Come Ann Makosinski ha capito sin da bambina che il Tempo non si può comprare
La storia della giovane inventrice canadese Ann Makosinski, che a soli sedici anni ha inventato la torcia che si accende con il calore umano
La storia della giovane inventrice canadese Ann Makosinski, che a soli sedici anni ha inventato la torcia che si accende con il calore umano
Scorrendo le immagini sul suo profilo Instagram, si potrebbe erroneamente pensare che Ann Makosinski sia una ragazza come tante altre sul social.
Classe 1997, canadese, foto ben scattate e tanti follower: in realtà c’è molto di più dietro, e lo sappiamo perché nel 2014 Forbes l’ha inserita tra gli Under 30 da tenere d’occhio. A poco più di vent’anni ha già parlato più volte ai TedTalk e non è intenzionata a fermarsi. Del resto, perché dovrebbe?
Aveva solo sedici anni quando ideò la torcia che si illumina con il calore della mano, un’invenzione che le fece vincere il secondo premio alla Fiera della Scienza di Vancouver e un premio per la sua fascia d’età al Google Science Fair. Ann Makosinski oggi studia letteratura, ma continua a creare e inventare, perché è quello che ha imparato fin da piccola.
L’idea della torcia attivata dal calore le era venuta dopo aver saputo che una sua amica che viveva nelle Filippine non poteva studiare perché in casa non c’era l’elettricità. Con soli ventisei dollari di budget, poco più di venti euro, assemblò quella che oggi viene considerata un’invenzione rivoluzionaria, oltre che ecologica.
Dopo essere stata inserita nel libro Storie della buonanotte per bambine ribelli, il suo nome è diventato conosciuto non solo Oltreoceano. Sebbene giovanissima, Ann Makosinski ha già le idee molto chiare su quello che vuole fare e sul motivo per cui ha sviluppato il suo ingegno. Come lei stessa ha raccontato al National Speakers Bureau, sono stati i suoi genitori a incoraggiarla.
Ci sono tanti motivi per cui ogni giorno faccio quello che faccio. Una delle cose più importanti che mi hanno insegnato i miei genitori è che non devo perdere tempo. Si possono comprare molte cose, ma non il tempo. Così ogni giorno mi chiedo: come posso usare bene il mio tempo oggi?
Fin da piccola, infatti, ha giocato con cose che lei stessa inventava o costruiva, non con giocattoli costosi o tecnologici, come ha spiegato a un TedxTenne nel 2017, dove ha anche spiegato perché avesse cominciato a usare un telefono cellulare solo da pochi mesi.
Non avevo un Tamagotchi, una Nintendo, una Wii o una Xbox – ha detto – tutto quello che mi davano era una pistola con la colla a caldo, e io dovevo inventare i miei stessi giochi. In questo modo sono stata quasi ‘forzata’ a essere creativa in uno dei primi ‘problemi’ che hai da bambino: come posso divertirmi?
Giocando fin da piccola con scatole di transistor o dispositivi elettronici, Ann ha imparato molto presto il senso di costruire le proprie cose, ma al contempo le ha anche fatto capire come i genitori dovrebbero rapportarsi rispetto ai figli.
Io ho dovuto fare di necessità virtù perché non avevo proprio nulla, i miei genitori avevano un background particolare, vengono dalla Polonia e dalle Filippine. Quello che penso è che la cosa importante sia incoraggiare sempre i tuoi figli, perché so che i genitori vorrebbero dare il mondo ai figli, vorrebbero dargli tutto quello che hanno. Una volta volevo fortemente uno skateboard, me lo hanno comprato e ora giace sempre lì, in camera. Lo guardo e penso ‘Ok, ora posso andare in skate’, ma non ho avuto il piacere di costruirlo, di montarne le ruote, di vederlo nascere.
Oltre alla torcia, Ann ha poi inventato anche una tazza che trasforma il calore delle bevande in elettricità per caricare la batteria del cellulare. Anche in questo caso, aveva notato che i telefoni delle sue amiche erano sempre scarichi e voleva qualcosa di semplice per risolvere il problema.
Dico sempre alle persone di focalizzarsi sui problemi più piccoli e di provare a risolverli, perché non si sa mai quante persone potrebbero trarre beneficio dalla tua invenzione.
Non ricevere tutto quello che si vuole incoraggia a creare… Quello è stato uno dei primi passi che mi hanno spinto a inventare cose.
Quello che voglio dire ai giovani è che possono fare cose belle; devono solo usare il loro tempo e dedicarsi a quello che fanno.
Prendevo la spazzatura, incollavo tutto insieme e creavo invenzioni.
Il mio primo giocattolo è stato una scatola di transistor.
La creatività è nata dalla necessità perché non avevo molte cose con cui giocare.
Credo sia importante avere un equilibrio tra scienza e arte, per farcela in entrambi i campi.
Se non costruisco qualcosa ogni giorno, mi sembra di aver sprecato il mio tempo e quasi mi sento in colpa.
Credo che tutto inizi con un’idea. Non importa quanto sia folle.
Solo perché sei uno studente, non significa che tu non possa fare anche altro.
Cosa ne pensi?