Quando scappò con Max Ernst, Leonora Carrington aveva solo 19 anni. Lui, invece, ne aveva già 41 ed era un affermato pittore surrealista, oltre a essere già sposato. Fu un colpo di fulmine: lei lasciò Londra, la sua famiglia, i suoi studi d’arte e scappò con lui a Parigi, dove iniziarono a vivere insieme, immersi nel fervore culturale degli Anni Trenta. Nacque così una delle storie d’amore più tormentate di tutta la storia dell’arte, raccontata anche nella biografia dedicata all’artista e scritta da Giulia Ingarao.
Un amore folle, anzi, un amour fou, per dirla alla francese, che portò i due amanti a condividere non solo la loro vita, ma anche le amicizie e il lavoro. Quella tra Leonora Carrington e Max Ernst fu una storia incredibile e struggente, spezzata dalla crudeltà del conflitto mondiale che stava per iniziare. Nel 1939 la Francia dichiarò guerra alla Germania e Max Ernst, fervente antinazista ma di nazionalità tedesca, fu considerato straniero nemico e venne quindi internato in un campo di reclusione. Liberato, fu di nuovo imprigionato nel 1940.
La salute mentale di Leonora Carrington cominciò a vacillare. Quando Max riuscì a lasciare il campo, tornò a casa non e vi trovò la compagna: era andata in Spagna per ottenere un visto per entrambi. Lì, però, Leonora trovò ancora più disperazione. Dopo essere stata internata senza motivo in una clinica psichiatrica di Santander, subì pesanti trattamenti a base di un farmaco che le causò tremende convulsioni. Raccontò la sua esperienza nel libro Giù in fondo:
Credo, ne sono quasi certa, che fu durante la notte che precedette la mia iniezione di Cardiazol che ebbi questa visione: mi trovavo in cima a un piccolo pendio orlato di alberi; sotto di me, sulla strada, c’era un ostacolo simile a quelli che avevo visto tante volte al concorso ippico; accanto a me due grossi cavalli erano legati fra loro. A un tratto un cavallino bianco si staccò da loro; i due grandi cavalli sparirono e sul sentiero rimase solo il puledro che rotolò fino in fondo e vi restò sul dorso, agonizzante. Ero io, il puledro bianco.
Separati dalla guerra e dalle sue conseguenze, Max e Leonora presero strade diverse, ma forse non si lasciarono mai veramente.
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Max Ernst
Max Ernst nacque nel 1881 a Brühl, vicino a Colonia (Germania). Nel 1909 si iscrisse all’Università di Bonn per studiare filosofia, ma la abbandonò per dedicarsi all’arte. La sua prima esposizione fu nel 1912 e l’anno seguente si recò a Parigi. Arruolato durante la Prima Guerra Mondiale, riuscì comunque a coltivare la passione per la pittura. Ritornato a Colonia nel 1918, sposò Luise Strauss. Dopo aver esposto nel 1921 a Parigi per la prima volta, entrò in contatto con i surrealisti francesi, diventando amico di André Breton e Paul Éluard.
Leonora Carrington
Nata nel 1917 a Lancaster da una ricca famiglia di industriali tessili, Leonora Carrington fu una ribelle fin da bambina. Espulsa per ben due volte da scuola, convinse infine i genitori a mandarla a Firenze a studiare arte, sebbene suo padre avesse opposto resistenza al suo desiderio di diventare artista. Tornata a Londra, cominciò a studiare in un’altra accademia artistica.
Leonora Carrington e Max Ernst
Leonora Carrington e Max Ernst si conobbero a Londra, nell’estate del 1937, durante una festa. “Mi sono innamorata dei dipinti di Max prima di innamorarmi di lui”, raccontò Leonora. Nonostante i ventisei anni di differenza, fu subito colpo di fulmine. Si trasferirono a Parigi e iniziarono a frequentare artisti come André Breton, Pablo Picasso, Salvador Dalí, Joan Miró, Man Ray.
Leonora Carrington, "Ritratto di Max Ernst" (1939)
Stanchi della vita di città, Leonora e Max (che nel frattempo aveva lasciato la moglie) si trasferirono a Saint-Martin d’Ardèche, in Provenza, dove entrambi si dedicarono alla pittura. Lei non era semplicemente la sua musa: era un rapporto fatto di uno scambio reciproco.
Leonora Carrington e Max Ernst fotografati da Lee Miller
Separati dalla guerra nel 1939, lui fu rinchiuso due volte perché tedesco e quindi considerato nemico da francesi, lei internata in un manicomio in Spagna, dove era andata per ottenere un visto per entrambi, l’amore tra Max e Leonora si spezzò.
Max Ernst, "Leonora nella luce della mattina", (1940)
Max Ernst dipinse Leonora nella luce della mattina dopo essere scappato per la prima volta dal campo di reclusione. Nel quadro Leonora appare come una visione mitologia, come un miraggio nel deserto dell’Europa che si preparava alla guerra.
Leonora Carrington e Renato Leduc
Leonora riuscì a scappare dal manicomio grazie al padre, che voleva però mandarla in una clinica in Sudafrica. Giunta a Lisbona, si rifugiò nell’ambasciata del Messico, dove il diplomatico messicano Renato Leduc, suo amico dai tempi di Parigi, riuscì ad aiutarla.
Max Ernst e Peggy Guggenheim
Nel frattempo, Max Ernst scappò a Marsiglia dove conobbe la collezionista americana Peggy Guggenheim, con cui decise di partire per l’America, in cerca di un posto più sicuro. Peggy si innamorò di Max, ma non era ricambiata: nonostante ciò, i due iniziarono una relazione.
Leonora Carrington e Max Ernst fotografati da Lee Miller
Max e Leonora si incontrano di nuovo a Lisbona nel 1941, ma presero comunque strade diverse. Lei scelse un matrimonio di convenienza con Leduc, per ottenere la cittadinanza messicana e ricominciare una nuova vita. Ernst, che avrebbe voluto tornare con lei, partì con la Guggenheim per New York, dove i due si sposarono. Nell’estate del 1942 la Carrington si separò da Leduc e si trasferì in Messico, dove rimase per il resto della sua vita. Si sposò con il fotografo ungherese Emerico Weisz, amico di Robert Capa, ed ebbe due figli. Leonora Carrington è morta nel 2011, a 94 anni, in seguito a una polmonite.
Max Ernst e Dorothea Tanning fotografati da Irving Penn nel 1947
Il matrimonio di Ernst con la Guggenheim non durò molto: nel 1946 il pittore si sposò in California con la giovanissima Dorothea Tanning, pittrice e scultrice che molto somigliava alla Carrington. La coppia si trasferì poi in Arizona, nel deserto. Negli Anni Cinquanta, complice il grande successo dell’artista, si trasferirono a Parigi.
Max Ernst
Max Ernst morì nel 1976, a 84 anni, e fu sepolto al cimitero Père Lachaise di Parigi.
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