Se parliamo di Victoria’s Secret immediatamente ci immaginiamo donne bellissime, lingerie raffinate ed estremamente sexy. Completi intimi che esaltano la sensualità di ogni donna… meglio se non eccessivamente formosa. Il noto brand americano, infatti, è attualmente al centro di una bufera mediatica a causa di una particolare scelta commerciale che penalizza le taglie più generose.

Realizzare capi più grandi richiede inevitabilmente un utilizzo maggiore di materie prime, ma Victoria’s Secret mette in conto tutto questo direttamente alla consumatrice più formosa. Le coppe di reggiseno DD e DDD, infatti, presentano una lievitazione di prezzo che può variare da pochi centesimi fino a 4 dollari.

Ashley Hoffman, direttrice di Styleite, ha quindi puntato il dito contro il brand americano, definito addirittura come un “borseggiatore di autostima“:

Il messaggio che Victoria’s Secret vuole inviare è sbagliato. È come se volesse dire alle clienti: “Sei meno benvenuta da noi se indossi le taglie DD o DDD. Sei una sorta di fastidio che ci obbliga a chiederti qualche spicciolo in più perché non rispondi alle misure standard.

Anche altri noti marchi internazionali, come Aerie, Hanes e Wacoal vendono reggiseni fino alla taglia DDD, ma i prezzi di vendita sono indipendenti dalle dimensioni. La cliente, infatti, sceglie di acquistare un modello e sa che lo pagherà il prezzo indicato, a prescindere dal fatto che abbia una coppa A o una DDD. Da Victoria’s Secret, invece, non è così.

Fonte Victoria's Secret
Fonte: Cosmopolitan.com

E in rete sono esplose le polemiche. C’è chi sostiene che la scelta del brand sia corretta, dal momento che la differenziazione di prezzo in base alla taglia è legata al reale utilizzo delle materie prime necessarie alla realizzazione. E c’è chi, invece, vive tutto questo come una discriminazione della formosità femminile.

In ogni caso, Victoria ‘s Secret non è certo il primo marchio a trovarsi al centro di una bufera mediatica simile. Nel novembre del 2014, ad esempio, quasi 100.000 persone hanno firmato una petizione su Change.org per chiedere ad Old Navy di non aumentare il costo dell’abbigliamento femminile plus-size. A fronte di questo clamore mediatico, il brand ha rivisto la propria politica commerciale e ha livellato i prezzi dei propri capi, ponendo fine agli ulteriori rincari sulle taglie più morbide.

La speranza di Ashley Hoffman, quindi, è proprio quella che Victoria ‘s Secret decida di fare lo stesso. In rete gli utenti si sono mobilitati con petizioni e condivisioni sui social. Di certo il marchio è molto apprezzato e conosciuto dalle donne di tutto il mondo: Victoria ‘s Secret non conosce crisi e i punti vendita vengono presi d’assalto dalle clienti quotidianamente.

Resta da capire, quindi, come si comporterà il colosso americano di lingerie davanti a queste critiche. Rivedrà la propria politica commerciale come ha fatto Old Navy o continuerà a proporre prezzi rincarati per le taglie DD e DDD? Il dibattito è aperto ragazze: voi cosa ne pensate?

Nel frattempo, vi lasciamo con questa gallery:

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