Stati Uniti e diritti transgender: le nuove leggi anti-trans nell'era Trump

La nuova era Trump sta mettendo seriamente a rischio i diritti, la vita e le conquiste sociali delle persone transgender. Il da poco rieletto presidente degli Stati Uniti, infatti, sta inasprendo le leggi anti-trans emanate in USA già nel corso del suo primo mandato, peggiorando in maniera notevole la situazione gravemente compromessa in cui versano gli individui trans nella terra del tycoon. Vediamo di che cosa si tratta nel dettaglio.

La nuova era Trump sta mettendo seriamente a rischio i diritti, la vita e le conquiste sociali delle persone transgender. Il da poco rieletto presidente degli Stati Uniti, infatti, sta inasprendo le leggi anti-trans emanate in USA già nel corso del suo primo mandato, peggiorando in maniera notevole la situazione gravemente compromessa in cui versano gli individui trans nella terra del tycoon.

Vediamo di che cosa si tratta nel dettaglio.

Le leggi anti-trans negli USA: cosa sta accadendo dopo l’era Trump?

A partire dal lasso di tempo compreso tra il 2017 e il 2021, ossia nel corso della prima presidenza di Donald Trump, l’ondata di leggi anti-trans negli USA ha raggiunto dei numeri esorbitanti: solo nel 2024, infatti, si sono registrate ben 617 proposte di legge, sia a livello federale, sia a livello statale.

Una cifra record, che impatta su una serie molteplice di ambiti, dalla sanità allo sport, dai diritti civili all’istruzione. E che, con il ritorno di Trump alla presidenza nel 2025, non sta che peggiorando. Un esempio emblematico delle volontà del neoeletto presidente degli Stati Uniti è costituito dall’ordine esecutivo volto a vietare la transizione di genere per i minori di 19 anni.

Come si legge su Sky TG24, a tal proposito il tycoon ha dichiarato:

Oggi in tutto il Paese, i professionisti della medicina stanno mutilando e sterilizzando un numero crescente di bambini facilmente influenzabili. Questa pericolosa tendenza sarà una macchia nella storia della nostra Nazione e deve finire. È politica degli Stati Uniti non finanziare, sponsorizzare, promuovere, assistere o supportare la cosiddetta ‘transizione’ di un bambino da un sesso all’altro e applicheremo rigorosamente tutte le leggi che proibiscono o limitano queste procedure distruttive e che cambiano la vita.

Restrizioni per l’accesso alle cure mediche per le persone transgender

Il suddetto provvedimento emanato da Trump è, dunque, uno dei casi più esemplificativi delle limitazioni alle cure mediche per le persone transgender inaugurate in seguito al nuovo insediamento alla Casa Bianca. L’ordine esecutivo, infatti, restringendo l’accesso ai trattamenti di affermazione di genere per i minori, vieta il finanziamento federale relativo all’uso di bloccanti della pubertà, alle terapie ormonali e agli interventi chirurgici per le persone sotto i 19 anni.

Ma questa disposizione non è un caso isolato. Stati come Tennessee, Utah, Missouri e Texas, infatti, vietano l’accesso ai percorsi affermativi e ai correlati trattamenti di affermazione di genere, e puniscono anche i professionisti sanitari che acconsentono a tali cure. In molti casi, inoltre, si è limitato il diritto di accesso anche agli adulti (e non solo ai minori), compromettendone i già avviati percorsi di transizione.

Quali sono le conseguenze di tali restrizioni? Senza dubbio, come sottolineano le organizzazioni LGBTQ+ e le associazioni mediche che si stanno strenuamente opponendo a esse, il rischio più pericoloso risiede nell’insorgenza di gravi conseguenze per la salute mentale e fisica delle persone transgender, già inficiata dalle discriminazioni sistemiche e dai pregiudizi sociali che, ancora oggi, le colpiscono quotidianamente.

Leggi sull’identità di genere e bagni pubblici: il ritorno delle discriminazioni

Ma non finisce qui. Un altro ambito in cui l’amministrazione Trump sta innestando restrizioni ingenti è quello dell’identità di genere correlata al ricorso dei bagni pubblici. Negli ultimi mesi, infatti, diversi Stati USA hanno reintrodotto o corroborato una serie di leggi che limitano l’accesso a essi alle persone transgender, sulla base del concetto secondo cui il genere può essere definito solo in termini biologici.

Arkansas, Alabama, Oklahoma e Tennessee, per esempio, hanno espressamente vietato l’utilizzo dei bagni pubblici agli individui trans, nonostante le opposizioni e le proteste per i diritti civili da parte dei movimenti LGBTQ+ che le stanno prepotentemente contrastando.

A Odessa (Texas) si è perfino giunti a introdurre un provvedimento per cui i cittadini avrebbero la possibilità di fare causa alle persone transgender che non utilizzano il bagno pubblico relativo al sesso biologico assegnato alla nascita, con richieste di risarcimento che partono dai 10.000 dollari.

A livello federale, infine, la deputata repubblicana Nancy Mace ha avanzato una proposta di legge volta a vietare alle donne e agli uomini transgender di usare i bagni pubblici federali, andando a intaccare, tra gli altri, musei, biblioteche e scuole pubbliche di Washington DC.

Nello specifico, il disegno di legge di Mace limiterebbe l’accesso ai bagni in:

qualsiasi edificio, terreno o altra proprietà immobiliare posseduta, affittata o occupata da qualsiasi dipartimento, agenzia o ente degli Stati Uniti (incluso il Dipartimento della Difesa e il Servizio Postale degli Stati Uniti), o da qualsiasi altro ente interamente di proprietà degli Stati Uniti, o da qualsiasi dipartimento o agenzia del Distretto di Columbia o da qualsiasi territorio o possedimento degli Stati Uniti.

Sport femminile e persone transgender: le nuove leggi sull’accesso alle competizioni

Tra le ultime iniziative avanzate da Donald Trump, compare anche l’ordine esecutivo firmato a febbraio 2025, intitolato Tenere gli uomini fuori dagli sport femminili, finalizzato a vietare la partecipazione delle donne transgender alle squadre sportive femminili, perché non appartenenti al genere biologico delle stesse.

Coloro che non rispetteranno tali imposizioni rischierà di perdere qualsiasi tipo di finanziamento federale e potrebbe incorrere anche in azioni legali. Secondo il nuovo ordine esecutivo, dunque, le atlete trans potranno competere o in squadre miste, o in squadre maschili, vietando, inoltre, alle stesse di entrare negli Stati Uniti per gareggiare con le donne alle Olimpiadi di Los Angeles in programma nel 2028.

A questo proposito, il tycoon ha dichiarato:

Difenderemo le atlete e non permetteremo agli uomini di colpire, far male e imbrogliare donne e ragazze. Da oggi, gli sport femminili saranno solo per donne. Chi può dimenticare le Olimpiadi dello scorso anno, dove un pugile uomo ha rubato la medaglia d’oro dopo aver brutalizzato le sue avversarie al punto che una campionessa [l’azzurra Angela Carini, N.d.R.] si è dovuta ritirare dopo soli 46 secondi. Due donne che hanno completato la transizione hanno finito per vincere due medaglie d’oro.

Scuole e censura: divieti sull’educazione di genere e i libri LGBTQ+

A essere gravemente colpito dal binarismo di genere di Trump è anche il settore scolastico. Nell’anno scolastico 2023-2024, infatti, sono stati messi al bando più di 4.000 libri, in 29 Stati e 220 distretti scolastici, con in testa Florida e Iowa. Come riferisce Pen America, il 44% di essi presenta persone e personaggi di colore, mentre il 39% possiede protagonisti LGBTQ+. Oltre la metà dei libri vietati in questo sottoinsieme (57%), inoltre, include temi o storie legate al sesso.

E non solo. Sempre in Florida, le nuove strategie politiche intaccano anche corsi di storia afroamericana e studi di genere. Alcuni programmi educativi, come quelli sugli studi queer e sul femminismo nero, sono, infatti, stati rimossi con la giustificazione che sarebbero “tendenziosi e dannosi” per i giovani studenti.

Alcuni Stati, infine, hanno introdotto leggi mirate a richiedere il consenso dei genitori per favorire la lettura di determinati testi, incrinando, così, notevolmente la libertà di scelta e l’autonomia degli adolescenti americani in ambito di studio e lettura.

Non c’è LGB senza T: il caso Stonewall

Senza la T di transgender, però, non può esserci il movimento LGBTQ+. A dimostrarlo sono i moti di Stonewall, i quali diedero avvio al movimento di liberazione e lotta per i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans (e non solo) della storia contemporanea.

I moti di Stonewall scoppiarono nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 presso lo Stonewall Inn, un bar gay del Greenwich Village, a New York. La polizia, come era consueto in quel periodo, irruppe nel locale e utilizzò la forza contro gli avventori. Alla violenza e alla discriminazione resistettero, soprattutto, le due attiviste transgender Sylvia Rivera e Marsha P. Johnson, co-fondatrice, quest’ultima, del primo Gay Liberation Front, nato alla fine di luglio del medesimo anno e complice di aver dato abbrivio al Movimento di liberazione gay statunitense.

Nonostante il loro ruolo cruciale nella battaglia per i diritti e l’uguaglianza, tuttavia, le persone transgender furono successivamente emarginate dalle lotte del movimento LGBTQ+ (in particolar modo in seguito all’epidemia di AIDS), il quale risultava concentrato principalmente su lotte più “mainstream” e relative perlopiù ai diritti di gay e lesbiche.

Il movimento tornò, poi, a una battaglia unitaria all’inizio degli anni 2000, quando un nuovo riconoscimento dell’identità di genere delle persone transgender rese evidente l’importanza di una lotta anche a favore dei loro diritti.

Le reazioni della comunità LGBTQ+ e delle associazioni per i diritti civili

Ma come hanno reagito la comunità LGBTQ+ e le associazioni per i diritti civili alla proliferazione di leggi anti-trans in USA? Naturalmente, molteplici attivisti e organizzazioni hanno fortemente condannato (e condannano tuttora) le restrizioni emesse dalla nuova presidenza Trump, giudicandole alla stregua di attacchi feroci e impietosi contro i diritti delle persone transgender.

Nello specifico, diverse associazioni stanno portando avanti azioni legali contro le leggi che limitano l’accesso alle cure mediche per le persone transgender (soprattutto minori), mentre alcuni Stati, come la California e il Minnesota, stanno adottando alcune misure per proteggere gli individui trans che cercano cure negli Stati più restrittivi. In questo senso, sono numerose le iniziative volte a corroborare la tutela delle persone transgender inaugurate in diversi Stati (come quello di New York e il Massachusetts), tra cui il New York Equal Rights Amendment, emendamento che rafforza la difesa dei diritti LGBTQ+.

Non mancano, poi, proteste e manifestazioni pubbliche atte a denunciare le discriminazioni rafforzate dalle leggi anti-trans, così come campagne di sensibilizzazione per contrastare la disinformazione correlata alle persone transgender e ai loro diritti e, infine, vere e proprie resistenze politiche, sia a livello statale, sia a livello federale, grazie alle quali molti governatori si stanno impegnando nel non far rispettare le restrizioni imposte e nell’offrire protezione agli individui trans provenienti dagli Stati più repressivi.

Quale futuro per i diritti delle persone transgender negli USA?

Sorge ora spontaneo chiedersi quale futuro si prospetta per le persone transgender e i loro diritti negli Stati Uniti. È indubbio che, allo stato attuale, l’orizzonte risulti gravemente compromesso e periglioso, anche a causa della forte polarizzazione politica vigente.

Da un lato, infatti, Donald Trump e la sua amministrazione, come abbiamo visto, stanno continuando a emanare leggi e ordini esecutivi particolarmente restrittivi, dall’altro, invece, si palesano anche sviluppi positivi e fonte di speranza per gli individui trans. Tra questi, si annovera l’Equality Act, approvato dal Congresso degli Stati Uniti per stabilire esplicite protezioni federali contro la discriminazione per le persone LGBTQ+ in materia di alloggi, occupazione, istruzione pubblica, credito, spazi pubblici, programmi finanziati a livello federale e servizio di giuria.

Ciò che è certo è che continueranno a esservi proteste, manifestazioni, lotte e dibattiti per la difesa delle persone transgender, e che l’impegno delle associazioni e dei movimenti LGBTQ+ sarà sempre più acuto, combattivo e tenace.

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