Il Ritorno dei Mutandoni della Nonna: Ecco Perché Indossarli!

Dopo la moda dei capelli grigi anche sulle teste delle ventenni è in arrivo una nuova tendenza dal che si rifà alle nostre nonne: il ritorno dei mutandoni della nonna.

I mutandoni, cioè quelle mutande poco sgambate che coprono interamente il sedere, hanno il vantaggio di andare bene a tutte e in commercio se ne trovano davvero di mille fantasie e tessuti.

Secondo il New York Times, le vendite di questo tipo di mutande sono aumentate molto nell’ultimo anno e gli uomini le considerano sensuali, perché danno un aspetto più “compatto” al sedere.

Ma le donne perché dovrebbero indossarle? Ecco una lista di motivi:

1. Sono poco fastidiose

Questa tipologia di mutande ha il pregio di essere poco fastidiosa, rispetto a un perizoma con il suo terribile filetto.

Inoltre separa in modo efficace la pelle dai tessuti di pantaloni e gonne, preservandola per esempio dal contatto con il denim, ruvido e duro.

2. Mestruazioni? Non ci sono problemi!

Se durante le mestruazioni usate l’assorbente, nessuna mutanda sarà mai comoda quanto quella della nonna!

Infatti permette all’assorbente di incollarsi sull’intera superficie e quindi di spostarsi o, peggio ancora, scivolare via e dar adito a situazioni imbarazzanti.

3. Sedere più sodo e vita più stretta

I mutandoni della nonna raccolgono il sedere e lo fanno sembrare più sodo e alto, comprendo anche la tanto odiata cellulite e le sue amiche smagliature.

Inoltre la vita alta contiene i fianchi e fa sembrare la figura più snella e armoniosa.

4. Più diversità

Rispetto alla superficie striminzita di tante mutande, quelle della nonna offrono più tessuto e quindi la possibilità di avere più fantasie, stampe o scritte.

Quindi toglietevi dalla testa l’idea che i mutandoni della nonna siano solo bianchi!

5. Per essere sensuali durante il sonno

Le mutande della nonna sono fantastiche per avere un tocco sensuale anche durante il sonno, soprattutto se in seta.

E poi vi permetteranno di non indossare i pantaloncini del pigiama.

Articolo originale pubblicato il 15 giugno 2015