Modern Gender Gap: perché le donne e gli uomini giovani votano in modo diverso

L'espressione Modern Gender Gap si riferisce a un fenomeno politico e sociologico che riguarda le ingenti differenze inerenti alle preferenze elettorali e ai valori politici di donne e uomini, soprattutto per quanto concerne le nuove generazioni. Nello specifico, non si tratta di un mero divario numerico, ma di un vero e proprio scollamento tra le visioni, l'identità e i temi considerati prioritari a livello politico. Vediamo di che cosa si tratta nel dettaglio.

Negli ultimi anni, sta emergendo in maniera sempre più palese un divario di genere che afferisce al modo in cui donne e uomini votano. Questo divario, che prende il nome di Modern Gender Gap, rappresenta un’istantanea dei cambiamenti sociali, culturali e politici attuali e, per tale ragione, si staglia come un fenomeno sempre più diffuso nelle democrazie contemporanee.

Vediamo di che cosa si tratta nel dettaglio e quali sono le sue caratteristiche.

Che cos’è il Modern Gender Gap e da dove nasce

L’espressione Modern Gender Gap si riferisce a un fenomeno politico e sociologico che riguarda le ingenti differenze inerenti alle preferenze elettorali e ai valori politici di donne e uomini, soprattutto per quanto concerne le nuove generazioni. Nello specifico, non si tratta di un mero divario numerico, ma di un vero e proprio scollamento tra le visioni, l’identità e i temi considerati prioritari a livello politico.

Le giovani donne, infatti, tendono a dare maggiore importanza ad argomenti quali i diritti civili – in particolar modo quelli legati a genere ed etnia -, l’uguaglianza sul lavoro e la parità salariale, l’accesso all’aborto e la salute riproduttiva, il cambiamento climatico e la tutela dell’ambiente. Al contrario, i giovani uomini sembrano essere più attratti da politiche economiche liberiste e/o anti-tasse, da retoriche contro il politicamente corretto e l’atteggiamento woke e da temi correlati al controllo dell’immigrazione e alla sicurezza nel suo complesso.

Una forbice che si è acuita con l’abbrivio del nuovo millennio e, soprattutto, con la conquista, da parte delle donne, di maggiori diritti, autonomia e rappresentanza, la quale ha dato adito, agli uomini, di sentire “minacciato” il proprio ruolo, con la conseguente messa in discussione della propria identità e delle proprie aspettative.

A questi aspetti si aggiungono, poi, due dati ulteriori: da un lato, il fatto che le donne superino gli uomini nei livelli di istruzione superiore; e, dall’altro, l’esperienza, da parte delle donne, di episodi legati a molestie, discriminazione e precarietà, che ha fatto loro sviluppare una più elevata sensibilità nei confronti del femminismo, dei diritti delle minoranze e della giustizia sociale.

Donne più progressiste, uomini più conservatori: i numeri

Se le donne, dunque, appoggiano le posizioni più progressiste, gli uomini, invece, paiono parteggiare maggiormente per quelle più conservatrici. A dare una fotografia oggettiva di questo divario, come sempre, ci sono i numeri.

Per fare qualche esempio: nelle elezioni midterm negli Stati Uniti del 2022, il 72% delle giovani donne (tra i 18 e i 29 anni) ha votato per i Democratici, rispetto al 54% dei giovani uomini nella stessa fascia d’età, mostrando un divario di 18 punti percentuali. Differenze di genere che, secondo il CAWP – Center for American Women and Politics, sono rimaste pressoché identiche nelle elezioni presidenziali del 2024.

Ancora, in Polonia uno studio – pubblicato proprio nel 2025 – ha confermato che i giovani uomini sarebbero più propensi a votare per partiti di estrema destra, mentre le giovani donne mostrerebbero una tendenza totalmente opposta.

Un’inclinazione che sarebbe confermata anche in Italia – sebbene gli studi al riguardo non siano ancora approfonditi -, con le donne più favorevoli a partiti come Verdi, Partito Democratico (11% delle donne contro l’8,4% degli uomini) e Sinistra Italiana, e gli uomini più simpatizzanti per Lega e Fratelli d’Italia (15% degli uomini contro il 4,2% delle giovani donne), e, quindi, per narrazioni di stampo nazionalista e identitario.

L’impatto del gender gap sulla società e sulla politica

La sempre più crescente divergenza tra donne e uomini in termini di valori, comportamenti elettorali e visioni politiche ha un impatto ingente anche sulla società e sulla politica nel complesso. Vediamo come:

  • polarizzazione culturale: se, da un lato, le giovani donne sono strenue sostenitrici della parità dei diritti, dell’inclusività, della tutela dell’ambiente e della giustizia sociale, dall’altro, invece, i giovani uomini possiedono ancora resistenze culturali, sentono nostalgia per i ruoli più tradizionali e nutrono simpatia per le narrazioni anti-woke;
  • crisi maschile: per quanto riguarda quest’ultimo punto, molti giovani uomini, oggi, si sentono sotto-rappresentati nella cornice del discorso pubblico, e alcuni di essi reagiscono a questa “lacuna” radicalizzandosi e abbracciando ideologie maschiliste e complottiste e dando, così, luogo a una deriva che può alimentare movimenti estremisti e violenti, rendere sempre più difficoltoso il dialogo intergenerazionale (e con le donne stesse) e, soprattutto, creare un vuoto politico ed educativo nella delineazione dell’identità maschile;
  • ridefinizione dei blocchi elettorali: nutrendo posizioni politiche molto spesso estremamente dissimili, le visioni del mondo di donne e uomini stanno creando una forbice sempre più ampia. Le prime, infatti, rappresentano, attualmente, una delle forze più coese e mobilitate nel sostegno al progressismo, motivo per cui, se i partiti non risponderanno alle istanze femministe, il rischio più alto sarà perdere intere generazioni di giovani elettrici;
  • cambiamenti nella priorità dei temi politici: consapevoli di questo grandissimo rischio, numerose agende politiche stanno iniziando ad accogliere temi come femminismo, diritti LGBTQ+, salute mentale, body positivity, parità salariale, giustizia climatica e affini, al fine di attirare il bacino di giovani donne che combattono per queste cause.

Le nuove generazioni e le sfide della parità

Anche per merito del Modern Gender Gap, dunque, tematiche quali parità, inclusione e identità di genere continuano a essere al centro del dibattito politico. Le sfide della parità, tuttavia, sono ancora molteplici, dal momento che essa è ancora ben lungi dall’essere raggiunta, soprattutto (ovviamente) per quanto concerne le donne.

Molte persone appartenenti alle nuove generazioni, infatti, sono più informate e sensibili rispetto alle precedenti, motivo per cui si parla apertamente di gender pay gap, sessismo, violenza di genere, stereotipi, microaggressioni e discriminazioni. Al contempo, però, il grande spazio fornito alla battaglia femminista e LGBTQ+, in particolar modo nelle scuole, sui social e nei media, ha portato alcuni giovani uomini a sentirsi “minacciati” e “attaccati” nella mascolinità, dando vita a movimenti online che sostengono il concetto di “uomo alfa”, l’antifemminismo e immagini distorte delle relazioni e delle dinamiche sociali (le cosiddette community “red pill” e i forum misogini degli incel).

Ma non solo. Sebbene donne e uomini siano formalmente pari – almeno sulla carta -, in realtà vige ancora, in tutti i settori, una preoccupante disparità di genere, con le donne che si ritrovano ad affrontare ostacoli strutturali (in particolare, in ambito lavorativo), precarietà, carichi familiari eccessivi, peso mentale e discriminazioni. Senza dimenticare che sono le aspettative stesse nei confronti dei generi a essere ancora asimmetriche: alle donne, infatti, si chiede tuttora di essere più empatiche, multitasking e performanti, mentre dagli uomini ci si aspetta forza, ambizione e successo.

Un divario abbacinante che, come sempre, può essere risolto solo in un modo: con l’educazione. Parlare di parità di genere fin dalle scuole elementari, per esempio, risulta fondamentale al fine di prevenire gli stereotipi di genere, accompagnata da un’approfondita educazione sentimentale, sessuale e affettiva che discuta di consenso, emozioni, rispetto e diversità (e non solo di mera biologia).

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