Set incantevoli, abiti (letteralmente) da favola, bellezze perfette e l’immancabile finale “Vissero per sempre felici e contenti”. I cartoni targati Walt Disney ci hanno sempre fatto sognare (e continuano a farlo tuttora, a dispetto dell’età adulta!) perché ogni volta che ne guardiamo uno ci tuffiamo in un mondo incantato, dove, dopo gli ostacoli da superare, tutto, alla fine, si risolve per il meglio. Il mondo che noi vorremmo, e che sappiamo non avremo mai: per questo adoriamo tanto le fiabe e i loro protagonisti, perché ci fanno staccare per qualche istante dai nostri pensieri quotidiani e ci aiutano a lasciar volare l’immaginazione.
Quello che invece non sappiamo, forse, è che dietro a queste storie ce ne sono altre, non sempre così incantevoli. Anzi: spesso si tratta di veri e propri intrecci noir, terrificanti, dove il lieto fine è ben lontano e le cui trame raccontano di cannibalismo, suicidi, torture… Cose veramente spaventose, e naturalmente poco adatte ai bambini.
Certo Disney e il suo staff hanno dovuto rivedere le storie di alcune delle fiabe poi diventati capolavori del cinema mondiale, perché se avessero mantenuto il plot originale gli spettatori più piccoli ne sarebbero usciti letteralmente traumatizzati!
Se non ci credete, sfogliate la nostra gallery, dove abbiamo raccolto le storie vere, così come pensate e scritte dagli autori, di sei fiabe diventate grandi classici Disney.
Ariel, altro che vissero felici e contenti!
Nella favola di Hans Christian Andersen The Little Mermaid, scritta nel 1836, cercando di diventare umana, la lingua di Ariel viene mozzata senza pietà dalla strega dei mari, e, nonostante ottenga finalmente gambe umane, la fanciulla deve vivere la terribile esperienza di provare dolori lancinanti a ogni passo. Come se non bastasse, alla fine il principe sposa un’altra. Nella storia si dice anche che, se Ariel avesse ucciso il principe, sarebbe potuta tornare a vivere felicemente nei mari. Tuttavia lei si rifiuta e finisce per morire tragicamente, trasformandosi in schiuma marina e sciogliendosi così nel mare.
Decisamente tutto un altro finale!
Aurora, una storia di violenza terribile
La fiaba della Bella Addormentata deriva dalla storia del 1634 di Giambattista Basile, nella quale un re cammina nei pressi del castello di Talia, raggiunge una finestra con una scala e violenta la principessa mentre lei sta dormendo, per poi tornare a casa dalla moglie come se nulla fosse successo.
Talia si sveglia gridando e dà alla luce due gemelli. Quando la regina lo scopre, chiede che i bimbi vengano uccisi, arrostiti e dati in pasto al padre come punizione. E tenta persino di bruciare viva Talia. Fortunatamente, il re si trova da quelle parti proprio in quel momento e la salva; poi getta la moglie nel fuoco sino a che non muore, e lui e Talia vivono per sempre felici e contenti.
Certo l’autore originale aveva un gusto per l’horror! Fortunatamente Disney non la pensava allo stesso modo…
Il triste destino di Pocahontas
Pocahontas è basata su fatti storici realmente accaduti, ovvero il colonialismo inglese nelle Americhe con la conseguente sottomissione dei nativi. Pocahontas nella realtà è stata rapita nell’infanzia, convertita al cristianesimo e data in sposa a un uomo di nome John Rolfe. Successivamente, Pocahontas è stata portata a Londra e fatta esibire come un animale dello zoo, come esempio di “pagano civilizzato”. Prima di riuscire a far rientro a casa, la donna è morta per cause sconosciute. Alla faccia del’integrazione.
La vendicativa Biancaneve
Per scrivere Biancaneve i fratelli Grimm si sono ispirati a una storia tedesca, che in origine raccontava di come la madre della fanciulla avesse tentato di ucciderla tre volte. Inoltre, nella fiaba originale Biancaneve cade in un sonno maledetto a causa della mela avvelenata, che le si ferma in gola e viene risvegliata grazie all’arguzia dei nanetti. Alla fine Biancaneve sposa il suo principe, e i due decidono di invitare la strega cattiva alla cerimonia. Un atto di gentilezza e perdono? Altroché: al suo arrivo, alla strega viene fatto indossare un paio di scarpe in ferro rovente e la donna è costretta a danzare finché la morte non sopraggiunge a causa delle bruciature. La vendetta è servita.
La fine delle sorellastre diCenerentola
Nella versione della storia dei fratelli Grimm, Cenerentola sposa il suo principe. Tuttavia, nella gioia del momento, non si è mai saputo che fine abbiano fatto le sorellastre. Nel film, le due continuano a vivere in un clima di ostilità e invidia nei confronti di Cenerentola e del suo splendido sposo. Ma la storia originale vede le due sorellastre orribilmente mutilate a causa del loro ostinato tentativo di far entrare i loro piedi grassocci nella scarpetta di cristallo. Una si amputa un dito del piede, mentre l’altra si trancia di netto il tallone per riuscire a entrare nella scarpetta. E non è tutto: quando Cenerentola convola a giuste nozze con il principe, colombe immacolate planano dal cielo, strappando alle sorellastre i loro malefici occhi.
Decisamente un finale diverso!
La povera Rapunzel abbandonata nel deserto
Ahimé Rapunzel nella storia originale non è mai stata salvata dal suo principe dalla torre, e anzi è stata accecata perché lanciata fisicamente in una selva di rovi. La fuga dalla torre grazie al principe non c’è mai stata: la madre, scoperti i piani di Rapunzel, la ghettizza nel deserto dove la giovane dà alla luce due gemelli. Il principe c’è, ma è costretto a girovagare per il mondo per anni e anni prima di riunirsi alla sua amata. Una volta trovata, ne cura la cecità con una lacrima magica, e finalmente arriva il lieto fine. Per fortuna, dopo tanto penare!
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