Una combattente per la sua arte. Alicia Alonso non può essere definita in un altro modo. Classe 1921, si è spenta il 17 ottobre 2019 a 98 anni. A darne notizia il Balletto nazionale di Cuba (Bnc), da lei stessa fondato nel 1948 e di cui era ANCORA direttrice. Alicia è stata una grandissima ballerina classica cubana, che anche quanto l’età le ha impedito di danzare era solita ripetere:
Io ballo qui, nella mia mente.
È un concetto interessante, soprattutto perché risale alla prima volta che Alicia Alonso ha pronunciato queste parole, cioè quando i suoi problemi agli occhi l’avevano costretta a letto per un anno. Alicia Alonso soffriva infatti per i postumi di un distacco della retina avuto da giovane e tre operazioni che non sono andate a buon fine. E per questo ha anche trascorso dei periodi di immobilità. La storia della ballerina è estremamente avvincente, sfogliamo insieme la gallery per scoprirla.
Le origini
Alicia Alonso è nata a L’Avana e ha iniziato a ballare fin da quando era piccola. A 10 anni ha iniziato a studiare balletto alla Sociedad Pro-Arte Musical con Nikolai Yavorsky – esibendosi poco dopo per la prima volta ne La Bella Addormentata. A 16 anni sposò Fernando Alonso, prendendone il cognome e trasferendosi a New York: entrambi ballerini, speravano di iniziare una carriera in tal senso (cosa che poi è accaduta). Nel 1938 Alicia ha dato alla luce sua figlia Laura e ha debuttato in una commedia musicale negli Stati Uniti. A quel punto, lei è andata per un periodo a Londra a studiare da Vera Volkova mentre il marito si è unito a una compagnia newyorkese.
L'amore per la danza
La danza mi ha affascinato dalla più tenera età – disse durante un’intervista al Corriere della Sera – Dopo la mia prima lezione gridai: ‘Mamma, è ciò che più mi piace fare al mondo’. Fino a oggi è stato così.
I problemi di salute
Nel 1941 Alonso è stata colpita da un distacco della retina e si è operata per risolvere il problema. Dopo l’operazione è dovuta restare a letto per 3 mesi completamente immobile – ma lei puntava e allungava i piedi per mantenersi in allenamento. L’operazione però fu un insuccesso e si sottopose a un altro intervento, anche questo fallimentare. La seconda volta rimase a letto per un anno, senza poter giocare con Laura, masticare alimenti troppo duri, piangere o ridere o muovere la testa. Il marito le spiegava il balletto usando le dita. Fu allora che l’artista disse per la prima volta, come riporta il New York Times:
Ho ballato nella mia mente. Cieca, senza potermi muovere, fissa sulla mia schiena, ho insegnato a me stessa a ballare Giselle.
L’uragano
Dopo un anno, la ballerina è stata autorizzata a lasciare il suo letto, ma le fu ancora proibito di ballare (ma lei lo fece lo stesso). Un giorno, durante un uragano, i vetri di una porta le andarono dritti in faccia – ma non le colpirono gli occhi. Il suo dottore allora la autorizzò a ricominciare a ballare, comprendendo che non le avrebbe fatto male. Ha smesso di ballare solo nel 1995 all’età di 74 anni, quasi 60 anni dopo il suo debutto a Broadway.
Il ritorno al balletto
Da quel momento in poi, per Alicia Alonso, il balletto tornò a essere la sua vita, negli Stati Uniti come a Cuba e poi nel resto del mondo – il suo ruolo più famoso è quello di Giselle appunto, che le valse il soprannome di «prima ballerina assoluta».
Gli escamotage per ballare
Per lei furono adottati dei metodi particolari per permetterle di ballare in sicurezza sul palcoscenico. Questi metodi consistevano in delle posizioni ben definite dei ballerini e delle luci differenziate – dato che Alonso non era totalmente cieca, le mancava solo la vista periferica: era quindi un problema molto grave il suo, ma non una condizione di cecità assoluta.
I problemi alla vista mi hanno accompagnato per tutta la carriera – ha detto al Corriere – La cecità non è mai stata totale. Ho cercato soluzioni per danzare senza che il pubblico se ne accorgesse evitando di ricorrere alla sua compassione.
La questione politica
Negli anni ’50, Fidel Castro volle incentivare la cultura a Cuba, per cui istituì un fondo per il Ballet Nacional de Cuba – per il quale Alonso e la sua compagnia ricevettero un invito. Fu proprio lei a fondare questo nuovo Ballet Nacional e i suoi ballerini vinsero ben presto competizioni internazionali. E, sebbene i cubani non poterono esibirsi all’estero dopo la crisi tra l’Occidente e Cuba – parliamo degli Stati Uniti e dei Paesi aderenti alla Nato – tra gli anni ’60 e gli anni ’80, Alonso poté. In Europa, in Canada e perfino negli Stati Uniti: Castro glielo permise alla fine della guerra in Vietnam.
La stima per Castro
Di Fidel Castro ha detto al Corriere:
È stato un leader immenso che continua a essere presente nella vita cubana e nei compagni fedeli al suo esempio di dignità e patriottismo.
Alicia Alonso insegnante
Alonso è stata fino alla morte la direttrice del Ballet Nacional de Cuba e insegnava ai nuovi ballerini. Non poteva vedere i loro movimenti, ma li immaginava.
Ora che non sono più in scena – ha raccontato al Corsera – continuo a danzare attraverso i miei ballerini. Alcuni si sentono in dovere di contribuire alla compagnia, altri meno, pur onorando le radici.
La morte
Alicia si è spenta a L’Avana il 17 ottobre 2019 mentre era ricoverata in ospedale per problemi di salute legati all’età.
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