Chiedere sempre scusa non è educazione se è sorry syndrome

Con l'espressione informale "sorry syndrome" si indica il fenomeno psicologico per cui una persona chiede scusa in maniera inappropriata ed eccessiva, anche in condizioni in cui questo non è necessario o per situazioni di cui non si è direttamente responsabili. In che cosa consiste e perché colpisce soprattutto le donne? Scopriamolo insieme.

A volte, un’azione che, di primo acchito, può sembrare frutto di estrema educazione e gentilezza può rivelarsi, in realtà, spia di un disequilibrio interiore e di retaggi sociali e culturali. Chiedere sempre scusa può rientrare tra questi atteggiamenti.

Se ti ritrovi a inserire troppo spesso nelle tue frasi espressioni quali “Mi dispiace”, “Scusa”, “Chiedo perdono” e affini, forse potresti soffrire della cosiddetta “sorry syndrome”. Vediamo che cos’è, quali sono le sue caratteristiche e come si può limare (ed eliminare).

Perché ti trovi a chiedere sempre scusa?

Quanto spesso ti scusi? E perché senti l’esigenza di farlo? Chiedere sempre scusa può essere sintomo di una molteplicità di motivazioni diverse.

In generale, possiamo dire che, alla fonte, vi siano fattori psicologici, sociali e culturali, i quali ti spingono a dispiacerti in maniera eccessiva e, nella maggior parte dei casi, quando non ve ne è nemmeno bisogno.

Come si legge su HigherEchelon, alcuni segnali di questo esacerbato dispiacere – veicolato spesso in modo del tutto inconsapevole – possono essere i seguenti:

  • chiedi scusa per cose su cui non hai il minimo controllo (es. il meteo: “Come mi dispiace che piova!”);
  • chiedi scusa per le azioni di qualcun altro (es. “Scusa se mio fratello si è comportato così”);
  • chiedi scusa per le interazioni normali e quotidiane (es. quando, al cinema, passi davanti a qualcuno seduto nella tua stessa fila o fai alzare una persona seduta accanto a te per poter uscire);
  • chiedi scusa agli oggetti inanimati (es. se provi dispiacere per aver fatto cadere una forchetta appena lavata, e le chiedi “perdono”);
  • chiedi scusa quando ti esprimi con assertività (es. nell’eventualità in cui devi affermare qualcosa che non incontra il favore dei tuoi colleghi o del tuo capo, e temi la loro reazione).

Le ragioni psicologiche e sociali

Ma perché lo fai? Alla base, come accennato, possono esserci ragioni dissimili, che possono essere raggruppate in due categorie principali: quelle psicologiche e quelle sociali.

Per quanto concerne le prime, si possono annoverare:

  • la bassa autostima, per cui gli individui con una percezione alterata di sé possono sentirsi insicuri e incerti sul proprio valore umano, scusandosi più sovente per cercare (e ottenere) approvazione;
  • l’ansia sociale, la quale può condurre ad avvertire una paura profonda nei confronti dei giudizi altrui e a dispiacersi per ridurre al minimo le occasioni di tensione;
  • il perfezionismo, che, ponendo, in chi lo subisce, degli standard molto elevati, può individuare, nel chiedere scusa, l’espiazione di una colpa “illusoria”, derivante dal non aver raggiunto gli obiettivi prefissati.

A livello sociale, invece, si possono citare:

  • le norme culturali, le quali, soprattutto in determinati contesti socio-culturali, vedono nell’ostentazione di dispiacere un segno di umiltà e gentilezza, portando le persone a chiedere scusa anche quando non è appropriato farlo;
  • l’educazione e le abitudini familiari, che possono fungere da imprinting e condizionare il numero di volte in cui si chiede scusa, soprattutto se, in famiglia, si ricorre spesso a questo comportamento remissivo;
  • le peculiarità relazionali, ossia l’utilizzo delle scuse per il mantenimento dell’armonia e l’elusione di eventuali conflitti.

Che cos’è la sorry syndrome?

Quando ci si ritrova a chiedere scusa in modo sproporzionato rispetto a ciò per cui si è dispiaciuti, quindi, si può soffrire della cosiddetta “sorry syndrome”. La “sindrome del dispiacere” indica, infatti, un fenomeno psicologico per cui una persona chiede scusa in maniera smodata, anche in situazioni in cui questo non è necessario.

Le ragioni per cui si prova un dispiacere “non idoneo”, come abbiamo visto, possono essere innumerevoli, ma, come riporta sempre HigherEchelon:

Il linguaggio è importante. Quando usiamo troppo le scuse, indeboliamo la nostra comunicazione e sminuiamo noi stessi. Non solo le vere scuse suonano vuote quando ci scusiamo costantemente, ma creiamo anche un paesaggio interiore segnato da sentimenti che fanno percepire noi stessi come non degni di avere le nostre convinzioni, richieste e dichiarazioni generali che si reggono sul loro merito. Invece di chiedere scusa con superficialità, un buon modo per analizzare se le scuse sono necessarie o utili è chiedersi: “Devo chiedere perdono?”.

Dietro al chiedere sempre scusa, però, si può celare anche l’ansia. Come spiega l’autrice Kirsten Corley:

Sono sempre preoccupata di fare e dire la cosa giusta e chiedo scusa compulsivamente. L’ansia mi fa venir voglia di chiedere scusa per qualunque cosa: pensare troppo, parlare troppo, mandare troppi messaggi, provarci troppo, tenerci troppo, dimostrare di tenerci troppo, essere troppo aggressiva, se sono stata avvertita come troppo aggressiva. O, anche, chiedere scusa per il fatto di aver chiesto scusa.

Perché riguarda soprattutto le donne?

Questa tendenza a sentirsi costantemente dispiaciuti, tuttavia, ha un target specifico. Quale? Ovvio: le donne.

La “sorry syndrome” riguarda perlopiù queste ultime per una serie di ragioni che, anche in questo caso, si stagliano come culturali e sociali, ossia:

  • socializzazione di genere: fin da piccole, le donne sono educate a mostrarsi più educate e accomodanti rispetto agli uomini, e a rendere prioritarie le relazioni interpersonali, portandole a chiedere scusa più frequentemente al fine di non suscitare contrasti e mantenere l’armonia;
  • aspettative culturali: dai retaggi relativi al ruolo di genere, derivano, dunque, determinate aspettative, per cui alle donne si richiede di essere sempre gentili e collaborative, ricorrendo al perdono per esprimere compassione ed empatia;
  • bassa autostima: patriarcato e discriminazioni possono inficiare particolarmente il modo in cui una donna percepisce il proprio valore, motivo per cui chiedere scusa può essere un mezzo per affermare il proprio punto di vista quando le proprie opinioni vengono minimizzate o ignorate;
  • paura del giudizio: sempre a causa delle pressioni sopra elencate, le donne possono temere maggiormente il giudizio altrui, pertanto mostrare dispiacere può costituire un espediente per evitare potenziali critiche;
  • modelli di ruolo: determinate rappresentazioni della donna, soprattutto a livello mediale, possono contribuire a veicolare l’immagine di una persona sottomessa e priva di iniziativa, instillando l’idea che le scuse siano fondamentali per mantenere questo stato di soggiogamento e deferenza.

Chiedere scusa troppo spesso: rischi e conseguenze

Ma quali possono essere gli effetti del chiedere scusa troppo spesso? Senza dubbio, tra gli altri, vi è, in primo luogo, una minimizzazione del proprio valore, tale per cui si trasmette l’idea (reale o meno) che si abbia poca fiducia in se stessi o nelle proprie idee e opinioni espresse.

Con un notevole impatto sulla comunicazione: l’estremo dispiacere, infatti, indebolisce il proprio linguaggio e il messaggio che si intende veicolare agli altri, facendo apparire le persone che si scusano come insicure e indecise e influendo negativamente sulla reputazione personale e professionale (soprattutto in ambito lavorativo, con notevoli conseguenze per la percezione della leadership e dell’autorevolezza).

Questo, naturalmente, può condurre alcuni individui ad approfittare della tendenza a dispiacersi, fruita per manipolare e/o controllare coloro che sono vittime della “sorry syndrome” e irretirli i in dinamiche relazionali sbagliate e, spesso, tossiche.

Ancora, chiedere continuamente scusa può causare ansia e stress e, inoltre, può suscitare irritazione negli altri, i quali possono percepire tale comportamento come irritante o poco autentico.

Come imparare a chiedere scusa solo quando serve

Per evitare di incorrere nella “sindrome del dispiacere”, allora, è utile chiedersi perché si ricorre con frequenza alle scuse e a quali esigenze esse rispondono, indagando le cause psicologiche e le insicurezze e/o mancanze che ne sono alla base – e, se necessario, valutando anche l’idea di una psicoterapia approfondita.

In generale, però, prima di chiedere scusa, può essere funzionale porre in atto i seguenti suggerimenti:

  • riflettere prima di scusarsi e valutare la situazione, per capire se si è effettivamente commesso un errore o arrecato danno od offesa a qualcuno;
  • acuire la propria consapevolezza, in modo tale da riconoscere i pattern che conducono alla richiesta di perdono e intervenire sulle credenze e sui bias correlati;
  • usare le scuse in maniera mirata, ossia mostrare il proprio dispiacere solo quando è strettamente obbligatorio, affinché esso sia autentico, sincero e specifico;
  • praticare la gratitudine, gesto che consiste nel sostituire il chiedere scusa con la formulazione di apprezzamenti o attestati di stima nei confronti delle persone con cui si sta dialogando, concentrandosi, così, solo sugli aspetti positivi;
  • sviluppare la fiducia in se stessi, lavorando sulla propria autostima e sicurezza.
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