Ci sono ragazze che non danno peso alla festa per il matrimonio. Ce ne sono altre che invece il peso lo danno eccome. E questo coinvolge anche le loro amiche, che vengono chiamate a essere damigelle – nei Paesi del mondo in cui vige quest’usanza – o testimoni di nozze. Non sono ruoli da prendere alla leggera, e una pensa che questo possa legare due donne per tutta la vita. Ma come i rapporti sentimentali finiscono, hanno un termine anche certe amicizie, a volte perfino prima del ricevimento di matrimonio.
Se il film Le amiche della sposa ci ha insegnato qualcosa è che fare le damigelle può essere estenuante. Richiede impegno fisico e psicologico, perfino economico. Rendersene conto sarebbe già un grande passo, soprattutto se la futura sposa decide, unilateralmente, di chiedere alle damigelle o alle testimoni di non esserlo più. Cosmopolitan ha raccolto le storie di alcune tra queste damigelle, a partire da Courtney Duffy, diventata piuttosto celebre su Twitter per una cosa che le è accaduta a fine luglio. Ne abbiamo dato una traduzione non professionale. Sfogliate la gallery per scoprire le storie, i cui nomi, tranne il primo, sono stati cambiati.
Courtney
A fine luglio, su Internet apparve una mail scritta da una futura (ora ex) damigella, Courtney Duffy. La sposa aveva scritto che non avrebbe più voluto Duffy alla sua festa e assicurava di non avere nulla contro di lei e che sarebbero state ancora amiche. Duffy ha condiviso la mail su Twitter, nella speranza che la compagnia aerea Jet Blue le avrebbe rimborsato il volo pagato per il matrimonio che non era più nei suoi programmi, e il suo tweet ora cancellato è diventato velocemente virale. Come si è scoperto, quello che è accaduto a Duffy non è un caso isolato. Nel bel mezzo del caos dell’organizzazione nuziale, le spose trovano il tempo di “espellere” le loro migliori amiche dalla festa a destra e a manca.
Caroline, 37 anni
La mia amica Liza e io siamo cresciute insieme fin dal primo giorno – i nostri genitori erano migliori amici prima di averci. Mi sono sposata molto giovane nel 1999 quando io avevo 18 anni e Liza 19. Lei è stata la mia damigella d’onore e due anni dopo, quando si è fidanzata, mi ha chiesto di essere la sua. Ovviamente ho detto sì. Allo stesso tempo ho realizzato che mi ero sposata troppo giovane e la relazione non stava funzionando. Un paio di mesi dopo che Liza mi ha chiesto di essere la damigella d’onore, nell’estate 2011, ho annunciato il mio divorzio. Eravamo andate a fare shopping ma non avevamo ancora i vestiti da damigella. Entro una settimana dacché le ho detto del divorzio, Liza mi ha chiamata e mi ha detto che «non ero più la benvenuta alla festa nuziale» perché non credevo nel sacramento del matrimonio. Ero sotto choc e incredula. Sentivo come mi avessero dato un pugno nello stomaco. Tipo: avrei dovuto saperlo? Lei non è una persona particolarmente religiosa, quindi il fatto di usare una frase come «il sacramento del matrimonio» mi disorientava. Mi sentivo di aver perso la mia migliore amica. Intendo, che lo voglia o no, un divorzio è sempre un processo difficile. E non solo non avevo il suo supporto in questo grande periodo di transizione della mia vita, ero stata cacciata dal suo matrimonio. Mi ha rimpiazzata con un’amica che aveva in quel periodo. Faceva male. Mi sentivo rimpiazzata con qualcuno che non era nemmeno importante per lei. Non sono andata alla cerimonia, che era l’anno successivo, sebbene la mia famiglia ci sia stata, perché Liza è molto intima con loro. Lei e io abbiamo passato i successivi cinque o sei anni come delle estranee, il che è difficile, perché i nostri genitori sono vicini di casa. Vedevo la sua auto, lei vedeva la mia ma non parlavamo tra o di noi. Pochi anni fa ho scoperto che era incinta e l’ho cercata per mail. Volevo solo rompere il ghiaccio e dire: «Ehi, ho saputo che sei incinta, congratulazioni!». Ha risposto mesi dopo ed è stata cordiale, ma non abbiamo parlato davvero del matrimonio. Abitiamo a 20 minuti l’una dall’altra e programmiamo di vederci forse una volta all’anno.
Stephanie, 25 anni
Maddie e io ci siamo conosciute in college, eravamo compagne di stanza casuali. Siamo diventate intime e facevamo tutto insieme. Dopo la laurea, ci siamo trasferite in stati differenti, ma ci siamo sentite regolarmente. Un anno dopo la laurea, mi ha detto di essersi fidanzata. Ero, ovviamente, super eccitata per lei e onorata che lei mi chiedesse di essere una damigella. Mio marito non era sicuro del fatto che andassi a un addio al nubilato in Centro America – al tempo, le paure per lo Zika virus erano diffuse – ma gli ho detto che lei era la mia migliore amica. E a lei ho detto molto tempo prima che se si fosse sposata sarei stata lì per lei comunque. Stavo facendo il mio tirocinio all’epoca e quando ho realizzato di non avere i soldi per un volo internazionale, Maddie si è offerta di pagarlo per me, dicendo che le avrei restituito tutto quando avrei potuto. Pochi mesi dopo, quando io e mio marito ci siamo sposati e due mesi prima dell’addio al nubilato, sono andata in ospedale per un attacco di panico per lo stress legato al lavoro. E lì ho scoperto di essere incinta di due mesi. È stato scioccante all’inizio, ero preoccupata per la mia salute mentale e la situazione finanziaria. Ma presto mi sono sentita felice. Avevo 25 anni al tempo, mio marito 31, ed eravamo pronto a diventare una famiglia. Ho chiamato Maddie il giorno dopo per dirle della mia ansia ed ero sollevata quando ha detto che anche lei ne ha sofferto. Mi sono sentita meno sola. Ma ho omesso di dirle che ero incinta, perché ero nervosa all’idea che si sarebbe arrabbiata con me. Al tempo, mi disse che sperava non restassi incinta fino a dopo le nozze, perché diceva che era il solo giorno della sua vita in cui si sarebbe sposata e avrei potuto restare incinta dopo. Mi sono data alcuni giorni per calmarmi prima di prendere il coraggio a due mani e chiamare Maddie per dirle della gravidanza. La prima cosa che ha detto è stata: «È stata programmata?». Ho detto no, ma è stata una grande sorpresa. Poi ha detto: «Come starai nel tuo abito da damigella?». Le ho detto che potevamo sistemarlo con degli aggiusti. Infine ha chiesto: «E l’addio al nubilato? Come puoi divertirti se non puoi bere?». Ho pensato forse che era stressata per il matrimonio. Le ho detto: «Finché sarò lì è la sola cosa che conta». Ha risposto: «Congratulazioni, suppongo». Sono andata dalla dottoressa per un controllo pochi giorni dopo. Mi ha chiesto se stessi programmando viaggi all’estero e ho detto sì, lei ha raccomandato caldamente di evitare per lo Zika virus. Sapevo di dover dire a Maddie di cancellare il mio viaggio. La dottoressa mi ha scritto una lettera di consigli di viaggio e ho fatto una foto come prova. Tuttavia ho aspettato due giorni per dirlo a Maddie – sapevo che era agitata a casa del suo addio al nubilato e avrebbe pagato il mio biglietto. Le ho chiesto scusa e le ho detto: «Spero di poter venire ma non voglio mettere a rischio il mio bambino». Mi ha scritto: «Conveniente». Non ho risposto. Lei mi ha poi mandato un lungo messaggio dicendo che non solo non voleva che fossi più una damigella, ma che non avrei dovuto andare del tutto al matrimonio. Tutto quello che potei dire era: «Ok». Mi sentivo un groppo al cuore e la gola secca. Ho pianto al bagno al lavoro. Ho avuto un aborto meno di due mesi dopo, quando ero quasi di quattro mesi. Sono andata a vedere una psicanalista per ciò che stavo attraversando e le ho detto tutto: del mio stress al lavoro, dell’aborto, dell’aver perso l’amica intima. Ha suggerito di prendermi una pausa e mio marito mi ha sorpreso con un viaggio in Florida per un po’ di sole e relax. Un mese dopo l’aborto e una settimana prima del viaggio in Florida Maddie mi ha scritto. Era la prima volta che la sentivo da quando mi aveva chiesto di non essere una damigella. Diceva che se non le avessi pagato il viaggio che mi aveva prenotato, mi avrebbe portata in tribunale. Il biglietto costava circa 300 dollari, ma non avevo soldi – avevo appena iniziato un nuovo lavoro e non avevo ricevuto ancora il primo assegno, e non sarebbe accaduto fino a dopo il mio ritorno dalla Florida con mio marito. Ho deciso di dire tutto a Maddie – della mia ansia e depressione, dell’aborto e dei soldi che stavo spendendo dalla terapista. Pensavo avrebbe provato simpatia per me, che ci saremmo riconciliate, che ci sarebbe stata per me. Fu l’esatto opposto. Mi mandò una lunga mail di risposta, dicendo che non le interessava di come mi sentissi. Mi ha accusata di aver mentito sulla gravidanza per non partecipare all’addio al nubilato. Mi ha detto che mi curavo più di andare in Florida di quanto avessi mai fatto per l’addio al nubilato e che ero un’amica cattiva. Ho realizzato che combatterla non avrebbe portato da nessuna parte. Le ho inviato una mail in cui dicevo che capivo che stress stesse affrontando e che non si comportava come al solito. Le ho detto che l’avrei ripagata al mio primo assegno e poi non avrei voluto parlarle più. Ho perso la mia stabilità mentale per un po’. Ancora non so perché ha agito in quel modo. Tutto ciò che so è che non è mai stata un’amica vera e che sono contenta che sia uscita dalla mia vita. O almeno bloccata su tutti i miei account social.
Taylor, 25 anni
Caroline, Emily e io abbiamo iniziato a lavorare insieme per una piccola azienda circa due anni fa e siamo diventate intime molto velocemente. Ad agosto 2017, Caroline ha chiesto a Emily e me di essere damigelle al suo matrimonio l’anno successivo. Eravamo eccitate! Abbiamo comprato i nostri vestiti a gennaio e ci preparavamo prenotando voli e hotel in Florida per la seconda metà del 2018, quando all’improvviso fui estromessa dal mio lavoro. Non volevo parlare con nessuno quando è successo, ma quando non mi sono presentata al lavoro lunedì, mi aspettavo che le due migliori amiche mi avessero cercato. Invece, non le ho sentite. Ho scritto loro nella nostra chat di gruppo due giorni dopo, per far sapere che stavo bene e che l’avrei superata, in caso si sentissero strane e cercarmi. Non hanno risposto. Ho cercato direttamente Caroline – ero un po’ agitata e le ho chiesto se il suo silenzio significava che avrei dovuto restituire il vestito da damigella che avevo comprato due settimane prima. Molti giorni dopo, mi ha risposto dicendo: «Avevo solo bisogno di fasciarmi la testa per la situazione e sentivo che avrei fatto meglio a separare le nostre strade. Mi spiace giungere a questo, ma ho bisogno di fare ciò che è meglio per me». Anche Emily ha tagliato i rapporti. Ho chiamato il negozio di abiti da sposa e il vestito fu alla fine rimesso in vendita. Ho mandato a Caroline una nota per il costo e lei mi ha ripagata. Ho mandato un regalo per l’addio al nubilato per essere gentile e in caso lei volesse un’opportunità per riaprire la porta. Ho ricevuto la notifica che il regalo era tornato indietro. Ancora non so perché le cose sono andate come sono andate – quel messaggio era tutto quello che ho sentito da Caroline. Penso che si sentisse troppo a disagio ad avermi alle sue nozze, troppo a disagio per essere amiche dopo aver tagliato i rapporti. Non l’ho mai più sentita dopo che mi ha ripagato l’abito da damigella.
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