È già passato più di un decennio da quel 22 gennaio del 2008, quando il corpo senza vita di Heath Ledger, considerato uno degli attori più talentuosi della nuova generazione, venne ritrovato nel suo appartamento di SoHo, New York.

A ucciderlo una combinazione letale di farmaci: ossicodone, idrocodone, diazepam, temazepam, alprazolam e doxilamina, sonniferi, ansiolitici e analgesici, che l’attore stava prendendo dietro normale prescrizione medica.

Molte sono le illazioni fatte, all’epoca della morte che ha sconvolto Hollywood e milioni di fans in tutto il mondo (il marciapiede davanti all’edificio dove abitava Heath fu letteralmente inondato di fiori e bigliettini dopo la notizia della sua prematura scomparsa): Ledger, da vero artista maledetto, faceva uso di droghe, conduceva una vita sregolata, hanno sostenuto alcuni. Mentre altri hanno interpretato la sua morte come il gesto estremo di un uomo che da poco aveva interrotto la relazione con la collega Michelle Williams, e che soffriva per questo e per il fatto di poter frequentare meno Matilda, la figlia che aveva avuto con lei.

Ipotesi a parte, quel che resta di Heath, a distanza di più di dieci anni dalla scomparsa, è il ricordo di un attore eccezionale, virtuoso, istrionico, geniale, descritto come maniacale nella preparazione dei personaggi; restano le interpretazioni di ruoli talmente diversi tra loro da far risultare incredibile che appartengano tutte allo stesso attore, e, naturalmente, il rimpianto legato al “come sarebbe andata se”.

Certamente, le prospettive che aveva davanti a sé Heath Ledger erano quelle di andare ad occupare un posto di prestigio accanto ai grandi di Hollywood, raccogliendo l’eredità di alcuni mostri sacri come Al Pacino, Robert De Niro, o quel Jack Nicholson che lo aveva preceduto nel ruolo del Joker di Batman, “cattivo” cinematografico che lo aveva definitivamente consacrato all’Olimpo delle star.

Heath, capace, con Jake Gyllenhaal, di catturare la sensibilità e i tormenti dell’amore omosessuale nel Wyoming degli anni ’50 nel film, vincitore di tre premi Oscar, I segreti di Brokeback Mountain, capace di trasmettere al pubblico la sofferenza per un sentimento da reprimere perché giudicato “sbagliato” ma, allo stesso tempo, troppo forte per essere soffocato, proprio su quel set aveva trovato l’amore della sua vita. La sua Michelle, che arrivava da Dawson’s Creek e, a parte una breve parentesi adolescenziale nel film Lassie, si affacciava appena nel mondo nel cinema.

Oggi, con dodici anni in più sulle spalle, e nonostante la loro storia fosse terminata, Michelle Williams è andata avanti ma non ha dimenticato; non ha mai smesso di ricordare l’uomo che non solo è il padre della sua bambina, ma soprattutto, come lei stessa ha ripetuto spesso, il grande amore della sua vita. E non è un caso che, dalla morte di Heath, i capelli di Michelle siano rimasti sempre corti (oggi porta un caschetto biondo, ma è comunque un taglio corto). Le sue parole sono, ancora oggi, la più vivida testimonianza di quanto il loro legame fosse forte, e di quanto nemmeno la morte l’abbia spezzato.

Ecco cosa disse in un’intervista a Elle UK nel 2011 Michelle Williams del suo Heath, e sembrerebbe proprio che le cose non siano cambiate.

Quei capelli corti di Michelle Williams da sempre dedicati a Heath Ledger
Fonte: web
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