“Che noia, che tutto torni: a volte bisogna cercare che non torni”. Nel film In viaggio con celeste, uscito al cinema nel 2018, Alessandro Haber interpretava il ruolo di una star del teatro alle prese con la scoperta di avere una figlia già adolescente.
Quella che per entrambi sembrava essere una rivelazione impossibile da sopportare, si trasformava in un’occasione per unire due solitudini diverse. Una parte intensa e delicata, a cui si è preparato pensando anche alla sua situazione personale.
In un’intervista di qualche tempo fa al Manifesto, l’attore ha infatti raccontato l’ansia e la gioia di diventare genitore in una fase più matura della vita.
Ho anch’io una figlia, Celeste, di 14 anni, che ho voluto quando ne avevo 58. Mi ha cambiato la vita. Forse l’ho voluta proprio per questo. Fa talmente parte di me che, sembrerà banale, il suo nome è nel mio personale indirizzo mail. Come il mio personaggio nel film, ho imparato a vedere le cose con gli occhi d’un altro: i suoi.
L’amatissima Celeste è nata nel 2004 dalla storia di Alessandro Haber con la collega Antonella Baravo, sposata nel 2018 e più giovane di lui di oltre trent’anni. Un matrimonio fuori dagli schemi, di cui lui ha recentemente parlato in televisione, a Verissimo, spiegando che la decisione di sposarsi è arrivata dopo che i due già non stavano più insieme.
Io ho scoperto che qualcosa mi mancava: era la paternità. Con la mamma di mia figlia, Antonella, non stiamo più insieme, ma le voglio più bene adesso che prima, è come se fosse una seconda figlia. Lei è una madre meravigliosa, noi ci siamo sposati perché è un regalo, è un gioco, lei sta a casa sua, io a casa mia, io la proteggo ma ognuno fa quel che vuole. Le storie finiscono ma va bene così.
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Alessandro Haber con la moglie Antonella Bavaro
Io e Antonella non stiamo più insieme, ma siamo molto legati: è come se avessi due figlie, una di 14 e una di 40. […] Le devo molto, mi ha regalato una figlia meravigliosa: la paternità mi ha salvato la vita.
Alessandro Haber e il rapporto con la figlia
La vita è una cosa meravigliosa: mi ha dato una gioia inaspettata, che è mia figlia Celeste, io con lei faccio il personaggio del padre. Per lei darei la vita, non ci penserei un secondo. Lei è la donna della mia vita.
Alessandro Haber in "La Cina è vicina" (1967)
Nato a Bologna il 19 gennaio del 1947, da padre romeno di origine ebraica e madre italiana, Alessandro Haber passa l’infanzia in Israele, per poi tornare in Italia a nove anni con la famiglia. Esordisce nel 1967 nel film La Cina è vicina di Marco Bellocchio. Negli anni successivi lavora con altri registi importati, come i fratelli Taviani, Bernardo Bertolucci, Nanni Moretti e Mario Monicelli, alternando ruoli leggeri a quelli drammatici.
Alessandro Haber e la musica
Nel 1986, Pupi Avati finalmente gli affida un ruolo da coprotagonista in Regalo di Natale.
Pupi Avati mi aveva fatto mille promesse. E ancora non era successo niente. Un giorno di pioggia, nell’inferno del traffico romano, capito per caso davanti ai suoi uffici: non c’è un posto libero. Ma, magicamente, un’auto riparte e riesco a posteggiare. È stato il mio regalo: perché, salito dal regista, messo alle strette, mi ha dato la parte.
Alessandro Haber in "Eneide" (1971)
Pochi anni dopo l’esordio al cinema, Alessandro Haber approda anche in tv con una parte nello sceneggiato RAI Eneide del 1971. Seguono tantissime altre fiction per le reti pubbliche e, negli anni Novanta, il debutto anche su Italia 1 e Canale 5 con fortunate produzioni come Chiara e gli altri, I Cesaroni e Camera Café.
Alessandro Haber a teatro con Alessio Boni nel 2015
Impossibile parlare di Alessandro Haber senza citare il teatro: fin da bambino, quando era ancora a Tel Aviv, si esibisce sul palco. Tanti successi, tante produzioni, ma lo spettacolo che cambia la sua vita è sicuramente Orgia di Pasolini, messo in scena da Mario Missiroli a Parigi nel 1984.
Un giorno, mi son lasciato andare a una specie di trance: quando ho finito e ho guardato in platea, c’era il regista che piangeva, commosso.
Alessandro Haber e la musica
La passione che forse tutti non conoscono di Haber è quella per la musica. L’attore ha raccontato a teatro.it l’aneddoto che l’ha portato ad avvicinarsi alla canzone e che ha spinto persino Francesco De Gregori a scrivere una canzone su di lui, La valigia dell’attore.
Alessandro Haber e la canzone scritta da De Gregori
Giocavo a tennis con Mimmo Locasciulli e gli racconto che qualche volta cantavo nei pianobar, soprattutto a fine serata quando i locali si svuotavano. “Haber, che voce!”, mi dicevano. Ma finiva lì. Poi accade che con Locasciulli canto davanti a una platea più ampia e “Il Messaggero” sforna una recensione esaltante. E da lì tutti: “Dai Haber, fai un disco!”. Nasce così l’idea del primo album, Haberrante, dove tanti amici scrivono per me un pezzo… Fossati, Ruggeri, Virzì. Una sera, dopo una cena, rimaniamo in tre: io, Locasciulli e De Gregori, con cui avevo giocato a pallone anni prima. Gliela butto lì: “Me la scriveresti una canzone?”. Mimmo trova il titolo, Francesco la scrive ed… eccoci qua, come dice la canzone.
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