
10 cose che non facciamo più da quando ci sono internet e gli smartphone

Internet e gli smartphone ci hanno cambiato la vita, ce l’hanno agevolata tanto. Niente più tempi morti, tutto è diventato molto più semplice ed economico per certi versi. Ma ogni tanto ci parte il momento amarcord. Si stava meglio quando si stava peggio? Probabilmente no, ma tendiamo a ricordare le passate ere con grande romanticismo e in fondo ci sta pure – è evidente che abbiamo dei bei ricordi legati al passato, anche perché significa che eravamo più giovani. In alcuni casi molto più giovani.
Così abbiamo raccolto 10 cose che non facciamo più da quando abbiamo Internet e gli smartphone. La tecnologia rappresenta sempre un piccolo miglioramento nelle nostre vite. L’importante è ricordare che siamo noi a gestire lei e non viceversa.
Sfogliamo quindi insieme la gallery per vivere questo momento amarcord tutte insieme e ricordare quando Internet e gli smartphone ancora non c’erano.
Alcuni di noi avevano la fortuna di averla in casa l’enciclopedia, altri si recavano in biblioteca. A volte le pagine avevano un odore di stantio. Oggi è tutto diverso: c’è Wikipedia e addio ai grossi volumi polverosi.
Uno strumento fondamentale per fare una telefonata a un nostro compaesano, al Comune di riferimento o comunque a un ufficio pubblico o alla pizzeria del quartiere per ordinare da mangiare e chiedere l’ora del ritiro. Oggi è praticamente tutto online: gli esercizi commerciali e gli enti pubblici hanno delle fanpage social o dei siti dedicati con dei form di contatto.
In realtà sono proprio le cabine che stanno sparendo: alcune si stanno trasformando in postazioni per il book crossing o altre restano a scopo amarcord grazie a petizioni dei residenti. Quello che non accadrà è dover attendere sotto la pioggia che qualcuna finisca la telefonata al fidanzato del liceo per poter chiamare.
Comunque niente paura, le cabine telefoniche non scompariranno mai del tutto, ma si evolveranno: in futuro ce ne saranno alcune con wi-fi e touch screen, sono in via di sperimentazione anche in Italia, come spiega Focus.
Quando uscirono i primi negozi “sviluppo e stampa in un’ora” fu una vera e propria rivoluzione. Si doveva attendere “solo” un’ora per avere i propri scatti. Oggi le stampe digitali sono molto più veloci: scattiamo le foto con lo smartphone, poi scegliamo le migliori e magari stampiamo solo quelle.
C’è chi ha delle stampanti particolari in casa, chi va ancora dal fotografo. Ma la tempistica è cambiata tantissimo. Come evidenzia Focus, tuttavia, benché la Kodak sia fallita nel 2012, nel 2017 ha annunciato di voler riprendere a produrre pellicola: alcuni fotografi e registi la considerano uno strumento imprescindibile.
C’erano dei numeri che ricordavamo a memoria. Quello della nonna, quello della nostra migliore amica, quello della nostra cotta del liceo. Li chiamavamo spesso, e avevamo finito per mandarli a memoria. Ora non ci ricordiamo neppure il nostro, perché non ce n’è bisogno. Se dobbiamo darlo a qualcuno, ci facciamo dare il suo e gli facciamo uno squillo.
Per chi andava fuori paese o viveva in una grande città era un must: la cartina e il TuttoCittà ci servivano per capire dove dovevamo andare. E qualche volta i toponimi locali erano scritti errati, ma questo almeno non è cambiato né su Google né sulle mappe di Apple.
Quando andavamo in un posto, la cartolina era un ricordo da mandare ad amici e parenti per mostrare loro i panorami che riuscivamo a scorgere. Oggi siamo noi stessi a fotografarli e a mandarli con WhatsApp.
O un intercontinentale. Chi ne ha ricevuta una, ricorderà il suono particolare che facevano queste chiamate. E che costavano tanto, si aspettava spesso la sera, almeno quando è partito il concetto di “teleselezione” per quella che un tempo si chiamava Sip. Oggi Skype e WhatsApp ci permettono di chiamare chiunque – anche molto lontano – senza spese.
Quante ne abbiamo scritte, anche a nuovi amici che ancora non conoscevamo. Sulle riviste c’era la rubrica dell’amico di penna, in particolare su quelle per bambini come Topolino. E in questo modo conoscevamo altri coetanei in Italia e qualche volta nel resto del mondo.
Se dovevamo mancare da casa il giorno del nostro telefilm preferito partiva lo psicodramma: la programmazione del videoregistratore anteguerra. Per questo, prima che esistessero le piattaforme streaming non solo non potevamo avere tutto e subito (il rilascio delle puntate avveniva e avviene ancora nella tv tradizionale a determinate cadenze), ma se perdevamo un episodio, perdevamo il filo. E alla fine lasciavamo perdere pure la serie.
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