È il volto di SuperQuark dal 1995, nonché l’uomo a cui pensiamo se parliamo di divulgazione scientifica.
Non è un caso se il suo è l’unico programma che parla di scienza e storia dell’umanità ad aver resistito per tutti questi anni nel palinsesto televisivo: Piero Angela è davvero un maestro nel raccontare e rendere comprensibili e appassionanti cose che, invece, sarebbero estremamente complesse.
Nato a Torino 92 fa, il giornalista, scrittore, divulgatore iniziò la sua carriera prima alla radio, poi come conduttore del TG, guadagnandosi pian piano un posto nel cuore del pubblico italiano per il suo stile molto pacato, compassato, quasi di stampo anglosassone; SuperQuark non è stato certamente il primo programma del filone documentaristico condotto da Angela, che in gioventù è stato anche un eccellente musicista jazz: nel 1971 il suo primo esperimento fu Destinazione Uomo, seguito poi da Quark, dieci anni più tardi, il cui titolo curioso venne spiegato da lui stesso nella presentazione della prima puntata:
Il titolo Quark è un po’ curioso e lo abbiamo preso a prestito dalla fisica, dove molti studi sono in corso su certe ipotetiche particelle subnucleari chiamate appunto quark, che sarebbero i più piccoli mattoni della materia finora conosciuti. È quindi un po’ un andare dentro le cose.
Con una professionalità e uno stile invidiabili, Angela è amatissimo dal pubblico di tutte le generazioni e, nel tempo, ha saputo coinvolgere nella propria avventura professionale anche il figlio Alberto, con cui ha ideato il programma Ulisse, “fratello” di SuperQuark.
Ho sempre cercato, nelle mie trasmissioni, di inserire elementi di ‘incontro’ col pubblico, dal linguaggio alle ‘trovate’, dagli esempi alle ‘battute’, rifiutando quella finta ‘serietà’ tanto cara all’ufficialità italiana in ogni campo – ha scritto Angela nel suo libro Da zero a tre anni, a proposito della sua attività di divulgatore – Io penso che la serietà debba essere nei contenuti, non nella forma.
Certamente, è proprio grazie alla sua figura se sempre più italiani, nel tempo, si sono appassionati ai documentari sulla natura, sull’astronomia e sulla scienza in generale; eppure, Piero Angela non si è mai assurto al ruolo di insegnante, guardando gli altri dall’altro in basso come il portatore della verità, né è mai parso presuntuoso del proprio sapere – che è notevole – o cultura. Anzi, in tutta la sua carriera ha cercato di condividerla con chiunque, come un padre o un fratello maggiore, con garbo, discrezione e, soprattutto intelligenza.
Dandoci anche delle lezioni importanti: 10, quelle che abbiamo riassunto in gallery e che, arrivando dal papà di SuperQuark, sono assolutamente vere.
Le bocciature non sono fallimenti
Piero Angela ha rivelato, ospite del programma CartaBianca, che suo figlio Alberto, oggi suo grande collaboratore e destinato a raccogliere la sua eredità, è stato bocciato in quinta elementare.
Oggi si tende a dare la colpa agli insegnanti, ma se un alunno non va bene è giusto che ripeta l’anno. Ad Alberto la bocciatura è bruciata molto ma gli ha innescato una spirale virtuosa.
Piero Angela rivela: “Alberto è stato bocciato in quinta elementare”
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Insegnare divertendo
Del resto, lo stesso Piero Angela non è stato, per sua stessa ammissione, un alunno attentissimo.
Personalmente, mi sono annoiato mortalmente a scuola e sono stato un pessimo studente.
Ha scritto nel libro La macchina per pensare, fornendo anche un consiglio ai maestri e professori.
Tutti coloro che si occupano di insegnamento dovrebbero ricordare continuamente l’antico motto latino ”ludendo docere‘, cioè ‘insegnare divertendo’.
Non ci sono pensieri magici
Anche sui vaccini Piero Angela ha un’opinione molto chiara:
C’è tendenza in gran parte delle persone ad avere un pensiero magico – ha detto – A volte non si contesta la scienza, ma l’applicazione tecnica della medicina. Fidatevi dei medici, la velocità della luce non si decide ad alzata di mano, a maggioranza.
Come essere chiari nella comunicazione
Quando un lettore (o ancor più un telespettatore) non capisce, la colpa non è sua: ma di chi non ha saputo comunicare. Cioè dell’autore. È stato lui a cacciarlo via – ha detto Piero Angela – quando sono in moviola, se ho dei dubbi sulla chiarezza di un passaggio o di una sequenza, chiamo il primo che passa nel corridoio (un montatore, una segretaria, un passafilm), mostro la sequenza e chiedo il loro parere. Se vedo un’ombra di dubbio nei loro occhi, rismonto e ricomincio da capo. Perché vuol dire che avevo sbagliato io.
Il modo per affrontare i problemi? Comprenderli (e farsi comprendere)
Da un lato comprendere nel modo giusto le cose, interpretandole adeguatamente per trasferirle in un diverso linguaggio: dall’altro essere non solo chiari ma anche non-noiosi, pur mantenendo integro il messaggio (anzi, non aver paura di esser divertenti: l’umorismo è uno dei compagni di strada dell’intelligenza). Per queste ragioni, paradossalmente, si può dire che è più difficile… Essere facili. Tutti, infatti, sono capaci di parlare o di scrivere in modo oscuro e noioso […] Non solo, ma alla chiarezza, solitamente, deve accompagnarsi un’ulteriore fatica: la concisione.
La scienza non è insormontabile o incomprensibile
Grazie al suo stile pulito, essenziale e garbato Piero Angela ci ha insegnato che la scienza è comprensibile anche se non si capisce nulla di fisica nucleare.
La divulgazione è essenziale per partecipare
Curiosamente oggi si parla molto di partecipazione, intesa come uno strumento di sviluppo democratico, ma raramente si parla di divulgazione come condizione essenziale per capire e quindi per partecipare – sostiene – La democrazia non può basarsi sull’ignoranza dei problemi, perché uno dei suoi grandi obiettivi è proprio quello di rendere i cittadini responsabili e consapevoli, in modo che possano esercitare i loro diritti utilizzando meglio la loro capacità di capire.
Il web non è il male assoluto, ma nemmeno il portatore di verità
Il web è una macchina meravigliosa, ci permette di avere tutto in tempo reale, ma c’è poco approfondimento. È stimolante perché ci fa vedere tanto, ma spesso sono cose fini a se stesse.
Non bisogna accontentarsi
Ai ragazzi, durante un incontro al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano in occasione del festival Focus Live ha detto:
Cercare sempre l’eccellenza perché si può sempre fare meglio. Non bisogna accontentarsi – ha dichiarato, affermando anche di rimpiangere – I libri che avrei voluto leggere e non ho letto, e quelli che avrei voluto scrivere, anche se ne ho scritti 39.
Imparare a capire il futuro
Ora va tutto molto veloce, ma si parla tanto di diritti e molto poco di doveri – ha detto Angela ospite al Repidee al Salone Potestà – Non so come sarà il futuro però so chi ci sarà. Ci saranno quei bambini che ora giocano nel giardinetti di fronte casa mia. Il futuro è già qui, bisogna solo cominciare a preservarlo. Tuttavia è solo una grande partita a scacchi. Solo che al momento non mi sembra che stiamo giocando abbastanza bene per riuscire a vincerla.
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