Quando si dice che a Natale basta il pensiero è perché a volte è davvero meglio essere solo pensate che ricevere certi regali. Con tutto il rispetto per chi ce li ha fatti, ovviamente. Anche perché in certe cadute di stile, diciamolo pure, ci saremo cadute ogni tanto anche noi.

Di quali regali stiamo parlando? In genere di quelli che si comprano “giusto per”. A volte solo per mancanza di tempo, altre perché non si può fare a meno di farli (e ahimè, di riceverli).

Ecco dunque la lista incriminata!

1. Il bagnoschiuma

I regali di Natale da non fare e che non vorresti ricevere
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Al primo posto tra i regali più scontati di sempre c’è sicuramente il bagnoschiuma (spesso corredato da spugna plasticosa). Ne avremo ricevuti a centinaia, di tutte le essenze possibili immaginabili: da quello all’ortica di campo a quello al papavero dell’Indonesia del Sud, passando per quello al pungitopo delle Dolomiti. Altrimenti c’è sempre quello al sandalo (senza aver mai capito cosa questo sia, perché con l’unico sandalo che conoscete non pensereste mai di produrci un profumo).

2. L’agendina e il calendario

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Oltre a quelli che vi rimedia il papà, ve li regalano la banca, l’assicurazione, la profumeria, l’erboristeria, il centro estetico, il calzolaio… Accade ogni anno e accade a tutti, ma come se nessuno possa mai immaginarlo, te lo regalerà anche qualche amica.

Del resto c’è ancora qualcuno che ai tempi degli smartphone ti regala le rubriche telefoniche…

3. L’oggetto ingombrante

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No, dico, ma avete visto la mia casa? A malapena c’entro io, dove pensate che possa mettere il portabottiglie da vino 4 metri per 4? Non era meglio regalarmi semplicemente una buona bottiglia di vino? Quella sì, che avrei saputo come e quando usarla…

4. Candele profumate

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Non so più nemmeno quante ne ho. L’anno in cui arrivai alla ventitreesima decisi che per soffrire di meno avrei smesso di contarle. No, ma poi, prima di comprarle, almeno annusatele, no? Una volta decisi di dare loro un senso accendendone dieci per una serata romantica con lui. Tempo 10 minuti ci siamo addormentati storditi sul divano. E al mattino dopo non ricordavamo più nulla.

5. Le mutande rosse

I regali di Natale da non fare e che non vorresti ricevere
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Ma voi riuscite ancora in nome della buona educazione a fingere stupore/meraviglia/sorpresa quando ricevete un paio di mutande/perizoma/culotte rosse? Vi stimo. Io comincio a vacillare. Soprattutto quando chi me le regala accompagna il gesto con la frase di rito: “Ho pensato di regalartele così ti portano fortuna!”.

6. Sciarpe, cappelli, guanti & co.

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Se Totò e Peppino, prima di partire per Milano, me lo avessero detto, gli avrei prestato volentieri qualche esemplare della mia storica collezione di accessori invernali che va dal 1990 ai giorni nostri. Va detto però che, in genere, alla scarsa originalità del dono, l’autore/autrice cerca di compensare con l’originalità del modello. Per cui mi ritrovo ad esempio una sciarpa color albicocca con striature prugna che a tutt’oggi non ho ancora idea di come abbinarla. Suggerimenti?

7. Cornici

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Ho tanti di quei portafoto che potrei incorniciare più momenti della mia vita di quanti ne abbia in realtà vissuti. Perciò ho pensato che d’ora in poi incornicerò ogni momento in cui mi viene regalata una cornice. Magari un giorno ci farò una mostra fotografica. Ogni visitatore avrà diritto ad un omaggio. Una cornice, ovviamente.

8. Guanti da cucina, presine, grembiuli & co.

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Con questo regalo andate sul sicuro. Nel senso che è sicuro che non piacerà. Le ipotesi sono due. Se lo comprate per una donna che cucina, probabilmente avrà già più cose lei di questo tipo in casa di Carlo Cracco. Se lo regalate a una donna che non cucina (tipo me) penserà, nella migliore delle ipotesi, che non la conoscete affatto e, nella peggiore, che la state palesemente prendendo in giro. E in questo caso assicuratevi di non aver incluso nel set anche un mestolo di legno…

9. Smartbox o coupon viaggi

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Questi regali sono tra i più graditi, è vero. Però vanno saputi fare. Se ad esempio regalate un tour della cantine del Friuli Venezia Giulia, come minimo dovreste assicurarvi che chi riceve il dono non sia una persona astemia.

Se state pensando di regalare una cena romantica in Nuova Zelanda, magari considerate che non si trova proprio dietro l’angolo e che il viaggio per arrivarci potrebbe non essere accessibile a tutti.

10. Giochi rumorosi

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Avvertimento speciale per chi non è ancora mamma (le altre lo sanno bene). Se volete davvero bene alla vostra amica/cugina/collega che ha avuto un figlio e volete restarci amica/cugina/collega, non, anzi – va messo in maiuscolo – NON regalate al pargoletto un gioco troppo rumoroso. La piccola batteria musicale, ad esempio, è davvero bella, ma vi assicuro che dopo una settimana qualunque mamma potrebbe immaginare di usare la vostra testa al posto del tamburo.

11. Pantofole pupazzo

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Ma come sono simpatiche quelle enormi pantofole a forma di cane? Per non parlare di quelle a forma di elefante. Chi di noi non ne vorrebbe un paio? Io, per esempio, dopo che grazie alla proboscide di peluche sono inciampata tre volte sulla gamba del tavolino.

Per non parlare dell’effetto sauna: mentre il corpo resta alla temperatura di 35 -36°, i piedi raggiungono gli 80-85°. E quando andate a togliere gli infernali pupazzi, il profumino che odorerete sarà peggiore di quello di agosto con le Converse senza calzini. Auguri.

12.Tazza

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Ed eccola lì, l’originale tazza per tutte le occasioni. Quando te ne regalano un’altra, nella tua testa ti sembra quasi di sentire la voce fuori campo: “collezionale tutte!”. Ma tu sei già a buon punto, ormai te ne mancano davvero poche. C’è quella col segno zodiacale (il tuo, se se lo sono ricordato bene), poi Mafalda, un orsacchiotto, una frase di Einstein, un’altra di Moccia (qui ci vuole il martello). Ne accetterò un’altra solo se ci leggerò sopra: “Giuro che è l’ultima!”.

Beh, a questo punto, quando uscite a comprare i regali ricordate il famoso detto: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Altrimenti, vale la regola numero uno: basta il pensiero. Nel senso letterale del termine.

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