Stanca, sfinita, stremata. Ogni anno torni a casa trascinando i 15 pacchetti che hai comprato, praticamente tutti quelli che dovevi fare, finiti come al solito all’ultimo giorno. Ah, ma una cosa è certa e questa volta dici sul serio: “Questa è l”ultima volta che mi riduco così!”.

Perché l’ultima volta poi è stata proprio la peggiore e ce l’hai stampata bene in mente come fosse ieri. Non è andata proprio così? Ecco quindi le 7 disavventure di chi fa i regali di Natale all’ultimo minuto.

1. Via dalla pazza folla

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Devi essere entrata in un buco spazio temporale. Cammini, cammini e resti sempre allo stesso punto. Ma proprio mentre pensi che metà della popolazione umana sta camminando in direzione opposta a te, che cerchi faticosamente di entrare in quel negozio come un salmone che deve risalire la corrente, ti chiedi: dove sarà l’altra metà degli abitanti del pianeta? Lo scoprirai poco dopo. Quando con il tuo acquisto stretto tra le mani vai finalmente per pagare: sono tutti lì, concentrati nei 5 metri che ti separano dalla cassa. La fisica non sa spiegare questo fenomeno. Non c‘è spazio per tutti quegli essere umani, eppure sono lì. Tutti.

2. L’uomo non ce la fa

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Arriva il giorno in cui prendi consapevolezza del fatto che non puoi portare un uomo con te a fare i regali last minute di Natale. Qualunque siano la sua età, professione, nazionalità, stato sociale e di famiglia. Semplicemente non puoi. Non aiuta. Non ce la può fare. È una legge universale. Rispettatela.

3. Ma a chi l’avevi regalato?

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Ecco, mancano solo pochi centimetri alla cassa, dietro di te c’è ancora l’inferno, ma ce la stai per fare, ci sei, la cassiera ti sta guardando, adesso sorride e poi sarà fatta. “Prende solo questo?“, ti chiede. “Sì, solo questo portachiavi per una mia amica, mi fa un pacchetto?“. Ma ecco che in quel momento, solo in quel momento, un dubbio si infila serpeggiante nella tua mente: “Oddio, ma non è che gliel’ho regalato già l’anno scorso?”. Sipario.

4. Il girone dei  giocattoli

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Se immagini l’inferno lo vedi così: un vortice di persone che gira in eterno intorno ad uno scaffale dei giocattoli, con il mormorio di fondo dei dannati interrotto ogni tanto da bambini che gridano “Voglio quello!” e di genitori che gridano a loro volta: “Non è per te! Tu ce l’hai già! È per tuo cugino!“. E quando pensi che il peggio sia passato, senti: “Allora ne voglio un altrooooooo!”. Ma tu non puoi scappare, perché devi comprare un regalo al figlio di un’amica/sorella/cugina, e solo ora ti rendi conto che la vera penitenza deve ancora arrivare. Gli scaffali del girone pullulano di oggetti infernali, cose che si differenziano per piccoli particolari che per te sono insignificanti, ma non per il bambino. E dopo un’ora e mezza in cui tieni in una mano Spider-Man che salta con la gamba destra e nell’altra Spider-Man che salta con la sinistra, ti decidi: prendi quello che alza la gamba destra. Ma era la gamba sbagliata.

5. Appesa a un filo

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Se c’è un giorno in cui realizzi quanto sia stata importante l’invenzione del cellulare nella storia dell’umanità è alla vigilia di Natale. Quando un esercito di dubbi assalgono la tua mente, perché non ti ricordi più come si intitola quel film che piace tanto a tuo fratello, di che colore voleva la maglia tua madre, se tua nonna si è già comprata l’ultimo libro di ricette di Antonella Clerici, la strategia è questa: chiami tua nonna per chiedere di tua madre, tua madre per chiedere di tuo fratello, tuo fratello per chiedere di tua madre. O almeno, lo faresti, se solo avessi il cellulare carico. Ecco, se c’è un giorno in cui realizzi quanto sia stata importante l’invenzione del caricabatterie nella storia dell’umanità è alla vigilia di Natale.

6. Non può finire anche la carta!

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Sono le ore 19.59 del 24 dicembre e sei finalmente riuscita – contro tutte le avversità – a completare l’ultimo acquisto. Anche quest’anno. Quasi ti stimi. Ma quando arrivo all’ultima cassa dell’ultimo negozio dell’ultimo regalo dell’ultimo… Insomma, alla fine, quella simpatica e paziente cassiera, per la quale provi profonda ammirazione e compassione per aver superato una giornata come questa, sì, proprio lei, come può dirti che hanno finito la carta per fare i pacchetti?

7. Non lo faccio più

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Stanca, sfinita, stremata, torni a casa trascinando i 15 pacchetti che hai comprato, praticamente tutti quelli che dovevi fare, finiti  come al solito all’ultimo giorno. Ah, ma una cosa è certa e questa volta dici sul serio: “Questa è l’ultima volta che mi riduco così!”. Ma, in fondo, che importa. Domani è Natale e allora… Tanti auguri!

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