Un'Armatura Contro la Violenza Sessuale
Armarsi contro la violenza, contro l'indifferenza e contro i pregiudizi. La performance dell'artista Kubra, 25 anni, colpisce duro la sua società e racconta tanto della sua vita.
Armarsi contro la violenza, contro l'indifferenza e contro i pregiudizi. La performance dell'artista Kubra, 25 anni, colpisce duro la sua società e racconta tanto della sua vita.
Kubra Khademi, artista donna di 25 anni, ha deciso di movimentare un po’ le strade di Kabul in modo diverso, senza il terrore che solitamente caratterizza gli avvenimenti in città.
Questa donna ha deciso di denunciare la violenza sulle donne del suo paese in modo unico.
Per difendersi dalle molestie che una ragazza può subire quotidianamente ci vorrebbe una corazza e questo è stato.
La corazza Kubra se l’è costruita da sola e ha deciso di indossarla per uscire di casa e fare una passeggiata. Con questo look, Kubra ha deciso di denunciare la violenza degli uomini e l’indifferenza di autorità e Stato.
Il massaggio che passa è molto chiaro: se nessuno ti tutela, per sopravvivere ci vuole una corazza e devi costruirtela.
“In Afghanistan le donne che denunciano molestie vengono addirittura minacciate dalla polizia”
riferisce l’associazione Human Rights Watch.
A differenza del video anti-violenza girato a New York, Kubra si aggira per la città con il velo in testa e il suo vestito di metallo che riproduce in modo grottesco le fattezze femminili.
La performance è diventata subito virale e ha fatto il giro del mondo e del web.
Tra gli uomini del suo Paese però c’è chi non ha apprezzato la performance e ha denigrato Kubra, insultandola.
Masih Alinejad, la giornalista iraniana autrice di una famosa pagina Facebook con cui ha invitato le donne iraniane a togliersi il velo, ha intervistato Kubra.
Un gesto non solo politico, ma molto personale.
Quando era profuga in Iran infatti, a soli 5 anni, la mamma l’aveva mandata a far compere al mercato e un uomo le mise la mano sul sedere.
Lei si sentì così in colpa da non riuscire nemmeno a parlarne ai suoi genitori.
Poi a Kabul le capitò di nuovo, ancora molestie e ancora per strada. Quella volta Kubra si mise a urlare, attirando l’attenzione della gente, che al posto di aiutarla a difendersi, si avvicinò per insultarla.
Anche con questa protesta molti uomini l’hanno insultata, toccata nonostante l’armatura e minacciata anche di morte.
Lo stesso è successo alle donne che erano andate a seguire la sua performance.
Nonostante la caduta dei talebani, Human Rights Watch ha stimato che in Afganistan nel 2012 l’87% delle donne ha subìto violenze fisiche, sessuali, psicologiche o è vittima di matrimoni forzati. Ma per Kubra in occidente non si sta meglio:
“Vorrei che gli uomini capissero che una donna non è un oggetto sessuale ma una persona. Non ho grande stima per il modello di donna occidentale: prederisco le iraniane e le turche che si tolgono il velo per protesta. Vorrei che accadesse anche qui”.
Sempre sulla cresta dell'onda, non mi sfugge nemmeno uno scoop: le notizie più buffe, scottanti e incredibili passano prima da me!
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