15 mete turistiche rovinate a causa di Instagram

15 mete turistiche rovinate a causa di Instagram
National Geographic
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Instagram, come ben sappiamo, ha modificato il mondo e molte delle nostre abitudini quotidiane. Il social, infatti, detta nuove mode in continua evoluzione e tende a indirizzare l’interesse degli utenti verso certe cose anziché altre. Lo stesso discorso vale per le mete turistiche e per il nostro modo di viaggiare. Posti un tempo sconosciuti, o quasi, diventano improvvisamente famosi grazie agli scatti pubblicati sui social da parte degli Instagrammers che possiedono miriadi di follower.

Allora parte la rincorsa al successo e allo scatto perfetto, numerosi altri utenti si recano nello stesso posto per imitare il famoso scatto da milioni di like con risultati che, a volte, possono avere conseguenze sconvolgenti e disastrose.

Ed ecco che, in poco tempo, luoghi inizialmente inviolati diventano sovraffollati da persone e da set di shooting, le cartacce e la plastica si accumulano in giro, le bellezze naturali smettono di essere così belle e i luoghi cessano di essere gli stessi. A volte si arriva addirittura al punto di dover impedire alle persone di poter visitare il suddetto luogo onde evitare ulteriori danni di proporzioni catastrofiche.

Diciamolo, il turismo da “scatto perfetto” non sempre è un beneficio per il luogo e spesso vengono rotti gli equilibri naturali che precedentemente regolavano la zona. Quindi tra lamentele di chi ci vive e problemi ambientali ed ecologici gli Instagrammers, forse non del tutto consapevoli di quello che stanno causando, contribuiscono ad un turismo non troppo sano e per certi versi davvero pericoloso.

Molti, infatti, sono i luoghi chiusi al pubblico per vari motivi e le mete turistiche rovinate, disseminate in ogni parte del mondo. Si passa dalla Cina al Canada, dall’Italia all’America, dai parchi naturali ricchi di animali selvatici disturbati dagli scatti, ai fiordi rocciosi del nord Europa che spesso si rivelano pericolosi e non pronti a ricevere un così elevato numero di persone.

Non a caso, ogni tanto, qualcuno muore pur di raggiungere lo scatto da milioni di like, precipitando in qualche crepaccio o a causa di qualche altro incidente. Uno studio del 2018 (che analizza l’arco di tempo tra il 2011 e il 2017) condotto tra America, Russia, India e Pakistan, stimava che circa 259 persone nel corso di 7 anni sono morte a causa di un selfie finito male.

Quindi, per tirare le somme, davvero vale la pena rischiare la propria vita e un intero ecosistema pur di raggiungere lo scatto che si desidera? È così importante ricevere quei “mi piace”? Tanto da sovraffollare un posto solo perché qualcuno di famoso c’è stato prima di noi? Se il discorso ti ha incuriosito puoi far scorrere la gallery per scoprire le 15 mete turistiche rovinate, profanate e chiuse al pubblico anche a causa di Instagram, degli influencer e delle loro inaspettate e terribili conseguenze.