In principio fu Laverne Cox. Potremmo dire così, usando l’attrice che interpreta Sophia Burset nella serie Orange is the new black, per raccontare la situazione dei trans nel dorato mondo del piccolo e grande schermo.
Prima di lei, in effetti, i transessuali hanno avuto vita tutt’altro che facile a Hollywood e dintorni, con poche parti e pochissimi ruoli lasciati a loro, vittime di un pregiudizio ancora latente (ma nemmeno troppo) che li porta a essere ostracizzati dai set.
Pare, però, che in tempi recenti – forse appunto anche grazie a personaggi forti come Laverne – le cose stiano leggermente cambiando, soprattutto per i FtM, ovvero i transessuali uomini, che faticano ancora più delle donne a ritagliarsi un proprio spazio in televisione o al cinema.
Una cosa che sicuramente sorprende, a questo proposito, è pensare che i ruoli di transngeder al cinema siano stati affidati praticamente in maniera esclusiva a persone cisgender: pensiamo al recente The Danish Girl, dove a interpretare Lili Elbe è stato chiamato il bravissimo Eddie Redmayne, a Dallas Buyers Club, che è valso a Jared Leto un Oscar come Miglior attore non protagonista per il personaggio della transessuale Rayon, e, andando ancora a ritroso nel tempo, a Boys Don’t Cry, sulla vita e l’omicidio di Brandon Teena, interpretato da Hilary Swank.
Della penuria di ruoli da trasngeder affidati ai transgender si è lamentato anche Harrison Knights, attore trans e attivista, che ha detto:
Ho una barba e un tono di voce basso, cosa che non si aspettano.
Paradossalmente, per gli attori trans è molto più facile avere un ruolo da cis, ma anche qui c’è una discriminante importante: generalmente, parliamo infatti di ruoli piuttosto marginali,
Quando [un attore trans] – dice ancora Knights – verrà assunto per ruoli cis più importanti perché è il migliore attore per quel ruolo, piuttosto che perché completa una casella, allora avremo veramente vinto.
Nell’ultimo anno, per fortuna, almeno per ciò che riguarda il panorama, non solo si è dato sempre più spazio a uomini transessuali sulle scene, ma in particolare a ciò che rappresentano, la realtà della vita trans e non binaria che, spesso, si interseca anche con altre caratteristiche, razziali, di classe, culturali, o con disabilità, ad esempio.
Grazie alle loro performance negli show di cui non sono solo comprimari, ma anche ai messaggi sui loro social media, questi attori stanno aggiornando e ampliando l’idea stessa dell’uomo protagonista, proprio in un momento in cui i diritti dei trans sono messi in discussione – pensiamo alle restrizioni per l’entrata nell’esercito USA, volute da Trump e approvate dalla Corte Suprema, o alla richiesta del presidente americano di approvare il licenziamento per orientamento sessuale – e in cui la violenza anti-trans è diventata quello che sia la Campagna per i Diritti Umani che l’Associazione Medica Americana chiamano una vera e propria epidemia.
Secondo uno studio del 2018 pubblicato sulla rivista Pediatrics, più della metà degli adolescenti transessuali ha tentato il suicidio, e Scott Turner Schofield, protagonista del nuovo Studio City di Amazon, è convinto di sapere perché.
Siamo cresciuti con la convinzione che ci sia qualcosa che non va in noi. Ci hanno insegnato a credere che siamo gli unici.
Un bellissimo esempio, che è un invito a vedere la mascolinità sotto punti di vista nuovi, arriva da Chella Man, attore e modello americano che condivide spesso su Instagram le sue idee sull’essere transgender, sordo, ed ebreo cinese. In questo post, ad esempio, scrive:
Amare il proprio corpo come individuo trans nel nostro mondo è un atto radicale.
Sono orgoglioso del mio corpo dal petto piatto e senza pene.
Sono orgoglioso di coloro che, nella mia comunità, preferiscono non fare la transizione dal punto di vista medico e restano saldi nelle loro decisioni.
Il vostro corpo, la vostra scelta.
Sempre.
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Chella Man (@chellaman) in data:
Chella ha anche sfoggiato un tatuaggio sul bicipite con scritto “I am my own Masculinity“, ovvero “sono la mia mascolinità”, a indicare proprio che la mascolinità è qualcosa che ciascuno si deve attribuire secondo il modo che preferisce, e non lasciandosi influenzare da quelli che sono gli stereotipi imposti. Lo scopo, per Man e per gli altri, è proprio quello: passare da una situazione in cui il genere ci è stato “consegnato” dagli standard della società, a un futuro in cui poter esprimere chi siamo senza controlli esterni. “La mascolinità deriva dal genere, che è socialmente costruito – afferma Man – Chiunque ha il potenziale per distruggere ed eradicare i costrutti sociali e ridefinirli secondo quello che possono significare per loro”.
Sfogliate la gallery per conoscere alcuni dei più celebri attori trans che stanno ridefinendo la mascolinità.
Brian Michael Smith
Nato donna, da adolescente, prima di procedere alla sua transizione, si è distinta in diversi discipline sportive. Oggi interpreta Toine, il poliziotto gentile di Queen Sugar, che ha fatto coming out nella serie nel 2017 (in concomitanza con quello vero di Brian); Pierce, stratega politico nel sequel di The L Word di Showtime, e il vigile del fuoco nel nuovo 9-1-1: Lone Star di Fox.
Theo Germaine
Germaine, 27 anni, è famoso per il ruolo di James Sullivan in The Politician di Netflix e Work inProgress di Showtime. Si identifica come non binario e usa pronomi sia maschili che di genere neutro.
Leo Sheng
In Adam, presentato al Sundance Film Festival nel gennaio del 2019, Sheng interpreta Ethan, un giovane trans. Sheng usa molto i suoi social media per impegnarsi nella decostruzione di chi e cosa definisce il maschio. Scrive di andare in palestra e del suo rapporto evolutivo con i muscoli. Vuole che le persone vedano i corpi maschili trans così come sono, siano essi muscolosi o morbidi, pelosi o lisci, fanciulleschi o paterni.
Jake Graf
L’attore, scrittore e regista inglese Jake Graf, 42 anni, dice che in passato gli uomini trans erano invisibili, sia sullo schermo che nella società, in parte perché molti potevano scegliere se rivelare o meno la loro identità:
Soprattutto grazie alla nostra fisicità, ci è stato concesso il lusso di vivere quella vita invisibile, sotto il radar, furtiva.
“Le donne trans sono state storicamente più visibili, mentre per gli uomini è stato diverso”. Graf ha raccontato di essere solito recarsi ai provini senza rivelare nulla della propria sessualità, e che solo dopo aver fatto coming out ha ottenuto ruoli importanti, come in Colette o in The Danish Girl.
Elliot Fletcher
Dal 2016 al 2018, Fletcher ha interpretato tre ruoli trans consecutivi, in Faking It di MTV, dove ha interpretato un liceale che naviga tra la sua identità di genere e la sua sessualità, in The Fosters di Freeform, e in Shameless, dove ha invece interpretato il ruolo di un attivista LGBT. Dichiara però che il ruolo che gli piacerebbe è quello di Spider-Man.
Chella Man
Il ventunenne Chella Man ha partecipato a Titans della DC Universe, interpretando Jericho, che è un supereroe muto, birazziale e bisessuale. Man si identifica come genderqueer, e ha un passato da modello per Calvin Klein.
Cosa ne pensi?