Cosa sono i lavori fantasma: come riconoscerli per evitarli

I lavori fantasma, o "ghost jobs", sono offerte di lavoro fittizie o inesistenti, pubblicizzate sui siti internet o sui social. I motivi per cui il posto di lavoro non è reale possono essere molteplici, ma sono tutti accomunati dalla strenua volontà di non assumere nessun nuovo candidato, o assumerlo per un compito diverso da quello descritto. Scopriamo di che cosa si tratta nel dettaglio e come possono essere smascherati.

Il mercato del lavoro è terrificante: tra stipendi bassi(ssimi), orari improponibili, smart working che durano 12 ore e capi che valicano la sfera privata, trovare una soluzione professionale che dia serenità è un’impresa sempre più ardua.

Se a questo, poi, si aggiungono anche i cosiddetti “lavori fantasma”, il discorso si complica e arricchisce di nuovi ostacoli, e avere fiducia diventa sempre più difficile.

Vediamo di che cosa si tratta, come scovarli e che cosa poter fare per evitarli.

Che cosa si intende per lavori fantasma?

I lavori fantasma, o “ghost jobs”, sono offerte di lavoro fittizie o inesistenti, pubblicizzate sui siti internet o sui social. I motivi per cui il posto di lavoro non è reale possono essere molteplici, ma sono tutti accomunati dalla strenua volontà di non assumere nessun nuovo candidato, o assumerlo per un compito diverso da quello descritto.

In genere, infatti, ci si trova di fronte a un lavoro fantasma per motivi aziendali (come il voler dare l’impressione di una crescita interna, il raccogliere candidature per posizioni future o svolgere analisi di mercato), per l’esigenza di occupare ruoli che nessuno vuole ricoprire (per esempio, nel caso di lavori inutili, superflui o privi di riconoscimento) e/o per mascherare contesti illegali e truffaldini, mediante posizioni illusorie.

A farlo, però, non sono in pochi. Anzi. Come emerge da uno studio condotto da Resume Builder, si stima che un enorme 40% delle aziende abbia pubblicato un annuncio di lavoro falso nel corso del 2024. E, aspetto ancora più grave, l’85% delle aziende che hanno contattato i candidati in merito ai loro falsi lavori affermano di averli anche colloquiati in modo falso.

Perché vengono pubblicati annunci di questo tipo?

Come accennato, le ragioni per cui vengono pubblicati annunci di lavori fantasma senza la reale esigenza di assumere possono essere numerosissime e di natura sia legittima, sia poco trasparente. Tra quelle più diffuse, vi sono senza dubbio:

  • fornire un’immagine positiva dell’azienda: pubblicare offerte di lavoro può veicolare un’impressione di crescita aziendale, attirando anche potenziali investitori, clienti e nuovi talenti;
  • attrarre nuovi candidati: i ghost jobs contribuiscono anche ad arricchire il database, raccogliendo candidati per possibili posizioni future;
  • soddisfare obblighi interni o normativi: spesso accade che alcune realtà – in particolar modo, le pubbliche amministrazioni – debbano dimostrare di aver cercato risorse esterne, quando, in realtà, la scelta è già stata compiuta internamente;
  • svolgere analisi di mercato: gli annunci falsi possono essere utili anche per capire quante persone interessate all’azienda vi siano e quanto sia effettivamente attrattivo il brand, misurando il grado di attenzione a quest’ultimo e, in generale, le competenze e le qualifiche dei candidati;
  • perfezionare i processi di reclutamento: i lavori fantasma, inoltre, possono risultare funzionali al perfezionamento dei propri processi decisionali e dei propri criteri di recruiting;
  • raccogliere dati: le informazioni personali sono, in caso di assenza di eticità e contesti illeciti, una fonte preziosissima, soprattutto per ricerche di mercato, marketing non richiesto e truffe;
  • errori organizzativi aziendali: spesso, gli annunci di lavoro sono pubblicati per mancanza di comunicazione o coordinamento tra i vari reparti aziendali, oppure risultano superflui subito dopo la pubblicazione – per sopraggiunta assenza di necessità di nuovi collaboratori o affini;
  • aumentare la produttività dei propri dipendenti: mostrare di aprire posizioni per nuovi candidati può rappresentare un incentivo per le risorse interne a lavorare di più, e a una paga spesso più bassa.

I rischi e le conseguenze

Come si può facilmente intuire, i lavori fantasma recano con sé una serie non irrisoria di rischi e conseguenze deleterie. Vediamo quali sono i principali, per quanto concerne i candidati e, in seguito, le aziende.

Dal punto di vista dei primi, seguire l’iter che conduce a una candidatura e a un possibile colloquio in caso di ghost jobs si rivela un’ingente perdita di tempo, energie e focus, dispersi nel personalizzare il curriculum, scrivere la lettera di presentazione e prepararsi al confronto diretto.

Un’esperienza che, soprattutto per chi cerca lavoro da molto tempo, può rivelarsi frustrante e scoraggiante, andando a inficiare l’autostima, la motivazione e il senso di adeguatezza.

A ciò si aggiunge, poi, il rischio di fornire i propri dati sensibili a realtà aziendali che ne possono usufruire per scopi illeciti, phishing, quali truffe, furti d’identità, costruzione di database venduti a terzi senza consenso e pubblicità non richiesta.

Per le aziende, invece, i rischi possono essere: un danno alla reputazione, dal momento che il diffondersi di annunci falsi può dare vita a un’immagine negativa dell’azienda, in particolar modo con la presa di coscienza da parte dei candidati; recensioni negative su piattaforme di reclutamento – come Glassdoor o LinkedIn -, che possono dissuadere altri potenziali talenti; perdita di credibilità e fiducia, non solo per gli eventuali candidati, ma anche per potenziali partner e clienti; e, ancora, costi non necessari, impiegati in iter di recruiting fini a se stessi.

Senza dimenticare, infine, a livello complessivo, la distorsione delle statistiche del mercato del lavoro, con dati falsati sull’offerta e la domanda professionale ed effetti svantaggiosi sulle decisioni politiche e le analisi di mercato stesse, e e la perdita di efficienza da un punto di vista economico, che si manifesta in perdita di tempo dietro annunci fasulli, avvilimento per i candidati e rallentamento del processo di incontro tra domanda e offerta di lavoro

Come riconoscerli ed evitarli

Come ci si può difendere, allora? Ecco a quali segnali d’allarme porre attenzione per evitare di incorrere in annunci falsi:

  • una descrizione vaga e/o generica, in cui non sono menzionati mansioni, luogo di lavoro o requisiti necessari e non vi sono indicazioni concrete (es. “persone molto motivate” e simili);
  • ripetitività o durata dell’annuncio, soprattutto se esso è online da mesi ed è sempre identico e ripubblicato senza modifiche;
  • assenza di un contatto trasparente e raggiungibile, per cui non vengono indicati i dettagli aziendali – come il nome della società o un contatto verificabile – e la posta elettronica ha un dominio generico (es. @gmail.com o @yahoo.com) anziché uno aziendale;
  • richieste insolite, quali il pagamento in anticipo di corsi di formazione, materiali o altri servizi, oppure la trasmissione di dati sensibili – come la copia del documento d’identità o il conto bancario -, già nelle prime fasi;
  • mancanza di riscontri dopo l’invio della candidatura;
  • cattiva reputazione dell’azienda, corredata di recensioni negative online e segnalazione di comportamenti scorretti.

Per eludere i lavori fantasma, dunque, è opportuno:

  • sottoporre a verifica l’azienda, controllandone in anticipo il sito e le opinioni disponibili online;
  • analizzare i dettagli dell’annuncio e che siano presenti sia una chiara descrizione delle responsabilità e delle qualifiche richieste, sia informazioni sul tipo di contratto, orari, e sede di lavoro;
  • utilizzare solo piattaforme verificate e attendibili;
  • non condividere le proprie informazioni sensibili;
  • effettuare domande precise e specifiche in sede di colloquio, valutando l’eventuale vaghezza delle risposte.

Esempi e storie recenti di cronaca

Per fortuna, sono molte le persone che, dopo aver dovuto fronteggiare lavori fantasma e colloqui fasulli, hanno deciso di raccogliere le proprie testimonianze e allertare altri possibili candidati mediante forum o siti appositi, stilando anche elenchi delle aziende colpevoli di tali azioni.

Un esempio è offerto da questo thread su Reddit, dove l’utente che lo ha avviato ha precisato quanto segue:

Grazie a tutti per il vostro aiuto e feedback per l’elenco delle aziende colpevoli di pubblicare lavori fantasma! (Lavori fantasma = lavori falsi che le aziende pubblicano e ripubblicano più e più volte a proprio vantaggio, ma fanno perdere tempo ai candidati.) Ho elencato solo le società nominate più di 3 volte insieme ad altre verifiche. Tuttavia, ho anche inviato un’e-mail affinché le aziende mi contattassero se si sentivano chiamate in causa in modo errato. Quindi aggiornerò costantemente questa lista.

Un altro esempio recente è offerto dal caso di cronaca verificatosi a inizio settembre scorso e diventato virale su TikTok, quando un uomo ha dichiarato di essere stato licenziato perché, dopo oltre 300 annunci falsi pubblicati, si è rifiutato di proseguire questa pratica. Come spiega sul suo profilo:

Ho perso il mio secondo lavoro perché mi sono rifiutato di pubblicare un annuncio fantasma. A volte dovevo pubblicare annunci falsi con paghe più alte per incoraggiare i dipendenti a lavorare di più. Sono falsi nel senso che si può fare application, ma non si può ottenere la posizione. Se vi è capitato di pensare: ho mandato candidature per tutti quei lavori, perché non mi hanno mai chiamato?, allora potreste aver fatto application per un annuncio fantasma, che non è reale e viene pubblicato soltanto per far vedere che un’azienda cerca dipendenti come incentivo per aumentare la produttività di chi è già stato assunto, invece di farlo alzando la paga base, magari.

E, per concludere:

Gli ho fatto sapere che non lo avrei più fatto, non volevo spaventare i dipendenti e far loro pensare che avrebbero perso il lavoro, non volevo rovinare la loro salute mentale. Lui ha risposto che quello è un problema delle risorse umane.

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