Sextortion: definizione e numeri di un fenomeno in crescita molto pericoloso

L'espressione inglese "sextortion" deriva dalla crasi tra le parole "sex", "sesso", ed "extortion", "estorsione", e delinea, appunto, la forma di ricatto in cui la vittima viene minacciata di vedere pubblicati contenuti intimi - come foto o video - inviati al ricattatore, a meno che non si proceda con il pagamento di una somma di denaro o con l'invio di ulteriori contenuti simili. Scopriamone i dettagli.

Il mondo digitale, si sa, non è un luogo sicuro. Lo attesta, tra gli altri, anche un fenomeno altamente pericoloso e in rapidissima crescita, ossia quello che riguarda la “sextortion”, l’adescamento online per scopi sessuali o economici.

I dati sono sempre più preoccupanti e riguardano non solo gli adulti, ma anche, purtroppo, bambini e adolescenti.

Vediamo nel dettaglio di che cosa si tratta e come si può fronteggiare.

Sextortion: definizione e numeri di un fenomeno in crescita

L’espressione inglese “sextortion” deriva dalla crasi tra le parole “sex”, “sesso”, ed “extortion”, “estorsione”, e delinea, appunto, la forma di ricatto in cui la vittima viene minacciata di vedere pubblicati contenuti intimi – come foto o video – inviati al ricattatore, a meno che non si proceda con il pagamento di una somma di denaro o con l’invio di ulteriori contenuti simili.

Si tratta di un fenomeno pericolosamente e vertiginosamente in crescita. Secondo la Polizia Postale, infatti, esso riguarda sempre più spesso bambini, bambine e adolescenti, e a confermarlo sono i dati: nel 2022, sono stati trattati 130 casi, la maggior parte dei quali nella fascia compresa tra i 14 e i 17 anni (e perlopiù maschi), mentre nel 2023 i casi di sextortion a danno dei minorenni sono giunti a 137, sempre a danno di individui (a maggioranza maschi) nella medesima fascia d’età e alcuni appartenenti alla fascia 10-13.

A diffondere dati inquietanti sono anche l’Interpol, secondo cui le vittime di estorsione sessuale sono, in larga parte, adolescenti o giovani adulti (sebbene nessuna fascia d’età ne sia immune) e l’Europol, nel cui report del 2023 si legge che il numero di casi denunciati in Europa è aumentato del 70% rispetto al 2022.

Come avviene un ricatto sessuale online?

Ma come avviene la sextortion e quali sono le sue dinamiche principali? Vulnerabilità e anonimato sono le armi principali del ricatto sessuale online. Il tutto ha inizio, infatti, su piattaforme online, quali i social network, le app di dating, le piattaforme di messaggistica, giochi online e/o i forum, mediante le quali gli adescatori assumono una “maschera” – fingendosi, quindi, persone per bene – e cominciano a intessere un rapporto di fiducia con la vittima.

Per farlo, ricorrono a lusinghe, complimenti, conversazioni intime – grazie alle quali estorcere sempre più dettagli della sua vita personale – e, spesso, a un fittizio interesse romantico o sessuale per abbatterne le difese e le eventuali diffidenze. Di qui, si passa all’acquisizione del materiale compromettente, la quale può avvenire principalmente in questi modi:

  • scambio consensuale: la vittima decide deliberatamente di inviare immagini o video intimi, convinta della sincerità del ricattatore;
  • registrazione non autorizzata: l’adescatore registra le videochiamate o usufruisce di software di spionaggio;
  • hacking: il ricattatore hackera i dispositivi della vittima, rubandone foto, video, messaggi privati e qualsiasi contenuto che possa rappresentare, per lui, un vantaggio;
  • catfishing: la persona criminale si finge un’altra persona – per esempio, una celebrità o un conoscente della vittima – per ottenere informazioni e materiale intimo.

A questo punto, ha luogo il ricatto vero e proprio: l’adescatore minaccia la vittima di rendere pubblici i contenuti privati in suo possesso e, per non agire, può chiedere in cambio una somma di denaro (spesso in criptovalute o attraverso metodi non facilmente rintracciabili), altro materiale compromettente (per mantenere il controllo sulla vittima) o favori personali e/o sessuali (costringendo la vittima a incontri fisici).

Per corroborare le minacce, i ricattatori possono, inoltre, fare ricorso a tecniche anche molto avanzate, quali:

  • il deepfake, ossia la creazione di immagini o video falsi che appaiono autentici;
  • il social engineering, la manipolazione della vittima al fine di ottenere dettagli personali;
  • phishing, ovvero l’invio di link fraudolenti per rubare le credenziali di accesso o altri dati sensibili.

Come prevenire e proteggere la propria privacy digitale

Sorge, ora, spontaneo un quesito: come si può prevenire un caso di sextortion e, in generale, difendere la propria identità e privacy digitale?

I metodi esistono, e sono molteplici. Vediamo quelli più efficaci:

  • controllare la sicurezza degli account, scegliendo password robuste (magari lunghe e “uniche”, che combinino lettere maiuscole e minuscole, numeri, simboli e segni di punteggiatura), abilitando l’autenticazione a due fattori (aggiungendo, dunque, anche un altro livello e un’altra “barriera” di sicurezza, oltre alla password stessa, come il riconoscimento facciale o dell’impronta digitale) ed evitando di utilizzare password già usate in passato;
  • proteggere i dispositivi, mantenendo sempre aggiornato il sistema operativo e le applicazioni e usando regolarmente un antivirus (che proteggono da malware e spyware);
  • navigare in modo sicuro, evitando di cliccare su link sospetti (soprattutto mail e messaggi non richiesti, ossia il famoso “phishing”), utilizzando connessioni sicure e non condividendo mai dati personali pubblicamente, come il numero di telefono, la mail o i dettagli sulla propria vita privata;
  • gestire la propria privacy sui social, rendendo i propri profili privati, limitando la visibilità solo agli amici, non accettando richieste da parte di sconosciuti e non condividendo contenuti intimi o compromettenti, anche con persone di fiducia;
  • effettuare un uso consapevole delle webcam e delle videocamere, evitando registrazioni non autorizzate, non acconsentendo a richieste di nudità o invio di contenuti intimi e non condividendo dettagli sensibili con persone in videochiamata;
  • proteggere i propri dati personali, usando pseudonimi o account secondari per accedere a forum o attività online dove non è richiesta la reale identità, salvando i propri contenuti intimi in spazi offline o criptati e diffidando di app e affini che richiedono informazioni personali eccessive.

Che cosa fare in caso di sextortion?

E se, ormai, è troppo tardi? Non bisogna disperare: si può intervenire e si può contrastare. Se si è vittima di sextortion, infatti, è essenziale agire in modo strategico, rapido e lucido, al fine di ridurre i danni e proteggersi il più possibile. In primo luogo, non bisogna cedere alla richiesta di pagamento o invio di altro materiale intimo, perché entrambe le azioni potrebbero incoraggiare il criminale a chiedere ulteriori somme e a sfruttare di più la vittima.

A seguire, è necessario raccogliere quante più prove possibili dell’estorsione – dalle conversazioni alle minacce, dai profili utilizzati dall’adescatore alle richieste -, conservando anche le chat originali e le mail ricevute, utili alle autorità per rintracciarlo. In questo senso, è fondamentale, poi, bloccare il ricattatore, segnalare il profilo e proteggere la propria privacy, cambiando la password, limitando l’accesso alle proprie informazioni personali e attivando l’autenticazione a due fattori.

Al contempo, infine, è essenziale rivolgersi alle autorità competenti, contattando la Polizia Postale, fornendo tutte le prove raccolte e denunciando quanto accaduto. Se opportuno, può risultare utile chiedere anche supporto sia ad amici, parenti e persone di fiducia, sia a centri di assistenza specializzati (come il Telefono Azzurro o i centri che aiutano le vittime di ricatti online), sia a legali in grado di difendere i propri diritti.

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