“Mal di fretta”? Come riconoscere l’hurry sickness per superare la fretta cronica

Il mal di fretta, o "hurry sickness", è l'espressione con cui si delinea il coacervo di ansia, pressione e stress che si avverte quando ci si sente soggiogati dal tempo e si ha intenzione di portare a termine le incombenze schedulate in breve tempo, svolgendone anche più di una contemporaneamente. Vediamo di che cosa si tratta nel dettaglio.

Ti è mai capitato di sentirti così sopraffatta/o dagli impegni al punto da correre in modo tanto forsennato da giungere alla sera senza energie fisiche e mentali? Se ti succede in maniera cronica e sta compromettendo la tua stabilità psicologica, si potrebbe trattare di “mal di fretta”, uno stato di ansia e stress che ti porta a voler compiere la maggior parte delle attività in programma nel minor tempo possibile.

Portando – inutile dirlo – a conseguenze anche molto deleterie per te, per il tuo benessere e la tua qualità della vita. Scopriamo nel dettaglio di che cosa si tratta, quali sono le sue caratteristiche e come si può affrontare.

Che cos’è il “mal di fretta”?

Il mal di fretta, o “hurry sickness”, è l’espressione con cui si delinea il coacervo di ansia, pressione e stress che si avverte quando ci si sente soggiogati dal tempo e si ha intenzione di portare a termine le incombenze programmate in breve tempo, svolgendone anche più di una contemporaneamente.

Il concetto di “malattia della fretta”, nonostante non costituisca una condizione patologica e diagnosticata, è stato coniato nel 1974 dai cardiologi Meyer Friedman e R.H. Rosenman nel volume Type A Behavior and Your Heart, in cui i due studiosi hanno analizzato come la sensazione costante di mancanza di tempo e la fretta che ne deriva possano essere fonte di esaurimento fisico e mentale e malessere.

Alla base dell’hurry sickness, infatti, vi sono spesso un sovraccarico di impegni, scadenze ravvicinate, il desiderio di voler essere sempre altamente produttivi, lavori di cura (soprattutto per le donne, culturalmente più coinvolte nella gestione della casa e della prole) e un perfezionismo dilagante che porta a esigere sempre di più da se stessi, anche a costo di inficiare la propria salute e stabilità.

Le radici sociali e culturali

Cultura e società, appunto, ricoprono un ruolo fondamentale nel corroborare il mal di fretta. In particolare, a essere fonte di ansia e stress sono le dinamiche che, nel corso degli ultimi decenni, hanno plasmato in profondità il nostro modo di vivere e lavorare, influenzando produttività, tempo libero e gestione del tempo.

Le principali ingerenze sociali e culturali sul fenomeno del mal di fretta sono le seguenti:

  • la cultura della produttività e del successo, tipica dell’epoca contemporanea e contraddistinta dalla promozione della rapidità, associata a maggiore efficienza e bravura, e dalla competitività, per cui il voler eccellere e raggiungere obiettivi ambiziosi può condurre alla sensazione di dover sempre “correre contro il tempo”;
  • l’accelerazione tecnologica, la quale – soprattutto mediante l’uso perpetuo ed eccessivo di smartphone, pc e tablet – ha eliso i confini tra vita privata e professionale, creando disponibilità e urgenza costanti, così come la sovrabbondanza di mail, notifiche, messaggi e chiamate ha innestato la sensazione della “risposta immediata”, acuendo la fretta;
  • l’urbanizzazione, in particolar modo per quanto concerne gli stili di vita frenetici imposti da alcune città moderne (si pensi a poli come Milano, Londra e New York, per esempio) e la conseguente riduzione e/o mancanza di tempo per se stessi, con agende fitte di impegni e attività che tolgono il respiro;
  • i falsi miti culturali, tra cui quello del “farcela da soli a tutti i costi”, identificarsi con il proprio lavoro – considerato alla stregua del fulcro della propria identità personale – e il mito del multitasking, ossia la capacità di svolgere più compiti contemporaneamente (assolutamente falso e scientificamente poco efficace);
  • i modelli di consumo, quali, su tutti, quello “on demand” – con la possibilità di accedere a beni, intrattenimento e servizi in qualsiasi momento, a qualsiasi ora e a qualsiasi latitudine e in modo immediato – e la narrazione, favorita dai media, che si possa ottenere “tutto e subito”, rendendo, di fatto, le parentesi di attesa altamente insopportabili;
  • la pressione sociale e digitale, di cui sono complici i social media, con la loro presentazione di vite apparentemente perfette, il confronto costante e la FOMO – Fear of Missing Out, ossia la paura di perdere opportunità, eventi e occasioni e la correlata esigenza di dover fare “tutto”, pur di non sentirsi esclusi.

Come riconoscere i segnali dell’hurry sickness

Tra i segnali più diffusi del mal di fretta, troviamo senz’altro:

  • comportamenti legati all’urgenza, come impazienza cronica, irritabilità – soprattutto nel caso in cui ci fossero ostacoli lungo la giornata (dal traffico alla coda al supermercato) -, multitasking compulsivo e fretta irrazionale, anche nelle attività che non richiedono rapidità nello svolgimento;
  • sintomi fisici, come tensione muscolare (in particolare a collo, spalle e mascella), problemi legati al sonno (insonnia, risvegli frequenti, difficoltà a prendere sonno e affini), battito cardiaco accelerato, soprattutto quando si avvertono ritardo o, come accennato, ostacoli;
  • sintomi emotivi, come ansia, angoscia, mancanza di soddisfazione (anche a compiti conclusi), frustrazione, nervosismo, tristezza e senso di oppressione;
  • effetti sociali, personali e lavorativi, come rapporti superficiali con le altre persone a causa del poco tempo di qualità dedicato loro e distrazione costante, perché la testa pensa a ciò che deve essere ancora fatto e non si focalizza su ciò che si sta compiendo, portando, quindi, a effettuare errori frequenti;
  • pensieri intrusivi e ricorrenti, come quelli legati all’ossessione della produttività e alla proiezione nel futuro, senza godere del presente.

Strategie per superare la fretta cronica

Ma come si fa a superare l’hurry sickness? Esistono dei metodi per poter fronteggiare questa fretta cronica e trovare giovamento dal malessere?

Il primo passo, senza dubbio, consiste nel riconoscere la difficoltà e analizzarla con attenzione, osservando i pattern comportamentali, i pensieri correlati, le azioni più frequenti e, soprattutto, i momenti in cui il mal di fretta emerge con più prepotenza.

In secondo luogo, per affrontare ogni giornata con più serenità cercando di non cedere all’ansia e allo stress (e non trasformarlo in burnout), risulta utile stilare una lista delle priorità, concentrandosi sulle attività realmente importanti e urgenti, inserendo pause tattiche tra un impegno e l’altro e focalizzandosi più sugli obiettivi che sulle incombenze in sé.

Un’altra strategia utile, poi, è quella di rallentare intenzionalmente, dedicando, per esempio, i primi minuti della giornata alla lentezza, al sorseggiare il proprio tè o caffè con calma e a svolgere attività che donino benessere (come la meditazione, la lettura di un libro, l’ascolto della musica o una passeggiata). In questo senso, la mindfulness può rappresentare un toccasana, perché insegna a porre la massima attenzione al presente e a ciò che si sta svolgendo, accompagnando i propri gesti con respiri profondi e focalizzazione anche sui minimi dettagli.

Essenziale, infine, compiere un’attività per volta (senza farsi ingannare dal mito del multitasking) e, soprattutto, cambiare il proprio rapporto con il tempo: non tutto deve essere effettuato “subito”, ma si può imparare a discernere le reali priorità da quelle che, in realtà, non lo sono. Se necessario, ancora, può essere funzionale chiedere supporto ad amici e parenti e, nei casi più ostici, a psicoterapeuti che possano aiutare a individuare la fonte psicologica del mal di fretta.

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