I social sono spesso forieri di messaggi negativi, di sfide folli che incitano a comportamenti sconsiderati o a stili di vita per nulla sani, ma, come accade per ogni cosa, anche nel loro caso c’è un rovescio della medaglia positivo. Sempre più account di giovani influencer, sulle varie piattaforme, vengono infatti usati per lanciare messaggi su temi importanti o per sensibilizzare il pubblico dei coetanei su argomenti delicati, uno su tutti il razzismo, problema tornato di grande attualità in seguito alle proteste americane del movimento Black Lives Matter.

Fra loro in Italia spicca senza dubbio Aida Diouf, diciottenne nata a Kaolack, in Senegal, ma arrivata in Italia da piccolissima, che oggi fa parte del gruppo AfroInfluencers, un team di giovanissimi TikToker, Youtuber e Instragrammer di origini africane che, attraverso i propri profili social, cercano di contrastare i pregiudizi e di abbattere qualche stereotipo.

Aida, ad esempio, è la TikToker con il velo più conosciuta nel nostro Paese, che attraverso molti dei suoi video cerca di approfondire il tema della religione, dando una visione diversa dell’Islam, ben lontana da quella che alcuni interpretano come improntata unicamente alla sottomissione femminile e all’egemonia esclusiva maschile.

L’abbiamo intervistata per conoscere meglio lei e i suoi obiettivi, dato che il suo Tik Tok sfiora quasi i 200 mila follower. A partire dai motivi per cui ha scelto di esporsi pubblicamente e dei più banali cliché di cui è protagonista, grazie ai quali ci rivela anche un piccolo conflitto interno alla sua famiglia.

Quante volte ti senti chiedere cosa pensano i tuoi genitori della scelta di stare su Tik Tok?

Pochissime volte, anche perché la maggior parte delle persone parte pensando che io abbia un supporto dai miei genitori, quando non è al 100% così, diciamo che è una lotta per i miei sogni e vi posso assicurare che non è una bella cosa. Ci vuole sempre il supporto di persone a te care“.

Nei video di Aida si alternano momenti estremamente divertenti, gag e battute che sono in trend nei “Per te” (la categoria in home che raccoglie i contenuti che hanno suscitato più interesse sulla piattaforma) ad altri in cui la giovane influencer prova a rispondere alle domande che le vengono poste sulla sua religione, sui motivi per cui abbia scelto di indossare il velo, o a sfatare qualche stereotipo sulla religione musulmana.

Se dovessi riassumere tutto in un unico grande commento, quale sarebbe il messaggio che vorresti passasse?

L’unico messaggio che vorrei dare alla gente è di non essere pigri e di informarsi, perché l’ignoranza è una brutta cosa, e di non basarsi sulle voci che si sentono in giro perché l’Islam è più che una religione.

A tal proposito, in questo articolo abbiamo parlato di femminismo islamico:

Come ritieni si possa convincere la “società occidentale” che i due termini non sono in antitesi?

La gente confonde il Corano con l’interpretazione, nel senso che un conto è ciò che c’è scritto nel Corano, un conto è come le persone lo traducono. Non dobbiamo dimenticarci come la società confonde anche la religione e la cultura. La donna non è affatto sottomessa nell’Islam, anzi per noi la chiave del Paradiso sta sotto i piedi delle donne, tra cui soprattutto le madri“.

Eppure, recentemente però due ragazze egiziane, Haneen Hossam e Mawada Eladhm, sono state condannate a due anni di reclusione proprio per i contenuti postati su Tik Tok, che sono in realtà video identici a quelli di milioni di ragazze nel mondo. È chiaro che, leggendo notizie simili, la gente tenda a fare di tutta l’erba un fascio…

Io sono veramente allibita da questo genere di comportamento nei confronti di chi vuole solo pubblicare un semplice tiktok anche solo per divertirsi o per trasmettere un importante messaggio! Questo è negare la libertà di espressione ad una persona. Il mio detto è stato sempre

La religione non è mai stata un ostacolo per i propri sogni, basta andare avanti e non voltarsi

ma per colpa delle persone con la mentalità chiusa penso che questo detto vada un po’ a perdere il suo significato“.

Parliamo di razzismo: tu lo hai mai sperimentato davvero sulla tua pelle?

“Non mi sono mai sentita vittima di razzismo a causa del colore della mia pelle, ma in diverse situazioni mi sono sentita in difficoltà per il mio velo, che è sempre una forma di razzismo, e questo mi è sembrato molto ingiusto anche perché non trovo differenza tra chi lo mette e chi no! Ho sempre combattuto per essere accettata con il mio velo”.

Sul movimento Black Lives Matter si è detto di tutto, fra accesi sostenitori e accaniti detrattori, ma Aida è certa che il messaggio che vuol far arrivare ai più giovani sia importantissimo e che valga la pena ascoltarlo.

Tanti giovani pensano che il Black Live Matter sia un movimento nato solo dopo la morte di George Floyd, quando invece esisteva già dal 2013, ma grazie ai social il messaggio sta arrivando ovviamente alla gente non ignorante, perché c’è gente che veramente non riesce a cogliere il senso del messaggio“.

Non trovi sia controproducente l’atto di distruggere delle statue, anche di persone vissute secoli fa (vedi le statue di Colombo) allo scopo di rivendicare le proprie ragioni?

Da una parte può essere veramente anche svantaggioso, perché il nostro messaggio non è quello di diffondere odio e far caos, ma da una parte sarei anche d’accordo, perché l’uomo cerca di cancellare sempre ciò che gli ha procurato dolore, in questo caso la statua di Cristoforo Colombo, che con la sua ‘scoperta’ ha avviato l’esplorazione e la colonizzazione delle Americhe da parte degli europei, con il conseguente sterminio di chi ci abitava“.

Sarebbe però sbagliato pensare che il razzismo e la discriminazione arrivino solo da una parte, quella dei non islamici; Aida stessa, infatti, ha vissuto alcune esperienze dolorose con la comunità musulmana.

Mi addolora dirlo ma sì, alcune volte ricevo messaggi del genere ‘Non sei musulmana… Sarai la prima a bruciare all’inferno… Togliti il velo che fai prima…Vergognati’ quando non sto facendo assolutamente niente! Anzi, penso che  queste persone siano le prime a giudicare e a reputare tutto ‘haram’ (peccato), anche ciò che non lo è. Io rispondo sempre con ‘Vivi e lascia vivere, che dei miei peccati prenderò io le mie responsabilità con Allah, nel giorno del giudizio non ci sarete voi al mio posto’.

Sfogliate la gallery per conoscere altre curiosità su Aida.

Chi è Aida Diouf, la prima tiktoker italiana con il velo
Fonte: Aida Diouf
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