Sformato di baccalà e cavolo cappuccio
Piatto unico di sostanza o antipasto autunnale, un sapore delicato nonostante ingredienti base dal carattere deciso e dal gusto un po’ retrò
Piatto unico di sostanza o antipasto autunnale, un sapore delicato nonostante ingredienti base dal carattere deciso e dal gusto un po’ retrò
Prendete una giornata d’inverno, qualche amico, un buon bicchiere di vino e portate in tavola questo sformato che sa di casa, anzi di casa di nonna – o per lo meno a casa di mia nonna il baccalà, nelle sue varie versioni non mancava mai.
Il baccalà (la cui versione più famosa è il rinomatissimo baccalà alla vicentina) non è altro che merluzzo bianco conservato sotto sale. La salagione ne consente la conservazione per lungo tempo, e per questo viene impiegata fin da tempi lontanissimi per consentire il trasporto e la consumazione del pesce in luoghi anche molto lontani da quelli d’origine. Prima di utilizzarlo va tenuto in ammollo almeno 2 o 3 giorni avendo l’accortezza di cambiare l’acqua, fredda, molto spesso. In alternativa lo si trova già ammollato.
Per la mia preparazione il baccalà è stato gentilmente inviato nei pacchi scorta della mamma e così come il cavolo cappuccio che viene direttamente dal mio orto. Ingredienti ricchi di sapore contro il gastrofighettismo e la cucina molecolare.
Ingredienti:
Procedimento:
Da sempre appassionata di food, PR per provocazione e una laurea in linguistica nel cassetto. Nelle sue vene scorre olio e autoironia, non teme la prova costume e riesce a capire chi ha davanti da quello che mangiano. Ha il vizio d...
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