Avete mai sentito un desiderio irrefrenabile di viaggiare verso luoghi lontani, anche se non sapete esattamente dove? Questo sentimento è descritto dalla parola tedesca “Fernweh”.

Ecco cosa significa e perché non deve essere confuso con “Wanderlust”.

Cosa significa Fernweh?

Fernweh è una parola tedesca che si traduce letteralmente in “nostalgia della lontananza“. Deriva da “fern” (lontano) e “weh” (dolore), e rappresenta un forte desiderio di essere in altri luoghi, soprattutto quelli lontani e sconosciuti. È l’opposto di “Heimweh” (nostalgia di casa).

Il Fernweh non è solo un desiderio superficiale di cambiare aria; è una chiamata profonda che molti e molte sentono e che li spinge a scoprire nuove culture, paesaggi e esperienze. Questo termine cattura perfettamente l’essenza di quel desiderio irrefrenabile di esplorare l’ignoto, rendendolo una parte fondamentale del linguaggio moderno dei viaggiatori.

Il luogo di cui si ha nostalgia non è sempre un luogo tangibile: a volte è un posto in cui non siamo mai stati, e in questo caso il termine descrive quel tipo di sensazione che ci attanaglia mentre sfogliamo le guide di viaggio o i feed di Instagram.

A volte, potrebbe anche descrivere una sensazione di desiderio per un posto che non esiste affatto, che si tratti della Terra di Mezzo, di Hogwarts, dei Sette Regni o di una galassia lontana, lontana.

Fernweh e Wanderlust: qual è la differenza?

Sebbene Fernweh e Wanderlust siano spesso usati in modo intercambiabile, ci sono delle sottili differenze. Wanderlust implica un desiderio generale di viaggiare ed essere in movimento, mentre Fernweh si riferisce a un desiderio di essere da un’altra parte ed esplorare luoghi e culture lontane.

Wanderlust, inoltre, ha una connotazione più positiva e gioiosa, mentre Fernweh ha una connotazione più nostalgica e malinconica.

Il termine Wanderlust è diventato popolare durante il Romanticismo per rappresentare la voglia di esplorare a piedi – soprattutto “perdersi” nelle foreste – e ha acquisito importanza attraverso le opere di autori romantici, che lo hanno utilizzato nelle loro poesie e canzoni e in molti dipinti dell’epoca.

La maggior parte delle fonti fa invece risalire la parola Fernweh al principe Hermann Ludwig Heinrich von Pückler-Muskau, che nel corso del XIX secolo pubblicò numerosi volumi sulle sue avventure in Europa e Nord Africa. Nel 1835 scrisse di non aver mai sofferto di nostalgia di casa, ma di essere stato invece molto afflitto dalla sua condizione opposta, definendola appunto “Fernweh”.

Questo termine apparve per la prima volta in inglese nel 1902, in un libro intitolato The Basis of Social Relation, in cui l’autore Daniel Garrison Brinton descrisse questa sensazione come un profondo desiderio di viaggiare, o una “irritante irrequietezza“.

Sebbene Wanderlust sia rimasta a lungo la parola più diffusa – e anche oggi sia la più conosciuta – verso la fine del XX secolo Fernweh cominciò a diventare più popolare, soprattutto grazie alle campagne pubblicitarie di alcune agenzie di viaggio tedesche.

Il rapporto tra viaggio e benessere mentale

Viaggiare può avere un impatto significativo sul benessere mentale. Esplorare nuovi luoghi può ridurre lo stress, migliorare l’umore e aumentare la creatività.

Inoltre, viaggiare può aiutare a sviluppare una prospettiva più ampia e una maggiore comprensione culturale. Gli esperti concordano che viaggiare può essere una forma efficace di terapia, in grado di rafforzare la resilienza emotiva e promuovere la crescita personale.

Secondo la literary review Health and Wellness Benefits of Travel Experiences, che ha analizzato 44 database online e quasi 300 articoli,

i risultati hanno rivelato che gli effetti positivi delle esperienze di viaggio sulla salute e sul benessere percepiti sono stati dimostrati da numerosi studi. È stato riscontrato che questi benefici diminuiscono gradualmente dopo una vacanza.

Come soddisfare (e non combattere) il Fernweh

Invece di combattere il Fernweh, è importante imparare a gestirlo e a usarlo come fonte di ispirazione. Ma come farlo quando non è possibile mollare tutto e partire per luoghi lontani?

Una strategia è quella di pianificare viaggi futuri: anche se non è possibile viaggiare immediatamente, individuare la prossima meta (e iniziare a organizzare la partenza, se possibile) può aiutare a controllare la nostalgia della lontananza.

Anche esplorare nuovi luoghi vicino a casa o praticare del trekking urbano può soddisfare parzialmente il desiderio di viaggiare, così come leggere e guardare documentari, che permettono di scoprire nuove culture e paesi senza muoversi dal divano.

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