Manipolare la realtà è qualcosa che accade di continuo. È un processo a volte consapevole, altre volte no. Senza cadere nei luoghi comuni sul giornalismo, ci sono vari tipi di manipolazione. E se gli Onda Rossa Posse intonavano «non credere nei media», siamo orientate verso la proposizione di una coscienza critica da parte dei lettori, sulla scorta di quello che scriveva già nell’Ottocento Mark Twain. La stampa può risentire di alcune lacune – per esempio in Italia c’è un dibattito sempre aperto sulla figura del cosiddetto «editore impuro», cioè quell’imprenditore che ha interessi anche in ambiti differenti dall’editoria – ma rappresenta a tutti gli effetti «il cane da guardia della democrazia».
E allora dove proviene quel fenomeno che mostra il manipolare la realtà? Semplice. In alcuni casi, la manipolazione avviene in determinati Paesi sotto determinati regimi. Pensiamo a delle nazioni in guerra civile costante, in cui non è assolutamente possibile immaginare che la realtà proposta dai media non sia filtrata per un fine – come la propaganda. Poi c’è dell’altro. Per esempio, non sempre è possibile fornire l’informazione tutta intera. Certo, sarebbe l’ideale – e ci sono tanti che ci riescono a farlo – ma ci sono diversi fattori che contribuiscono a non raggiungere questo risultato, dalla sciatteria alla necessità di vendere copie, conquistare audience, generare click e traffico in generale.
Guardando queste foto raccolte in Rete non si può stabilire nulla di univoco sulle cause che hanno portato a manipolare la realtà. Alcune inquadrature possono anche risultare ridicole, ma sicuramente tutte insieme rappresentano una realtà oggettiva, che qualunque lettore può ricostruire. Non sempre però queste immagini sono state diffuse sui social network con intenti nobili o semplicemente per divertirsi (come nello scatto che vede protagonista il Principe William o del giornalista senza scarpe), ma a volte anche per screditare avversari politici. Alcune persone credono che Internet sia avulso dalla manipolazione della realtà, ma dimenticano che è anche esso un medium.
Il Principe William
I pericoli di una storia vista da un solo lato. Questi scatti sono relativi alla nascita del Principe Louis, terzo figlio del Principe William.
I Marines in Iraq
Marzo 2003, unità dei Marines in aiuto in Iraq.
Dietro le quinte
Giornalista che sembra in collegamento diretto con la Notte del Diavolo. E invece no, non ha neppure le scarpe.
L'elezione di Trump
Secondo questo utente, Mike Pence (al centro della foto) è il vincitore del Bow Wow Challenge – è uno slang per indicare tanto rumore per nulla. Lo scatto risale all’elezione presidenziale di Donald Trump, in cui Pence sta salutando… nessuno, perché gli spalti sono vuoti. Rientra in quelle che temiamo siano state create per screditare (anche il meme è probabilmente fatto per quello).
"Amici" animali
Un’altra realtà filtrata. Se non si guarda la foto centrale, si avrà solo un parere parziale.
Botte o gioco?
È un meme populista, sul tema dei media che ci mostrano sempre un’immagine distorta. Non può accadere sempre, come non può non accadere mai. Nella prima foto il meme ritrae ciò che i media ci mostrerebbero, nella seconda la verità vera.
Theresa May
Theresa May durante il lancio della campagna del suo partito in Northumberland. Prendiamo con le pinze anche la seconda foto (a proposito di spirito critico, e lo ribadiremo più avanti): non è possibile che sia stato solo un piccolo incontro con alcuni fedelissimi di una comunità locale?
Il "pasionario"
Certe immagini sono bellissime, ma a volte sono un po’ troppo belle per essere al 100% vere. O, più che altro, quando una foto è così suggestiva, magari qualcuno si mette in posa.
Bambini in gabbia
Anche questo meme è fuorviante – e ci mostra come i social cerchino di spostare da una parte o dall’altra l’opinione pubblica. Si cerca di sensibilizzare in funzione anti-Trump, per via delle nuove leggi in materia di migranti con figli al seguito. Chi l’ha fatto ha commesso un errore (voluto o casuale non importa): ha preso uno scatto relativo a una manifestazione, non a un reale imprigionamento di un bambino. In questo modo ha delegittimato l’intero concetto. (No, non è mai il concetto che conta, altrimenti non si chiama verità, ma post-verità).
Riprese televisive
Protesta per le tasse a Parigi.
Hillary Clinton
L’inganno dei media è così facile, recita questo meme. Ma in questo caso non siamo sicurissime che i due scatti appartengano allo stesso luogo nello stesso momento. (Ricordate: interrogarsi va benissimo, ma senza esagerare, o si finisce per non credere più a nulla).
E ancora... Hillary Clinton
Un’utente parla di una grande folla per Hillary Clinton a Omaha, un’altra di circa 50 persone.
Cosa ne pensi?