frase: “dovresti uscire, che c’è bel tempo”. Quasi non fosse ammessa la possibilità di stare a casa quando fuori c’è il sole.

Non fare niente viene associato fin da piccoli al fallimento, a una perdita di tempo. La produttività viene prima di ogni cosa, sia nell’ambito scolastico, la produttività a lavoro, ma anche nella vita personale e quotidiana. Questa cultura riguarda più specificatamente la mentalità dell’occidente, che ci vuole tutte macchine di produzione.

Per questo il legame tra sunshine guilt e salute mentale è molto forte. Il sunshine guilt può portare, se non gestito correttamente, all’insorgenza di ansia e anche a forme di depressione. Lo stress di dover essere e mostrarsi sempre attivi e soddisfatti comporta un’enorme pressione psicologica.

Questa pressione è esacerbata dai social network, la causa principale del fenomeno negli ultimi decenni. Sulle piattaforme vediamo in continuazione altre persone fare cose, attività, visitare luoghi appena inizia la bella stagione e per tutta l’estate siamo bombardati da queste immagini. Tutto ciò rendere ancora più difficile gestire la sensazione di star perdendo un’occasione, di senso di colpa.

5 consigli per combatterla ed evitarla

Essere vittime di sunshine guilt può rappresentare un problema non indifferente, ed è importante sapere come riconoscerla e gestirla. Combattere ed evitare il senso di colpa quando c’è bel tempo non è semplice, ma seguendo questi 5 consigli utili ed efficaci si possono fare grandi passi avanti. Così da imparare a godersi a pieno la bella stagione, nel modo preferito, senza che diventi una fonte di ansia e preoccupazione.

1. Ascoltarsi

La prima cosa da fare quando si deve decidere cosa fare è imparare ad ascoltare realmente i propri bisogni. Di cosa abbiamo bisogno in questa giornata, cosa vogliamo fare davvero, non perché ce lo impongono le pressioni degli altri, né perché vogliamo accontentare qualcuno. Di cosa abbiamo voglia noi?

Ascoltarsi dentro, prendersi del tempo per capire se vogliamo uscire, se abbiamo un reale bisogno di stare all’aria aperta, o se invece necessitiamo di relax, di trascorrere un pomeriggio sul divano, anche se non è inverno.

Questo esercizio è utile anche nelle altre stagioni, perché se si trova un’attività che piace veramente, si possono sfruttare anche i mesi freddi con viaggi invernali, o attività low cost, e non si arriverà più all’estate con l’ansia di dover finalmente fare ciò che in inverno era proibito.

2. Consapevolezza social

I social sono attualmente la maggior causa di sunshine guilt, di conseguenza uno dei consigli più efficaci per non ricadere nel senso di colpa estivo è quello di mettere da parte lo smartphone. È anche vero che, se da una parte un po’ di digital detox sarebbe necessario per tutti in ogni aspetto della vita quotidiana, non è sempre facile né utile scollegarsi completamente per periodi lunghi. Più che evitare del tutto i social sarebbe meglio imparare a utilizzarli nella maniera più consapevole possibile.

Se si riesce a comprendere che il senso di colpa e la volontà di uscire derivano dalle pressioni esterne e dai social, si può riuscire a non farsi condizionare da ciò che si vede sui social. In modo da utilizzarli sicuramente meno, ma soprattutto consapevolmente.

3. Soleggiare la casa

Se si preferisce il fresco e le comodità della casa, rispetto alle uscite e al caldo estivo che c’è fuori, si può rendere la propria abitazione più soleggiata. Attraverso un arredamento più chiaro, che accolga la luce, o colorato. Oppure arredando con piante, vere o finte a seconda delle proprie esigenze.

La vegetazione aiuta a rendere la casa più solare, quasi come se si stesse all’aperto. Anche aprire le finestre, non stare al buio, può già servire a portare il buon umore del sole, senza però doverci stare a contatto diretto.

4. Trovare un equilibrio

Anche se è possibile vivere bene stando a casa tutta l’estate, il sunshine guilt deriva da un reale desiderio di godere della bella stagione. Se una persona non sopporta il caldo, non sente nemmeno la pressione di mostrare che esce di casa. L’importante in questi casi è trovare il giusto equilibrio.

Trovare un hobby, una passione, un’attività che ci piace, da fare all’esterno, in compagnia o da soli. In modo che quando sentiamo di voler uscire sappiamo già di andare a fare una cosa di cui abbiamo voglia. E quando invece scegliamo di rimanere a casa non sentiamo di aver perso un’occasione, perché possiamo fare quell’attività un altro giorno.

5. No alle pressioni

Come dicevamo, spesso sono le pressioni esterne a farci provare il sunshine guilt, che vengano dai social o dalla cultura in cui siamo cresciuti, o anche da familiari e amici. Seguendo i primi consigli di questo elenco si può arrivare a dire no alle pressioni, scegliere in autonomia cosa vogliamo fare o meno.

Imparare a dare priorità e a dire di no quando realmente non ci va di fare qualcosa serve anche a non sentirci in colpa quando scegliamo di stare a casa invece di uscire. Anche se fuori c’è il sole, anche se i nostri amici sono in piscina, anche se avremmo potuto andare al mare. Specialmente le persone che lavorano anche in estate, e non possono permettersi troppi momenti liberi.

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