
Cercasi eco-keeper: chi è e come diventarlo per lavoro o nella vita di tutti i giorni
Cosa sapere sugli eco-keeper, una nuova figura professionale che può aiutare le comunità e le persone a diventare più ecosostenibili.

Cosa sapere sugli eco-keeper, una nuova figura professionale che può aiutare le comunità e le persone a diventare più ecosostenibili.
L’ecosostenibilità è diventata una necessità. Il pianeta Terra è devastato dalle conseguenze di decenni di inquinamento, utilizzo di energie non rinnovabili, sfruttamento del territorio, avanzamento del deserto. E ogni persona, ogni azienda, ogni ente e ogni casa può fare il suo. Certo, ci si può informare, si può imparare, ma se si guasta un rubinetto lo aggiustate da voi o chiamare l’idraulico o l’idraulica? Sì, è una reductium ad absurdum, tuttavia è un’immagine efficace per introdurre la figura dell’eco-keeper.
Quella dell’eco-keeper è una nuova figura professionale molto interessante. Si tratta di un o una consulente che fornisce alle imprese, ai privati e agli enti pubblici consigli e linee guide per ridurre il proprio impatto ambientale e diventare maggiormente ecosostenibili. Sull’argomento, ha scritto un libro, Eco-keeper. Una nuova figura professionale nell’ambito dell’etica ecologica, Silvia Amadio.
Lo Stato italiano – ha spiegato Amadio in un’intervista su Repubblica – dovrebbe prendersi la responsabilità di formare gli eco-keeper, offrendo loro una preparazione completa che permetta di prendersi cura dell’ambiente e delle persone. L’idea è quella di offrire a un inoccupato la possibilità di formarsi per specializzarsi e avere poi le competenze per prendersi cura del pianeta. Immaginate che ogni palazzo abbia una persona formata per supportare la sua comunità, dalla raccolta differenziata alla cura delle persone fragili. Potremmo davvero diventare un paese virtuoso. L’eco-keeper potrebbe divenire la professione del futuro.
Essere un eco-keeper non significa che, smessi i panni professionali, non si applichino i principi di sostenibilità nelle proprie abitudini personali. E queste abitudini ecosostenibili possono essere tantissime: dal compostaggio per i rifiuti che si decompongono all’utilizzo di soli materiali riutilizzabili (come le bottiglie di vetro per bere in casa, le borracce di metallo fuori casa), fino a evitare sprechi alimentari, optando per una spesa volta all’indispensabile e riutilizzando gli avanzi con ricette di recupero, l’utilizzo della lavastoviglie per lavare i piatti (perché consente un notevole risparmio idrico), o di materiali ecosostenibili anche nella scelta delle spugnette per lavare e i dedoranti per ambienti.
Oggi c’è molta più consapevolezza (e regolamentazione) in relazione all’ecologia: basti pensare al fatto che prima degli anni ’80 del Novecento, consumavamo bombolette spray incredibilmente nocive, che oggi sono fuori legge. È più facile, ed è il primo passo per una quotidianità ecosostenibile, informarsi e tenersi aggiornati su ciò che comporta una cattiva abitudine sul piano green, e su come migliorare per esempio sul risparmio delle fonti energetiche, l’utilizzo di energia pulita, naturale e rinnovabile, o su come produrre meno inquinamento. Analogamente si può effettuare un test (ne esistono tanti online, per esempio ce n’è uno su MyClimate), per capire quale sia la propria impronta di carbonio e quella delle persone che vivono con noi, per vedere in cosa si può migliorare. Attenzione anche all’alimentazione, che va dall’acquisto di prodotti freschi a chilometro zero (che quindi non richiedono trasporti e conservazione), e si può valutare se rivolgersi a un nutrizionista per abbracciare un’alimentazione vegetariana o vegana.
Prima abbiamo parlato dell’impronta di carbonio, che è il modo in cui contribuiamo alle emissioni di CO2, che incidono moltissimo in maniera negativa sul futuro del pianeta. L’ultima stima dell’impronta di carbonio in Italia risale a 2022: 413 tonnellate, emesse soprattutto per la produzione energetica, i trasporti e l’industria. Assumere la figura dell’eco-keeper per le aziende, gli enti pubblici e perfino i condomini significa ridurre moltissimo quell’impronta, in modo da vivere e lavorare a un basso o bassissimo impatto ambientale: grazie alla sua consulenza, ci sono moltissimi ambiti migliorabili, come abbiamo visto, e su questo si può lavorare.
Il rispetto dei valori propri della natura, dell’aria che respiriamo, dell’acqua che beviamo, del cibo che ci nutre – illustra Amadio – avendo ben chiaro il fatto che le nostre scelte di vita vanno a compromettere queste realtà naturali che diamo per scontate e inesauribili, mentre così non è. La sostenibilità significa fare scelte oggi che ricadranno sul futuro dei nostri nipoti domani. Se venisse spiegato questo semplice significato a tutti, credo che si aprirebbero i cuori di ognuno. La relazione tra etica ecologica e le scelte individuali è importantissima.
Alla fine degli anni ’80, uscì un gioco da tavolo che insegnava ai bambini cosa fosse l’ecologia e quali fossero buone pratiche e consuetudini per arrestare l’inquinamento del pianeta Terra. Certamente i bambini possono fare ben poco, perché sono gli adulti che prendono buone o cattive decisioni in tal senso. Però ciò che si insegna ai bambini è fondamentale in vista di quando diverranno adulti, ed è per questo che ieri come oggi spesso si svolgono incontri nelle scuole o ci sono lezioni dedicate all’interno dell’orario curricolare per trattare l’ecologia.
Le iniziative che mirano a promuovere l’ecologia sono tantissime in realtà. La stragrande maggioranza delle aziende, in primis le banche, si stanno dotando di percorsi virtuosi in base alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance prescritti da Agenda2030 per esempio. Nel pubblico esistono agevolazione per la realizzazione, nei Comuni molto piccoli, di comunità energetiche che utilizzino fotovoltaico o eolico integrato sul territorio ma senza utilizzare terreni agricoli o modificare i paesaggi. Sui social esistono varie community in cui scambiarsi consigli e buoni esempi, dai gruppi vegan a quelli zero waste.
Nel libro – spiega ancora Amadio – faccio, infatti, un piccolo elenco di città virtuose che stanno rispondendo alla sfida del Future Fit, chiaramente le iniziative sono molteplici ed ogni città tenta di mettere in pratica quei concetti una volta considerati utopie, ma che oggi fanno parte dei diversi programmi mondiali legati all’ecosostenibilità. Il dato sconfortante è che queste città sono ancora troppo poche rispetto all’urgenza di cambiamento e di transizione richiesta a livello globale. L’ecologia integrale è sinonimo di cooperazione, di coinvolgimento totale, di responsabilità diffusa.
Vorrei vivere in un incubo di David Lynch. #betweentwoworlds
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