Herstory, se la Storia fosse scritta dal punto di vista delle donne

Il termine "herstory" indica la scrittura e la narrazione della storia effettuate mediante la prospettiva delle donne, volta a sottolineare il ruolo di queste ultime e a porne in risalto gli apporti, in tutti gli ambiti. Vediamo che cosa sarebbe cambiato, quindi, se a raccontare la Storia ci fossero state loro: le donne.

Come sarebbe la storia se, a scriverla, ci fossero state le donne?

Sicuramente sarebbe ricolma di un numero molto più elevato di prospettive, idee, scoperte scientifiche, visioni del mondo, forme d’arte, riflessioni filosofiche, movimenti culturali e politici, narrazioni, lotte civili e molto, molto altro ancora.

Una congerie di elementi che potrebbe prendere il nome di Herstory, neologismo nato negli anni Settanta proprio per indicare la rivendicazione di leggere la storia dal punto di vista delle donne, delle quali la voce è stata troppo spesso silenziata, l’apporto negato e i contributi rifiutati.

Vediamo, allora, come cambierebbe la storia seguendo questo binario.

Herstory: origine del termine e significato

Il termine herstory indica la scrittura e la narrazione della storia effettuate mediante la prospettiva delle donne, volta a sottolineare il ruolo di queste ultime e a porne in risalto gli apporti, in tutti gli ambiti.

Nello specifico, si tratta di un gioco di parole che trae origine dall’alterazione del sostantivo inglese “history”, di cui sostituisce il pronome possessivo maschile “his” con quello femminile “her” (sebbene, si noti bene, l’etimologia non ha nulla a che vedere con esso, bensì con la parola latina “historia”, derivante, a sua volta, del greco “istoria”).

Il suo primo utilizzo è attestato, dall’Oxford English Dictionary, a Robin Morgan, che ne avrebbe usufruito per la prima volta in forma stampata nella sua antologia Sisterhood Is Powerful, pubblicata nel 1970. Il termine è, poi, stato largamente usato tra gli anni ’70 e ’80, periodo in cui le femministe della seconda ondata hanno iniziato a considerare la storia alla stregua di un’impresa intellettuale dominata dagli uomini, vedendo in una “herstory” un mezzo di compensazione.

Fino ad arrivare a Hridith Sudev, attivista sociale che ha lanciato il “The Herstory Movement”, ossia una piattaforma online per

celebrare grandi personaggi meno noti: donne, queer o altrimenti emarginati, che hanno contribuito a plasmare la moderna storia mondiale.

Donne e scienza: tra discriminazione e scoperte

Immaginare la storia nel modo in cui sarebbe stata narrata dal punto di vista delle donne significa porre l’accento su lotte, successi ed esperienze troppo spesso trascurati e sottovalutati. Mediante tale racconto, dunque, gli eventi storici sarebbero reinterpretati attraverso la vita e i contributi di donne influenti, artiste, attiviste, politiche, scienziate e donne comuni, analizzandone l’impatto sulla società in quanto protagoniste attive – e non più secondarie – della storia.

Per esempio, se pensiamo al mondo della scienza, senza dubbio il nostro sguardo sarebbe proiettato verso scoperte e innovazioni sminuite, dimenticate o, peggio, attribuite ai colleghi uomini, a causa della discriminazione, dei pregiudizi di genere e degli ostacoli posti all’accesso all’istruzione che hanno costellato l’esistenza delle donne che, nei secoli scorsi, volevano dedicarsi alle cosiddette discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica).

Maggiore risalto sarebbe dato, quindi, a donne che hanno lasciato un’impronta indelebile in ambito scientifico, come:

  • Marie Curie, la prima a vincere due Premi Nobel in due scienze diverse (Fisica e Chimica) grazie ai suoi lavori sulla radioattività;
  • Rosalind Franklin, la cui ricerca ha contribuito alla scoperta della struttura del DNA;
  • Ada Lovelace, considerata la prima donna programmatrice di computer;
  • Barbara McClintock, la quale ha vinto il Nobel per le sue ricerche sulla genetica.

Donne e cultura: tra pionierismo e invisibilità

Lo stesso discorso vale anche per l’ambito culturale, onnicomprensivo di arte, filosofia, letteratura, musica, cinema e di tutte le declinazioni che concernono questo settore. Sono innumerevoli le donne che hanno dato avvio a movimenti artistici, filosofie e visioni del mondo, correnti di pensiero, generi e stili, riflessioni rivoluzionarie e, in generale, hanno arricchito la comprensione non solo in relazione al proprio ambito di riferimento, ma anche della cultura e della storia collettiva.

Per quanto riguarda l’arte, possiamo citare, a titolo esemplificativo, personalità quali Artemisia Gentileschi, una delle prime pittrici barocche, e Sofonisba Anguissola, che ha guadagnato fama nel Rinascimento e ha tracciato la strada per le pittrici future.

E, ancora, Frida Kahlo e Georgia O’Keeffe, che hanno utilizzato la loro arte per esplorare l’identità, la sessualità e la cultura, creando opere iconiche e ancora influenti, oppure artiste contemporanee come Yayoi Kusama e Tracey Emin, che usufruiscono della propria opera per affrontare temi sociali e culturali, espandendo le definizioni di arte e femminilità.

In ambito filosofico, invece, sono essenziali figure che sono state marginalizzate nel corso dei secoli, tra cui:

  • Ipazia di Alessandria, che si distinse nel IV secolo per il suo lavoro incentrato su matematica, astronomia e filosofia neoplatonica;
  • Judith Butler e bell hooks, che hanno criticato le norme patriarcali e hanno esplorato il modo in cui le identità di genere influenzano l’esperienza umana;
  • Mary Wollstonecraft e Hannah Arendt, le quali hanno ragionato su temi delicati e “scomodi”, come l’emancipazione e i diritti delle donne e la “banalità del male”.

Ancora, per quanto concerne letteratura, musica e cinema, si stagliano donne che hanno contribuito alla creazione di nuovi generi e stili, apportando un punto di vista inedito e autentico:

  • prime tra tutte, Jane Austen, Virginia Woolf e Emily Dickinson, le cui opere affrontano temi di identità, società e femminilità, influenzando generazioni di lettrici e scrittrici;
  • Toni Morrison e Chimamanda Ngozi Adichie, che hanno esplorato questioni di razza, genere e cultura;
  • Margaret Atwood, Elena Ferrante e Zadie Smith, le quali offrono nuove prospettive e raccontano storie che riflettono le complessità del mondo contemporaneo.

O, ancora:

  • Clara Schumann e Fanny Mendelssohn, che hanno sfidato le norme del loro tempo e hanno avuto un impatto notevole nella musica classica;
  • Billie Holiday e Aretha Franklin, vere e proprie rivoluzionarie del jazz e del soul;
  • così come Joan Baez e Joni Mitchell, che hanno influenzato il folk degli anni ’60;
  • mentre Madonna e Beyoncé hanno ridefinito la musica pop contemporanea;
  • senza dimenticare Billie Eilish, Taylor Swift e Lizzo, cantautrici che affrontano temi di identità, autoaffermazione e giustizia sociale attraverso i loro brani, e si pongono come fonti di ispirazione notevoli.

Quanto al cinema, infine, abbiamo: Alice Guy-Blaché, che, nel 1896, si è annoverata come una delle prime registe della storia; Dorothy Arzner, che ha diretto alcuni film negli anni ’20 e ’30, aprendo la strada a future generazioni; e, infine, registe come Greta Gerwig, Ava DuVernay e Chloé Zhao, le quali stanno ridefinendo il panorama cinematografico attuale.

Donne e politica: tra attivismo e diritti civili

Ultimo, ma non per importanza, vi è poi il tema relativo alla politica, intrisa di lotte per i diritti civili, femminismo e attivismo sociale. Le battaglie delle donne, infatti, hanno contribuito a movimenti e riforme in tutto il mondo, facendosi promotrici di questioni legate all’uguaglianza di genere, ai diritti riproduttivi, alla giustizia sociale e alla sostenibilità.

Tra le voci più importanti non si possono non citare:

  • Rosa Parks e Malala Yousafzai, che hanno lottato per l’uguaglianza e il cambiamento all’interno della società;
  • le suffragette, decisive per il diritto di voto delle donne;
  • leader come Angela Merkel, Kamala Harris e Jacinda Ardern, le quali hanno dimostrato che le donne possono ricoprire ruoli di leadership a livello globale, influenzando le politiche e le decisioni nazionali;
  • e, nel complesso, tutte le attiviste e femministe intersezionali che lottano quotidianamente per abbattere le barriere e le diseguaglianze sistemiche, combattendo sessismo, razzismo, classismo e abilismo e creando reti di supporto per tutte le donne che si sentono emarginate, incomprese e invisibili.

Non siamo invisibili e, insieme, possiamo cambiare la Storia.

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