Il Ritardo Cronico È Un Disturbo Medico
Il ritardo cronico è stato riconosciuto come una vera e propria condizione medica. Un disturbo che non può essere curato ma sicuramente le persone che ne sono affette possono essere aiutate.
Il ritardo cronico è stato riconosciuto come una vera e propria condizione medica. Un disturbo che non può essere curato ma sicuramente le persone che ne sono affette possono essere aiutate.
Il ritardo cronico è una condizione medica e lo sa bene Jim Dunbar, la prima persona al mondo a cui è stata diagnosticata la malattia, creando un precedente decisamente interessante.
In 57anni di vita, Jim è sempre arrivato in ritardo: al lavoro, con le donne e persino ai funerali.
Ma nessuno, lui in primis, pensava di essere affetto da una vera e propria condizione medica.
A diagnosticargli il problema sono stati i medici del Ninewells Hospital di Dundee: il problema si chiama ritardo cronico.
Il disturbo insorge nella stessa area del cervello che viene colpita dal defecit di attenzione e iperattività, con il rischio di non valutare correttamente quando tempo si impiega a completare le proprie azioni e quindi a tardare agli impegni.
Dunbar racconta la sua storia al Daily Mail:
“Ci sono tantissime persone con il mio stesso problema che non si rendono conto che non è colpa loro. Anche io mi ritenevo il solo e unico responsabile!”
Ora l’uomo ha imparato a convivere con il suo disturbo, organizzandosi con un vantaggio di 11 ore.
Nel suo salotto c’è un orologio speciale che utilizza frequenze radio sintonizzate su un trasmettitore nazionale per assicurarsi che l’ora sia sempre esatta.
Il ritardo cronico potrebbe portare disturbi gravi come la depressione, ma il problema pare non essere reversibile.
Il consiglio è quello di considerare tutte scadenze non negoziabili e di monitorare il tempo necessario per svolgere determinati compiti, in modo da organizzarsi per portarli a termine.
Sempre sulla cresta dell'onda, non mi sfugge nemmeno uno scoop: le notizie più buffe, scottanti e incredibili passano prima da me!
Cosa ne pensi?